allegoria del Tempo
Orologio a cartel coronato da putti e teste di cherubini da cui si dipartono cascate di roselline e volute fogliacee. Sotto il quadrante putto con corona di fiori in corrispondenza di una stella che illumina il segno zodiacale dell'ariete, a sostegno figura maschile con falce, simboleggiante il Tempo.Quadrante in smalto bianco su metallo con ore in numeri romani in nero e minuti di 5 in 5 in cifre arabe. Lancette traforate a giglio e dorate. Lunetta semplice fissata alla cassa. Sotto il quadrante settore con semidisco argentato e numerato con indice per la regolazione.Movimento: tipo Parigi, diametro 179 mm. Scappamento ad ancora larga (ancre en toit). Pendolo con lente massiccia e sospensione a filo con regolazione prollungata in alto e collegata all'indice spostabile entro il settore aperto nella cassa sopra il quadrante. Forchetta con punte a invito. Bariletti dentati. Partitora
- OGGETTO orologio da parete
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MATERIA E TECNICA
bronzo/ doratura/ cesellatura
METALLO
VETRO
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MISURE
Profondità: 18 cm
Altezza: 70 cm
Larghezza: 29 cm
- AMBITO CULTURALE Manifattura Francese
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ATTRIBUZIONI
Ladatte Francesco (attribuito): bronzista
Pons Honoré (notizie 1807-1858 Ca): orologiaio
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo di Palazzo Reale
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Reale
- INDIRIZZO Piazzetta Reale, Torino (TO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE L'esemplare, ancora nella sua collocazione originaria, è probabilmente stato concepito per Gabinetto delle Miniature, l'ambiente commissionato a Giuseppe Lavy dal 1757 al 1766 dove forse meglio viene visualizzata la celebrazione dinastica voluta da Vittorio Amedeo III dopo il matrimonio con Antonia Maria Ferdinanda di Borbone-Spagna (per il gabinetto cfr. A. Baudi di Vesme, Schede Vesme. L'arte in Piemonte dal XVI al XVIII secolo, Torino 1963-1968, vol. II, p. 619 e C. Mossetti, in Arte di corte a Torino. Da Carlo Emanuele III a Carlo Felice, a cura di S. Pinto, Torino 1987, pp. 30-31). Considerato un vero capolavoro (fin dall'inventario del 1880, che lo stimava ben 1000 lire), la maggior parte degli studiosi, ed in particolare Luigi Mallé, ha proposto per l'opera il nome di Ladatte, paragonando l'esemplare ad altre opere sicure dell'artista, come l'amorino firmato e datato 1730, la terracotta con il trionfo delle arti liberali al Musée des Arts Décoratifs di Parigi e l'orologio con il Tempo della sala della collezione, sempre a Palazzo Reale (inventario 1966, n. 381) e una datazione al 1765 circa, confermata peraltro dalla collocazione delle miniature l'anno successivo (cfr. L. Mallé, Scultura, in Mostra del barocco piemontese, a cura di V. Viale, catalogo della mostra (Palazzo Madama, Palazzo reale, Palazzina di Stupinigi), Torino 1963, vol. II, p. 49; A. Griseri, in Orologi negli arredi del Palazzo Reale di Torino e delle residenze sabaude, a cura di G. Brusa, A. Griseri e S. Pinto, catalogo della mostra, Torino 1988, scheda 6, p. 111).Il movimento originale è stato sostuito da Honoré Pons con uno simile per caratteristiche e funzioni, circa una sessantina d'anni dopo la costruzione, per motivi ancora ignoti (cfr. G. Brusa, in Ibid.)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100216079
- NUMERO D'INVENTARIO 992
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Musei Reali - Palazzo Reale
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
- DATA DI COMPILAZIONE 2010
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2010
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0