Ritratto di Vittorio Amedeo I di Savoia

dipinto post 1651 - ante 1690

Il personaggio è rappresentato a mezzo busto, di lieve tre quarti, con taglio poco al di sopra del punto vita. Lo sguardo è rivolto verso l’osservatore. Porta i capelli mossi, che scendono sin alle orecchie, mentre una ciocca, più lunga, discende sopra il colletto piatto e inamidato in pizzo. Indossa un’armatura profilata da sottili fasce dorate con protomi leonine in corrispondenza dei gomiti. Un nastro, drappeggiato, cinge il braccio destro. Al collo pende il collare dell’ordine della SS.ma Annunziata. Sfondo neutro di colore bruno. Nella porzione superiore e sinistra si intravede una tenda drappeggiata. La tela è posta entro una cornice di formato e luce rettangolare in legno intagliato e dorato. Tipologia a cassetta; battuta liscia. Fasce interna ed esterna modanate

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • AMBITO CULTURALE Ambito Piemontese
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Castello Reale
  • INDIRIZZO Via Francesco Morosini, 3, Racconigi (CN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto in esame, raffigura il duca Vittorio Amedeo I in età adulto, come sottolineato dall’uso del colletto piatto in pizzo, secondo la moda francese. Una certa magniloquenza, pur nell’irrigidimento delle forme, derivate da un prototipo ufficiale, è fornito dalla tenda drappeggiata che chiude la scena. In considerazione delle indicazioni inventariali apposte sul retro, potrebbe essere stato acquisito dal principe di Piemonte nei primi decenni del Novecento, forse da una quadreria privata dell’aristocrazia sabauda. Cicli dedicati ai duchi di Savoia, e poi re di Sardegna, ed eventualmente alle loro consorti, erano molto diffusi nelle dimore della nobiltà di corte come evidente segno di fedeltà alla dinastia sovrana. Secondogenito di Carlo Emanuele I e di Caterina Micaela, Vittorio Amedeo I nacque a Torino nel 1587. Venne educato alla corte di Madrid, ma il cambiamento di alleanze, che caratterizzò la politica paterna tra il primo e il secondo decennio del Seicento, determinò per lui il matrimonio con la principessa francese Cristina di Borbone, celebrato nel 1619. Nel decennio successivo, tenuto lontano dalla gestione del governo, il principe si mosse tra le residenze di Mirafiori e del Regio Parco, facenti parte del suo appannaggio. Nel 1630 divenne duca di Savoia, ereditando una situazione politico-economica complessa, aggravata dalla diffusione del contagio della peste. Nel 1631, in Cherasco, firmò il trattato che concluse le guerre di successione del Monferrato con esiti per il ducato, tutto sommato, favorevoli: ottenne parte dei territori dell’antico marchesato aleramico in cambio della cessione di Pinerolo ai francesi. Dopo solo sette anni di governo, impegnati per lo più in campagne militari contro gli spagnoli, morì prematuramente nel 1637 a Vercelli, lasciando la successione del ducato, diviso al proprio interno tra due schieramenti, l’uno favorevole alla corte di Madrid e l’altro alla Francia, al figlio minore sotto la guida della madre, Prima Madama Reale. La tela è allestita all’interno di una ampia serie iconografica sabauda che include principalmente opere risalenti al XVII secolo, benché esse rappresentino esponenti del casato a partire dall’età medievale. La maggior parte dei dipinti pervennero in questa sede a seguito del dono del castello di Racconigi al principe di Piemonte Umberto di Savoia da parte di suo padre, Vittorio Emanuele III, nel 1929. Il primo volle collocare in questa residenza, analogamente a quanto dispose per i suoi appartamenti in Palazzo Reale a Torino, le sue raccolte di iconografia sabauda e dinastica, con attenzione anche alle famiglie regnanti che, nei secoli, avevano stretto alleanza con Casa Savoia. Queste opere, collezionate a partire almeno dal 1919, pervennero a Racconigi per selezione dall’arredo di altre residenze sabaude dei territori ereditari o acquisite dopo l’unità d’Italia, oppure furono donate o ancora acquistate sul mercato antiquario, o da famiglie dell’aristocrazia piemontese e del territorio nazionale. L’allestimento della Galleria cosiddetta dei ritratti, collocata nel padiglione di levante con prosecuzione nell’attigua galleria dei cardinali, è attestato nell’inventario stilato da Noemi Gabrielli all’inizio del sesto decennio del Novecento
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100399607
  • NUMERO D'INVENTARIO R 5554
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Castello di Racconigi
  • ENTE SCHEDATORE Castello di Racconigi
  • DATA DI COMPILAZIONE 2016
  • ISCRIZIONI verso, tela, in basso, a destra - R 5554 (giallo) - maiuscolo/ numeri arabi - a pennello - non determinabile
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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