San Michele arcangelo
dipinto,
Procaccini Giulio Cesare (attribuito)
1548-1574/ 1625
L'Arcangelo Michele è rappresentato a figura intera abbigliato con corpetto e manto rosso con risvolto arancione. Leva con la destra una bilancia, mentre con il braccio sinistro impugna una spada che tiene verso il basso verso il Demonio che, vinto, tiene a terra con i piedi. La cornice lignea intagliata e dorata presenta due modanature di cui l'esterna decorata a motivi vegetali
- OGGETTO dipinto
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ATTRIBUZIONI
Procaccini Giulio Cesare (attribuito): pittore
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria Sabauda
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Reale, Manica Nuova
- INDIRIZZO Via XX Settembre, 86, Torino (TO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE L'opera proviene dalle collezioni sabaude, citata inizialmente nell'inventario dei dipinti del duca Vittorio Amedeo I di Savoia redatto da Antonio Della Cornia nel 1635 al n. 331, dove viene riferita a 'Guido Cesare Procaccino'. In origine presso la camera delle Muse del palazzo ducale di Torino il dipinto sembra non potersi identificare per ragioni stilistiche con il "San Michele" di Procaccini citato nel 1612 all'interno del "Conto delle spese per le statue e tavole di Roma dell'Altoviti, del Monardi e del Compagni colle note dei quadri e delle statue dei sopradetti, del signor Camaino, ecc. " redatto a seguito dell'inclusione nelle disponibilità dei duchi sabaudi della collezione romana degli Altoviti (Bava 1995, pp. 245-247). Successivamente l'opera venne registrata anche al numero 247 dell'Inventario mobili del 1682, indicato nella Camera Reale del Palazzo Vecchio come "quadro [...] alto piedi quattro e largo due circa, rapp.te l'Arcangelo Michele, che Calpesta il Demonio, di mano del Pittore Procaccino con Cornice Indorata Solia" (Musei d'arte a Torino. Cataloghi e inventari delle collezioni sabaude, fasc. II, p. 13). L'individuazione del soggetto iconografico dell'opera muta improvvisamente con la menzione del quadro contenuta nell'inventario della Galleria di S.M. il Re di Sardegna redatto nel 1822 dove, al numero 108, è segnalato come "La Giustizia che impugnata la spada colla destra tiene in alto la bilancia colla sinistra" di Procaccini Giulio Cesare. L'errata indicazione iconografica è rimasta immutata per un lungo periodo: il Vesme la riporta nel catalogo della Regia pinacoteca del 1897, mentre l'opera non compare affatto nel catalogo del 1899 così come in quello del 1909; e successivamente è così citata anche nel catalogo manoscritto del museo del 1952 e, in tempi recenti, nella guida breve al primo settore dinastico (Torino 1991, p. 48). Nei successivi studi dedicati al milanese viene riportata la corretta interpretazione iconografica; è stato notato ancora come l'impianto dell'opera risenta della pittura del Cerano, ed derivi dal dipinto di analogo soggetto conservato presso il Castello Sforzesco di Milano realizzato dal Crespi (Rosci 2000, p. 141-142). L'opera per analisi stilistica può essere ricondotta ad un periodo compreso tra il 1619 quando Giulio Cesare Procaccini, come rileva il Malvasia che segnala nella città un Sansone preso dai Filistei di sua mano ma ormai andato perduto era impegnato presso la corte di Torino assieme al fratello Camillo, e il 1623, quando firmò il Caino e Abele dell'Accademia Albertina di Torino ( Rosci 1993) caratterizzato dai corpi in torsione simili a quello del diavolo della tela in Sabauda. Del resto è ricordato come il Procaccini venne appressato a Torino per la sua pittura caratterizzata da un certo manierismo addolcito ed accattivante, derivato dai modelli emiliani, e presente nel San Michele come in un'altra opera affine per composizione e stile rappresentata dall'Apoteosi di san Carlo Borromeo della National Gallery of Ireland di Dublino, dove tra l'altro compare un'analoga figura dell'arcangelo Michele. L'opera in questione è stata riscoperta dalla critica solamente nel 1963, in occasione della Mostra del Barocco piemontese (Griseri 1963 p. 54, n. 34), poiché, in prestito presso il Museo Civico di Novara dal 1911 al 1952, venne lasciata in giacenza nei depositi del Museo (Gabrielli 1971)
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100350890
- NUMERO D'INVENTARIO 907
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
- DATA DI COMPILAZIONE 2012
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0