Cacciata di Adamo ed Eva dal paradiso terrestre

dipinto,

I progenitori sono rappresentati nudi a figura intera, mentre escono dal giardino dell'Eden, che si lasciano alla sinistra, e calpestano una terra brulla con massi ed un cespuglio fiorito. Eva si copre il petto con le mani, mentre Adamo si volge indietro, verso l'angelo raggiante con la spada che li allontana. Sulla destra un paesaggio aspro con fiumi, monti e nubi all'orizzonte. La cornice in legno intagliato e dorato presenta tre modanature decorate a motivi vegetali

  • OGGETTO dipinto
  • ATTRIBUZIONI Cesari Giuseppe Detto Cavalier D'arpino (attribuito): pittore
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria Sabauda
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Reale, Manica Nuova
  • INDIRIZZO Via XX Settembre, 86, Torino (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Nell'"Inventario dei quadri nel Palazzo del Duca di Savoja in Torino" fatto redigere da Carlo Emanuele I nel 1632 e successivamente pubblicato dal Campori, nella "Gallarietta alla Testa congionta al Castello" viene citato un "Adamo ed Eva/ mano del Giuseppino/ larg. on 9 alt 12" (Campori ). Un dipinto di medesimo soggetto è citato anche nell'inventario redatto dal Della Cornia nel 1635. Come ha notato il Röttgen le descrizioni non potranno corrispondere per misure indicate al dipinto torinese che, come ha rilevato lo studioso, presenta numerose analogie formali con i dipinti realizzati dal Cesari sul primo decennio del 1600. Secondo lo studioso le fisionomie dell'Angelo e di Eva sono accostabili, come del resto le pieghe del panneggio, a quelle dell'Annunciazione realizzata dal Cavalier d'Arpino intorno il 1606, proveniente dal Museo Sacro Lateranense ed ora conservata alla Pinacoteca Vaticana. Il soggetto della Cacciata dal Paradiso terrestre fu molto frequentato dal Cesari il quale produsse numerose varianti e repliche del tema, ve ne sono difatti al Louvre, ad Oxford e ad Apsley House. Tra queste la redazione in Sabauda si distingue per il suo sviluppo orizzontale, comune anche alla replica autografa acquistata da Monsignor Patrizi dal pittore e conservata in collezione Patrizi (Pedrocchi 2000, p. 124). La particolare impostazione della scena lascia cospicuo spazio all'articolata rappresentazione del paesaggio digradante verso l'orizzonte, atipico brano per il Cesari rispetto alle consuete 'quinte di paese' (Pedrocchi 2000) che il Röttgen vede come il frutto delle tendenze arcadico-pastorali nella rappresentazione di paesaggio d'inizio '600 (Röttgen 2002). Una notizia ricuperata dal Leoncini vorrebbe il dipinto provenire dalla collezione di Palazzo Durazzo di Genova, identificato con il dipinto raffigurante Adamo ed Eva, già presente nel Salone centrale del palazzo di via Balbi con attribuzione al Procaccini, trasferito poi a Torino tra il 1844 ed il 1854 (Leoncini 2008)
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100350862
  • NUMERO D'INVENTARIO 509
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 2012
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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