Ritratto di un prelato. Ritratto di un prelato

dipinto,

Il prelato è raffigurato di tre quarti, seduto sulla sedia camerale con braccioli e pomoli intagliati sullo schienale. Con la mano destra regge un volumetto con uno stemma quatripartito sormontato da berretto cardinalizio. Al limite destro del quadro, in secondo piano, un orologio turrito ed una tenda

  • OGGETTO dipinto
  • ATTRIBUZIONI Strozzi Bernardo (attribuito): pittore
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria Sabauda
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Reale, Manica Nuova
  • INDIRIZZO Via XX Settembre, 86, Torino (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'opera proviene dalla collezione del conte Andrea Gabaldoni ed ornava il Palazzo Durazzo di Genova. Nel 1824 il palazzo fu venduto ai Savoia munito tutti i suoi arredi e quindi, tra i dipinti, anche del ritratto già attribuito allo Strozzi. L'opera compare in due inventari sabaudi del 1830 e del 1837, che lo descrivono ancora presente nel palazzo di via Balbi a Genova. Raggiungerà Torino il 1 agosto 1837, in seguito al discusso trasferimento nella capitale sabauda delle opere di Palazzo Durazzo. Secondo Jacobsen il ritratto non sarebbe stato eseguito dallo Strozzi, benché lo studioso ne sottolinei la qualità della conduzione pittorica (Jacobsen 1897, p. 138). La Mortari riconobbe nel quadro elementi derivanti dalla ritrattistica iberica e pertanto evidenzia i rapporti con la Spagna (Mortari, 1966, pp. 178-179). Successivamente Noemi Gabrielli, nel catalogo sui Maestri italiani della Galleria Sabauda del 1971, ha ravvisato nel dipinto le influenze vandickiane che ravvivarono l'arte dello Strozzi attorno gli anni '30 (Gabrielli, 1971, pp. 240-241). Più di recente ci si è interrogati sul significato dello stemma araldico impresso nel volumetto tenuto dal prelato nella mano destra, blasone che è stato identificato dal Leoncini come quello della famiglia genovese dei Fossa o alternativamente come quello molto simile della famiglia Follo, sempre di Genova (Leoncini 2004, p. 248 n. 19). Tale elemento è stato di ulteriore aiuto per indicare con più precisione committenza e cronologia del dipinto. Come per ultimo ha sottolineato il Manzitti tali dati suggeriscono per l'opera una commissione a Genova tra il 1634 ed il 1635, l'ultimo periodo dell'artista in città, ovvero prima del suo trasferimento a Venezia, dove godette della protezione del <>, il doge Francesco Erizzo, (Manzitti, 2013 pp.224-225)
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100350811
  • NUMERO D'INVENTARIO 94
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 2012
  • STEMMI In basso a sinistra. Impresso nel volumetto tenuto dal prelato nella mano destra - gentilizio - Stemma - Appartenente alla famiglia Follo oppure alla famiglia Fossa di Genova - 1 - Scudo quatripartito sormontato da copricapo cardinalizio
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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