Ritratto di Maria Apollonia di Savoia

dipinto, post 1610 - ante 1628

Il personaggio è rappresentato di lieve tre quarti, a mezzo busto. Lo sguardo rivolto verso l’osservatore. Porta i capelli raccolti con elaborata acconciatura a riccioli, ornata da gioielli e piume. Dai lobi delle orecchie pendono orecchini a goccia. Una ampia gorgiera in pizzo incornicia il viso. Indossa una veste dal tessuto marezzato con corpetto e soprammaniche arricchite da galloni finemente lavorati in filo d’oro. Al collo pendono una collana con pietre dure con pendente a forma di croce ornato da pendenti a goccia, e doppio giro di perle che scende sino al punto vita, a sua volta segnato dalla presenza di una cintura in materiali preziosi. Sfondo neutro sfumato nei toni del bruno e del grigio. La tela è posta entro una cornice di formato e luce rettangolare in legno intagliato e dorato. Tipologia a gola. Fasce modanate. Battuta liscia

  • OGGETTO dipinto
  • MISURE Altezza: 69.5 cm
    Larghezza: 57 cm
  • AMBITO CULTURALE Ambito Piemontese
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Castello Reale
  • INDIRIZZO Via Francesco Morosini, 3, Racconigi (CN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La tela ha subito degli interventi di ridipintura dell’iscrizione identificativa del personaggio rappresentato. Infatti, nella porzione superiore del dipinto si intravede l’esistenza di una precedente scritta, indicante comunque una principessa di casa Savoia. I caratteri del volto e in particolare del naso, confrontati con altri dipinti noti, permettono di confermare che si tratta di una delle due figlie del duca Carlo Emanuele I rimaste nubili, e più precisamente di Maria Apollonia di Savoia (Torino, 1594-Roma, 1656), come suggerisce l’attuale iscrizione. La ricchezza degli abiti indossati presuppone che il ritratto sia stato effettuato prima dell’ingresso nel Terz’Ordine francescano, sul modello della zia materna, governatrice dei Paesi Bassi spagnoli, Isabella Clara Eugenia, effettuato nel 1629, insieme alla sorella, con la quale si dedicò ad opere di carità e penitenza. Già due anni prima aveva sostenuto la fondazione in Torino di un monastero dell’ordine delle suore cappuccine. Nel 1634, dopo un periodo di meditazione al santuario di Oropa, insieme a Francesca Caterina, fece la propria professione religiosa al Provinciale dei cappuccini, nella cappella privata. Nell’ultimo decennio di vita, dopo la perdita della sorella, viaggiò ripetutamente, vivendo per lunghi periodi a Roma dove morì. Fu inizialmente sepolta nella basilica francescana dei SS. Apostoli e fu poi trasferita, per sua stessa volontà, nella basilica inferiore di San Francesco ad Assisi. Appare da escludere l’identificazione proposta nell’inventario dei beni del castello compilato da Noemi Gabrielli che scioglieva l’iscrizione individuando nella dama rappresentata la sorelle di queste ultime, Margherita (1589-1655) divenuta duchessa di Mantova e per breve tempo regina di Portogallo, in quanto l’iconografia nota della principessa mostra differenti caratteri fisionomici, benché la qualità dell’abito, proprio della moda “alla spagnola” dei primi decenni del XVII secolo, appaia compatibile. L’opera, con varianti nell’abito e con una qualità inferiore nella resa delle vesti e del volto, si trova replicata in una seconda tela conservata nella stessa Galleria dei ritratti. Questo elemento conferma che si tratta di una immagine ufficiale, elaborata per essere diffusa nelle diverse residenze principesche, magari inserita all’interno di cospicue serie dinastiche illustranti la genealogia ducale, e sedi anche religiose di patronato ducale e presso i membri della corte. Per i caratteri formali è possibile datare l’opera entro la metà del XVII secolo. La tela è allestita all’interno di una ampia serie iconografica sabauda che include principalmente opere risalenti al XVII secolo, benché esse rappresentino esponenti del casato a partire dall’età medievale. La maggior parte dei dipinti pervennero in questa sede a seguito del dono del castello di Racconigi al principe di Piemonte Umberto di Savoia da parte di suo padre, Vittorio Emanuele III, nel 1929. Il primo volle collocare in questa residenza, analogamente a quanto dispose per i suoi appartamenti in Palazzo Reale a Torino, le sue raccolte di iconografia sabauda e dinastica, con attenzione anche alle famiglie regnanti che, nei secoli, avevano stretto alleanza con Casa Savoia. Queste opere, collezionate a partire almeno dal 1919, pervennero a Racconigi per selezione dall’arredo di altre residenze sabaude dei territori ereditari o acquisite dopo l’unità d’Italia, oppure furono donate o ancora acquistate sul mercato antiquario, o da famiglie dell’aristocrazia piemontese e del territorio nazionale. L’allestimento della Galleria cosiddetta dei ritratti, collocata nel padiglione di levante con prosecuzione nell’attigua galleria dei cardinali, è attestato nell’inventario stilato da Noemi Gabrielli all’inizio del sesto decennio del Novecento
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100399551
  • NUMERO D'INVENTARIO R 5596
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Castello di Racconigi
  • ENTE SCHEDATORE Castello di Racconigi
  • DATA DI COMPILAZIONE 2016
  • ISCRIZIONI verso, tela, in basso, a destra - R 5596 (giallo) - capitale - a pennello - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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