Ritratto di Carlo II di Savoia
dipinto,
post 1701 - ante 1750
Il personaggio è rappresentato a mezzo busto, con taglio poco al di sotto della spalla. Il corpo è orientato di lieve tre quarti, il viso è rappresentato quasi di profilo. Lo sguardo è rivolto verso destra. Porta barba, baffi e i capelli corti, con scriminatura centrale, lieve stempiatura. Indossa un giuppone, abbottonato sul davanti, con ampie maniche, dal quale fuoriesce solamente il colletto della camicia. Sulle spalle e sul petto poggia il collare dell’ordine della SS.ma Annunziata. Sfondo neutro di colore bruno. La tela è posta entro una cornice di formato e luce rettangolare in legno intagliato e verniciato. Tipologia a gola. Battuta liscia, tipologia a cassetta, fasce interna ed esterna modanate
- OGGETTO dipinto
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MISURE
Altezza: 55 cm
Larghezza: 44 cm
- AMBITO CULTURALE Ambito Piemontese
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Castello Reale
- INDIRIZZO Via Francesco Morosini, 3, Racconigi (CN)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto raffigura, secondo quanto indicato dalla descrizione inventariale e per raffronto con altre immagini note, il duca di Savoia Carlo II (Chazey, 1486-Vercelli, 1553) secondo un’iconografia diffusa anche a mezzo di incisioni sino al XIX secolo. Era figlio di Filippo II di Savoia e della seconda moglie Claudina di Brosse. Carlo successe al fratellastro Filiberto nel 1504, ereditando lo stato in una difficile situazione economica. Resse lo stato nei complessi decenni dello scontro europeo tra Francia e Impero che determinò pesantissime perdite per lo stato sabaudo, per buona parte conquistato dall’esercito di Francesco I di Valois, a seguito dell’avvicinamento del duca all’imperatore anche per le pretese avanzate sulla successione al marchesato di Monferrato. Nel 1536 i francesi occuparono anche Torino e il duca fu costretto a fuggire a Vercelli, città dove il duca morì senza essere riuscito, nonostante i tentativi, a riconquistare i territori sottrattigli da Parigi. Nel 1521 aveva sposato Beatrice di Portogallo, figlia di Manuele I e di Maria d’Aragona che gli portò in dote la contea di Asti. La tela è allestita all’interno di una ampia serie iconografica sabauda che include principalmente opere risalenti al XVII secolo, benché esse rappresentino esponenti del casato a partire dall’età medievale. La maggior parte dei dipinti pervennero in questa sede a seguito del dono del castello di Racconigi al principe di Piemonte Umberto di Savoia da parte di suo padre, Vittorio Emanuele III, nel 1929. Il primo volle collocare in questa residenza, analogamente a quanto dispose per i suoi appartamenti in Palazzo Reale a Torino, le sue raccolte di iconografia sabauda e dinastica, con attenzione anche alle famiglie regnanti che, nei secoli, avevano stretto alleanza con Casa Savoia. Queste opere, collezionate a partire almeno dal 1919, pervennero a Racconigi per selezione dall’arredo di altre residenze sabaude dei territori ereditari o acquisite dopo l’unità d’Italia, oppure furono donate o ancora acquistate sul mercato antiquario, o da famiglie dell’aristocrazia piemontese e del territorio nazionale. L’allestimento della Galleria cosiddetta dei ritratti, collocata nel padiglione di levante con prosecuzione nell’attigua galleria dei cardinali, è attestato nell’inventario stilato da Noemi Gabrielli all’inizio del sesto decennio del Novecento
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100399593
- NUMERO D'INVENTARIO R 5582
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Castello di Racconigi
- ENTE SCHEDATORE Castello di Racconigi
- DATA DI COMPILAZIONE 2016
- ISCRIZIONI verso, tela, in basso, a destra - R 5582 (giallo) - maiuscolo/ numeri arabi - a pennello - non determinabile
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0