Sacra Famiglia
dipinto,
Procaccini Giulio Cesare (attribuito)
1548-1574/ 1625
La Madonna è rappresentata a mezzo busto mentre imbraccia il Bambino coperto solo in parte da un leggero lenzuolo, che le porta il braccio alla spalla mentre guarda verso l'astante. Sulla sinistra compare il volto di San Giuseppe posto di profilo
- OGGETTO dipinto
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ATTRIBUZIONI
Procaccini Giulio Cesare (attribuito): pittore
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria Sabauda
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Reale, Manica Nuova
- INDIRIZZO Via XX Settembre, 86, Torino (TO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE L'opera compare nell'inventario manoscritto della Galleria redatto nel 1871 dove viene indicata la famiglia Trotti di Milano come precedente proprietaria. Il dipinto viene successivamente decritto dal Baudi di Vesme il quale aggiunse "Quadro venduto alla R. Galleria dal prof. Boucheron nel 1842". Insieme ad altre opere infatti questa compare come tredicesima delle 32 citate nel primo elenco che il Boucheron propose a S.A.R. per una cessione. La vendita si rivelò caratterizzata da curiose dinamiche, recentemente ricostruite nelle singole fasi da Stefania De Blasi (De Blasi 2007 pp. 327-347). Con la sistemazioni della Galleria di Baudi di Vesme fu posta nella sala XVIII e con il successivo allestimento Gabrielli nella sala XII. Per il Callery l'opera sarebbe un "ouvrage de la jeunesse" di Giulio Cesare Procaccini (Callery 1859). Nella presentazione dell'altra tela del Procaccini, presente in Sabauda e raffigurante 'San Michele arcangelo' la Griseri riproponeva le laconiche indicazioni del Callery, in occasione della Mostra sul Barocco piemontese del 1963, citando l'opera come lavoro giovanile di Giulio Cesare Procaccini, pertanto sarebbe confermata la datazione alla fase delle 'delicature sentimentali' per dirla con il Longhi, ossia il periodo in cui il pittore milanese più risentì delle suggestioni parmensi derivanti dal Correggio e dal Parmigianino (Griseri 1963, II, p. 54). Nella successiva monografia sul Procaccini il Rosci ha ritrovato il medesimo punto di stile del dipinto torinese in una 'Sacra Famiglia con il San Giovannino' individuata nel 1964 da Torriti in collezione privata milanese ma da collocare in anni più tardi rispetto al San Michele (Rosci 1993, p. 134). Al concludersi della carriera artistica del Procaccini si daterebbe anche una Sacra Famiglia con Sant'Anna e angelo conservata in collezione privata genovese che ripropone l'impianto della tela torinese, segnatamente nella combinazione dei volti, seppur con un taglio orizzontale. Per lo Rosci il rapporto tra il dipinto della Sabauda e la tela di Milano diviene un caso esemplare delle "procedure compositive combinatorie del pittore" che avrebbe mantenuto anche in anni avanzati, per via dei volti della Madonna e del Bambino dipinti in entrambe le tele con identico impianto e proporzioni a coronare corpi che assumono differenti atteggiamenti (Rosci 1993, pp. 134-135). Alla proposta di far slittare la datazione del dipinto di circa un decennio ha aderito anche la Griseri l'anno successivo la pubblicazione del Rosci (Griseri 1994, p. 192). Il Sanguinetti vi riconosce suggestioni dalla cultura fiamminga, in particolar modo dal Rubens e Van Dyck, oltre al carattere parmense già rilevato nell'opera (Sanguinetti 2003, p. 68). Il suo impianto compositivo inoltre assieme alla magistrale conduzione pittorica che lavora i piani con delicate ombreggiature e sapienti accostamenti plastici -il volto della Madonna suggerisce quasi un'estrazione leonardesca-, rivela l'attitudine del pittore alla scultura, attività nella quale il suo operato è stato ampiamente documentato sin dagli esordi
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100350818
- NUMERO D'INVENTARIO 102
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
- DATA DI COMPILAZIONE 2012
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0