san Francesco, santa martire, santa Caterina, san Nicola

dipinto, post 1325 - ante 1350

tavola quadrangolare

  • OGGETTO dipinto
  • ATTRIBUZIONI Maestro Del Giudizio Universale Di Worcester (notizie 1346/ 1410)
  • ALTRE ATTRIBUZIONI Ambito Toscano Del Xiii Secolo
    Ambito Veneto-bizantino
    Ambito Veneto Del Xiii Secolo
    Ambito Veneto Del Xiv Secolo
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria Sabauda
  • LOCALIZZAZIONE Manica Nuova
  • INDIRIZZO Via XX Settembre, 86, Torino (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto proviene dalla collezione torinese di Riccardo Gualino. Fu donato alla Galleria Sabauda al volgere degli anni venti del Novecento. Fu inizialmente riferito da Lionello Venturi all’ambito toscano del XIII secolo, da Lazareff (1931) e Toesca (1951) a quello veneto bizantino, da Gabrielli (1971) alla scuola veneta del XIII secolo ma da Pallucchini (1964) assegnato all’area veneta del secolo XIV e più precisamente associato alla produzione del cosiddetto “Maestro del Giudizio Universale di Worchester”. Sotto tale nome convenzionalmente la critica raduna un gruppo omogeneo di opere, costituito per l’appunto dal Giudizio Universale del Museo di Worchester e dai Quattro santi sabaudi, nonché probabilmente dalla Crocefissione del Museo Correr – che per Pallucchini (1964) reca una firma apocrifa ad Andrea da Murano - da due tavole raffiguranti Sant’Elena e San Filippo del Museo Dell’Ermitage (Pallucchini, 1964; Lazareff, 1965; Fomichova, 1992) e per Lazareff (1931) dai Santi Erasmo e Cipriano del Museo di Palazzo Venezia a Roma, per Pallucchini semmai collegabili a quelli della Pinacoteca di Forlì. Caratteri stilistici comuni, quali l’utilizzo di un colore chiaro e limpido, la maniera larga e grandiosa d’impostare le figure e il ricadere geometrico dei panneggi lasciano credere si potesse trattare di un anonimo ma non trascurabile artista veneto, attivo nel secondo quarto del XIV secolo e probabilmente impegnato nei mosaici del Battistero marciano (un sunto della questione si legga in Cottino, 1992). A parere di Pallucchini “il suo biazantinismo tradizionale è venato di una solidità di costruzione che fa pensare ai toscani” - e che pertanto giustifica una prima ipotesi in direzione di quell’ambito artistico - ma anche intrisa “di una dolcezza neoellenistica che ricorda il grande frescante del Monastero di Mileševo in Serbia. Le misure quasi identiche del Giudizio Universale e dei Santi Gualino lasciano inoltre supporre che facessero parte di un unico complesso decorativo, molto probabilmente di un grande dossale nel quale le scenette dedicate alla vita di Cristo si alternavano liberamente con figure di santi di grandezza naturale, che a Venezia erano di grande diffusione anche nelle versioni miniaturizzate (Lazareff, 1965)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100350738
  • NUMERO D'INVENTARIO 20
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 2012
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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