incoronazione di Maria Vergine
dipinto,
post 1330 - ante 1339
Daddi Bernardo (1290 Ca./ 1348 Ca)
1290 ca./ 1348 ca
DIPINTO: elemento cuspidato (frammento di altarolo portatile) con fondo a pastiglia dorato e punzonato; CORNICE: cassetta lignea con vetro della metà del XX secolo
- OGGETTO dipinto
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ATTRIBUZIONI
Daddi Bernardo (1290 Ca./ 1348 Ca): pittore
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ALTRE ATTRIBUZIONI
Scuola Di Bernardo Daddi
Maniera Di Giotto
Imitatore Di Giotto
Giotto
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria Sabauda
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Reale, Manica Nuova
- INDIRIZZO Via XX Settembre, 86, Torino (TO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE L'opera pervenne in Galleria Sabauda nel 1864 con il legato dei marchesi Tancredi Falletti di Barolo e Giulia Colbert, che l'avevano acquistata poco dopo il 1820 (Corrado 1995). Al momento dell'ingresso in galleria il dipinto era attribuito a Giotto, come risulta dall'inventario manoscritto del 1866 e dall''Indicazione sommaria' di Massimo d'Azeglio dello stesso anno (da cui si desume che fosse collocata nella Quinta Sala, riservata a opere dei secoli XIV-XVI di scuole italiane). La stessa attribuzione è mantenuta nell'inventario Gamba del 1871, mentre alcuni anni dopo muta in "imitazione della maniera giottesca" (Crowe- Cavalcaselle 1886) e "imitazione di Giotto" (Gamba 1879). La prima attribuzione a Bernardo Daddi risale a Thode (1888), mentre secondo Jacobsen (1897) l'opera è "una vecchia copia di un dipinto di Giotto", non meglio precisato. Le attribuzioni si sono mantenute incerte finché il riferimento a Bernardo Daddi avanzato dal Thode non è stato seguito da Vitzthum (1903) e quindi dalla critica successiva. Suida (1906) considera il dipinto un'opera giovanile, dell'inizio degli anni Venti, mentre Venturi (1907) lo accosta al trittico della Galleria dell'Accademia di Firenze, databile al 1332 circa. Van Marle (1924) riferisce ancora la tavola alla scuola del Daddi, avvicinandola all''Incoronazione' del Museo di Altenburg. Noemi Gabrielli (1971, con bibliografia precedente) evidenzia la funzione originale dell'oggetto come altarolo portatile e la notevole qualità dell'opera, accostabile alla 'Madonna in trono' della collezione Kress di Washington. Inoltre la studiosa riporta alcune note riguardanti il restauro eseguito da Ettore Patrito nel 1950, sotto la direzione di Carlo Aru: "(...) l'Incoronazione (...) ha rivelato, sotto le ridipinture, l'abito a rabeschi della Madonna e le belle frange policrome del baldacchino" (p. 41). Bina (1973) inserisce l''Incoronazione della Sabauda', insieme ad altre tavolette, dittici e trittici più o meno frammentari, nella seconda fase dell'attività del Daddi, caratterizzata dalla produzione e riproduzione di altaroli portatili e anconette domestiche realizzate dal maestro e dalla sua fiorente bottega, aventi come prototipo l'altarolo conservato nel museo fiorentino del Bigallo, datato 1333. Nella voce sul Dizionario Biografico degli Italiani Giovanna Damiani (1985) cita il frammento torinese nella serie di opere di piccole dimensioni prodotte nel quarto decennio del XIV secolo da ricordare "per qualità di stile ed eleganza di risultati", ponendolo nell'elenco dopo l'altarolo del Lindenau Kunst Museum di Altenburg, quello della Gemaldgalerie di Berlino, e l'anconetta della National Gallery di Washington. Nel 'Corpus critico e storico della pittura fiorentina di Offner e Steinweg, riedito a cura di Boskovits e Gregori, la tavoletta della Sabauda è stata prima inserita tra le opere attribuite a Bernardo Daddi (1989, con bibliografia) e poi è stata data a stretto seguace del maestro (1991), indicandone la vicinanza con l''Incoronazione Altenburg' e soprattutto, anche cronologicamente, con il trittico di Berlino, tanto da rendere possibile la derivazione dell'opera torinese e di quella tedesca da uno stesso disegno del Daddi risalente all'incirca al periodo del tabernacolo Altenburg. Inoltre si sottolinea il fatto che la tipologia non comune delle punzonature circolari dell'oro dello sfondo ritorni nel cosidetto frammento Wallace. In effetti l''Incoronazione' della Sabauda presenta alcuni significativi punti di contatto stilistico e iconografico con lo scomparto centrale del trittico n. 1064 della Gemaeldegalerie di Berlino (per cui si veda Boskovits, 1988, pp. 24-27, figg. 30-33) in cui analoga è l'impostazione della scena, che però continua nella parte bassa con il basamento del trono e otto angeli, confermando il sospetto che la tavoletta torinese sia stata segata lungo il bordo inferiore (dove le figure femminili appaiono tronche subito sotto le spalle). Altrettanto affini sono le figure in particolare i santi, disponti secondo lo stesso ordinamento (sante e santi coronati, vescovi, tonsurati, guerrieri). Il trittico di Berlino, formato da tavolette terminanti in alto a ogiva e con coronamento cuspidato, con al centro l'Incoronazione della Vergine' e ai lati la 'Natività e la Crocifissione', potrebbe quindi fornire indicazioni utili per ricostruire l'aspetto originario dell'opera nel suo complesso, che risultava già smembrata nel primo quarto dell'Ottocento (Corrado 1995)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100350896
- NUMERO D'INVENTARIO 25
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
- DATA DI COMPILAZIONE 2012
- ISCRIZIONI retro, centro sinistra - TORINO - GALLERIA SABAUDA / N. Cat. 102 / N. Inv. 25 / Misure 0,64 x 0,63 / Autore: Bernardo Daddi / Soggetto: Incoronazione della Vergine - a stampa, a penna -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0