I tre arcangeli e Tobiolo. San Michele Arcangelo San Gabriele arcangelo, San Raffaele arcangelo e Tobiolo
dipinto,
ca 1480 - ca 1482
Lippi Filippino (1457 Ca / 1504)
1457 ca / 1504
DIPINTO: supporto in resina con cornice in legno; CORNICE: dorata con profilo aggettante; decorazione intagliata ad ovuli. Telaio con incastro angolare a 90°inchiodato con taglio orizzontale; bordatura sui 4 lati; gancio ad 'e' ed elementi metallici ad anello in basso. Inserimento del dipinto con sbarrette metalliche
- OGGETTO dipinto
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MATERIA E TECNICA
tavola/ pittura a tempera mista a olio
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ATTRIBUZIONI
Lippi Filippino (1457 Ca / 1504): pittore
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ALTRE ATTRIBUZIONI
Sandro Botticelli
Amico Di Sandro
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria Sabauda
- LOCALIZZAZIONE Manica Nuova
- INDIRIZZO Via XX Settembre, 86, Torino (TO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Dalla collezione Mannelli-Galilei di Firenze, l'opera pervenne alla Regia Pinacoteca di Torino intorno al 1855, acquistata tramite il barone Hector de Garriod (Ettore Garriod, 1803-1883) ricco e colto collezionista savoiardo residente nella città toscana. Il dipinto risulta nel museo torinese almeno dal 1857, quando è registrato nel catalogo di Benna con l'attribuzione a Sandro Botticelli (Benna 1857). Secondo una recente ipotesi (Zambrano, in Zambrano-Nelson 2004, p. 325), la tavola potrebbe corrispondere a quella descritta come "Tobia con l'angelo, in tavola con cornice dorata, del Filippino Fiorentino" nell'inventario del 1603 di Pietro Aldobrandini (D'Onofrio 1964), e ancora menzionata in un successivo inventario (prima del 1665) con misure abbastanza prossime al quadro torinese ("alto palmi tre, e tre quarti incirca"). Nella Regia Pinacoteca il quadro entrò a fare parte del nucleo della scuola toscana del Rinascimento, come capolavoro affiancabile al 'Tobiolo e l'angelo' dei fratelli Pollaiolo. L'attribuzione rimase a lungo incerta riferita all'ambito di Sandro Botticelli o a Botticelli stesso (Crowe-Cavalcaselle 1864; Baudi di Vesme 1899). Berenson (1896) ricostruì intorno al dipinto della Sabauda il corpus del cosidetto "Amico di Sandro", una ben definita personalità artistica assai prossima a Botticelli. Fu poi Gamba ad avanzare con certezza il nome di Filippino Lippi (Gamba 1933, p. 476), attribuzione consacrata definitivamente dalla monografia di Scharf (1935), anche se Neilson (1938) ha mantenuto l'opera nel catalogo dell'Amico di Sandro. Da allora il riferimento dell'opera a Filippino Lippi è rimasto indiscusso, anche se la critica ha spesso sottolineato l'influsso botticelliano proprio della fase precoce dell'artista (Gabrielli 1971; Berti 1991). Anche Astrua (in Astrua-Spantigati 2000), sottolinea la delicatezza della gamma cromatica del dipinto quale elemento caratteristico degli anni giovanili. In occasione della mostra 'Maestri e botteghe' è stata proposta una datazione verso il 1480 da Padoa Rizzo (1992), mentre Nelson (1997) ha collocato il quadro nel 1482 circa in contiguità col periodo lucchese. Infine, nell'ultima importante monografia dedicata a Filippino, Zambrano (in Zambrano-Nelson 2004; cfr. in part. pp. 325-326 per bibliografia) ha posto i 'Tre arcangeli' ai primi anni Ottanta, evidenziando l'interesse del pittore per Andrea Verrocchio e nel contempo il suo superamento, in evidente rapporto non solo con la tavola di analogo soggetto di Botticini (oggi agli Uffizi di Firenze, inv. 1890 n. 8359, 1471-1472, proveniente da Santo Spirito), ma soprattutto con 'Tobia e l'angelo' di Verrocchio a Londra (National Gallery, inv. n. 781). La tavola torinese si porrebbe dunque in un momento più avanzato rispetto al 'Tobiolo e l'arcangelo Raffaele' dello stesso Filippino, databile alla metà degli anni Settanta (Washington, National Gallery of Art, inv. n. K.1939.1.229), rispetto al quale denota maggiore scioltezza nelle figure e coerenza fra esse e il paesaggio. Questo crea l'effetto di una dolce conca che accoglie i personaggi in cammino, circondata da colline degradanti e da rocce, favorendo l'equilibrio compositivo fra primo e secondo piano. Nella scheda della mostra fiorentina 'Botticelli e Filippino' del 2004, Nelson (2004) conferma le precedenti proposte di datazione (1480-1482) e di pertinenza culturale. Diversamente Cecchi (2011) ha riproposto la datazione intorno al 1477-1478 sulla base del confronto con la 'Adorazione dei Magi' della National Gallery di Londra e in considerazione dello stile "ancora acerbo e botticelliano del dipinto". Nel 1982 il dipinto ha subito un delicato restauro concluso che ha comportato il trasporto del colore da tavola su tela, a causa della consunzione del supporto originario: tale intervento ha purtroppo provocato la perdita di numerose finiture e delle dorature originarie (Brambilla Barcilon 1982)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100217079
- NUMERO D'INVENTARIO 183
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
- DATA DI COMPILAZIONE 2003
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2012
- ISCRIZIONI retro cornice, alto sinistra - sinistra - a incisione -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0