Ritratto del cardinale Maurizio di Savoia. Ritratto di Cardinale
dipinto
post 1620 - ante 1630
Miel Jan (e Aiuti)
1599/ 1663
Il cardinal Maurizio è rappresentato a figura intera in piedi e di 3/4. Nella mano destra regge una lettera e nella sinistra un fazzoletto.indossa la croce dei SS. Maurizio e Lazzaro che ricade all'altezza del petto. Sulla destra scende una tenda, mentre sulla sinistra è raffigurata una natura morta con berretto rosso, libro, calamaio e campanello adagiati su un tavolo. La cornice in legno intagliato e dorato, presenta ricche decorazioni a motivi vegetali lungo le modanature e nella congiunzione dei lati quattro decorazioni a conchiglia
- OGGETTO dipinto
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MATERIA E TECNICA
tela/ pittura a olio
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ATTRIBUZIONI
Miel Jan (e Aiuti): pittore
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ALTRE ATTRIBUZIONI
Guido Reni
Sementi Giovanni Giacomo
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria Sabauda
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Reale, Manica Nuova
- INDIRIZZO Via XX Settembre, 86, Torino (TO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto proviene dalla raccolte sabaude. Il Baudi di Vesme, riprendendo una notizia resa nota dal Malvasia, afferma che in passato il dipinto era attribuito a Guido Reni poiché riconosciuto nel ritratto che il pittore bolognese eseguì per il cardinale Maurizio di Savoia (Baudi di Vesme 1899, p. 28). Secondo lo studioso nella sede del palazzo Reale di Torino si trovava un dipinto dello stesso soggetto riferito ad Ottavio Leoni sulla base di alcuni pagamenti eseguiti dal cardinale Maurizio a Roma nel 1626 e nel 1637 a favore del Leoni e del Greppi, autore questi di altri tre ritratti. L'inventario manoscritto della Galleria Sabauda del 1851 cita il dipinto come 'copia da Guido Reni', valutazione che negli inventari del 1866 e del 1871 muterà a favore di Philippe de Champagne. Per Vesme e Gabrielli il dipinto sarebbe da collocare sotto la generica dizione di 'Pittore italiano operante nel primo terzo del sec. XVII' (Vesme 1899; Gabrielli 1971). Più di recente la critica ha avanzato il nome di uno dei migliori allievi di Guido Reni, Gian Giacomo Sementi (Guide brevi della Galleria Sabauda. Secondo settore. 1991, p. 34), nome già menzionato peraltro dall'inventario del 1871. L'ipotesi è avvalorata dal fatto che già dal 1624 il Sementi fu al servizio del Cardinale Maurizio e dal 1626 fece parte del suo seguito a Roma partecipando attivamente al clima culturale romano orientato verso la ripresa di un certo classicismo e dell'erudizione letteraria. Il Sementi, per la composita formazione - dal Calvaert, all'Albani quindi, dal 1621, al Reni- divenne apprezzato interprete in pittura. Il bolognese ebbe numerose commissioni nell'Urbe: oltre quelle per il cardinal Maurizio (una Sibilla, le Allegorie della Poesia della Liberalità e della Musica, Putti con fiori. Baudi di Vesme 1932; Claretta 1887) vi furono quelle per il Mancini e per le comunità di fedeli del contado dell'Urbe, tra cui due tele raffiguranti la 'Madonna in Gloria con i santi Pietro e Carlo Borromeo' e 'l'Immacolata concezione' eseguite rispettivamente per le chiese di Sant'Agostino e Santa Maria Salome di Veroli, nel frosinate. Più di recente la critica si è mostrata scettica nell'affidare il ritratto in Sabauda al Sementi sulla base di questioni di stile. Già nel 1992 Negro segnalava la divergenza il dipinto torinese, ritenuto eccessivamente rigido, e la pittura del Sementi del periodo romano esemplata sull'opera del Reni (Negro, 1992, p. 330). Nella scheda redatta per la Soprintendenza di Torino Chiara Lanzi introduce l'ipotesi di una dipendenza del dipinto dalle personalità fiamminghe gravitanti tra la Toscana e Roma intorno la metà del XVII secolo (Lanzi UC-SBSAE-PIE 00000245). La proposta è avvalorata da alcuni dati stilistici ed espedienti compositivi presenti nel dipinto -la natura morta con campanella, libro e scrittoio- che accomunano il ritratto alle opere tipiche di Jan Miel, il quale probabilmente fu a Roma presso lo stesso Maurizio di Savoia (Busiri Vici 1958-1959, p. 100, fig. 85), oppure a quel maestro che si firmò "Mathia Chiodi fiamengo" nei ritratti a mezzo busto di quattro componenti della famiglia Porporato intorno la metà del XVII secolo (Cifani e Monetti 2005, pp. 457-459)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100350885
- NUMERO D'INVENTARIO 823
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
- ISCRIZIONI sulla cornice in basso nel riquadro - Scuola italiana. sec XVII. Il cardinale Maurizio di Savoia -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0