Sacro Cuore di Gesu'

pala d'altare,

La pala d?altare raffigura il Sacro Cuore di Gesù, che appare in una mandorla di luce in alto tra angeli che reggono un cartiglio con iscrizione centrale, invocato da San Vincenzo de? Paoli ? raffigurato in piedi, rivolto verso il fedele - e da alcuni personaggi delle congregazioni fondate dal Santo. Sulla sinistra appaiono quattro preti della missione, in atto di preghiera, uno dei quali con abbigliamento orientale mentre sulla destra sono delineate quattro monache in adorazione ed un vescovo (con piviale e mitra appoggiata accanto), inginocchiato in preghiera

  • OGGETTO pala d'altare
  • ATTRIBUZIONI Guglielmino Luigi (1885/ 1962): esecutore
  • LOCALIZZAZIONE Chiesa della Visitazione
  • INDIRIZZO via XX Settembre 25, Torino (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L?altare, eretto come ?Voto Nazionale? per la vittoria delle armi nella prima guerra mondiale e una pace duratura, sorge in sostituzione di uno precedente, realizzato nel 1838 (dopo l?insediamento della Congregazione della Missione, a seguito della soppressione dell?Ordine della Visitazione, e in occasione delle celebrazioni per il centenario della canonizzazione di San Vincenzo de? Paoli) su progetto di Ernest Melano con pala d?altare di Andrea Miglio, a sua volta costruito dopo la demolizione del tardo seicentesco altare dedicato al Sacro Cuore, su cui era allestita una tela di Giovanni Antonio Aramborgo. I soggetti delle precedenti pale d?altare sono descritti nelle guide della città sette e ottocentesche. In particolare Bartoli nel 1776 ricorda ?il Sacro Cuor di Gesù adorato dagli Angeli, è dell?Aramborgo Torinese? (F. Bartoli, ?Notizia delle pitture, sculture ed architetture??, tomo I, Venezia 1776, p. 56) mentre Casalis descrive il ?s. Vincenzo de?Paoli in gloria, con al dissotto alcune suore della carità? (G. Casalis, ?Dizionario geografico storico-statistico-commerciale degli Stati di S.M. il Re di Sardegna?, vol. XXI, Torino 1851, p. 565). Vesme alla voce dedicata da Giovanni Antonio Aramborgo (notizie nel 1731) riporta una lettera dell?architetto Giuseppe Piacenza del 1772 contente un severo giudizio del dipinto, ?cattivo quadro venuto da Torino per la chiesa delle Salesiane, essendo stato fatto nel 1752 da un cattivissimo pittore per nome Giovan Antonio Aranbourg del Villar in Savoia, che morì circa due anni sono, ed era de? più cattivi pittori in Torino? (A. Baudi di Vesme, Schede Vesme. L?arte in Piemonte dal XVI al XVIII secolo, v. I, Torino 1963, p. 39). La cappella fin dalla fine del Seicento era dedicata al culto del Sacro Cuore di Gesù, sostenuto da un?antica Confraternita e celebrato anche da Sebastiano Valfrè. Sulle origini del culto del Sacro Cuore si rimanda alla minuta e al ?progetto di circolare alle RR. Figlie di Carità perché si adoperino a favorire l?erezione del nuovo altare del S. Cuore di Gesù?, dattiloscritto firmato da Tonello e datato 5 settembre 1916 a Mondovì Piazza (conservato in Archivio della Congregazione della Missione, Casa di Torino, u.a. 5590). La fonte riporta interessanti notizie sull?allestimento dell?altare, presenti anche in due articoli dello stesso Tonello, principale fautore della demolizione dell?altare, che riconduceva ?alla smania e al cattivo gusto di quell?epoca? (G.T.d.M., Un Paray-Le-Monial italiano dimenticato, in Bollettino della S. Agonia, 1915 n. 113, pp. 705-709 e G.T.d.M., Un Paray-Le-Monial italiano dimenticato, in Bollettino della S. Agonia, 1915 n. 114, pp. 737-742). Le vicende costruttive e i dettagli della commissione dell?altare alla ditta Catella sono ricostruibili grazie ad alcuni fascicoli dell?Archivio Storico della Congregazione della Missione di Torino. Il numero 120 del 1916 del Bollettino della S. Agonia uscì con un supplemento riguardante l?altare, illustrato in un clichet con una bozza di pala diversa dall?attuale attribuita ad Enrico Reffo, professore della Scuola d?arte applicata nell?Istituto degli Artigianelli diretto dal Murialdo. Alla morte del maestro, nel 1917, si optò per affidare l?esecuzione ad un suo allievo: Luigi Guglielmino(Giaveno 1885-1962), collaboratore di Reffo in alcune imprese decorative del maestro, tra cui la decorazione della Chiesa di San Dalmazzo a Torino. Nel numero 126 di novembre-dicembre 1917 si legge che il dipinto di Guglielmino era a buon punto (Bollettino della S. Agonia, 1917 n. 126, pp. 8-11) e nel numero 128 di marzo-aprile del 1918 si dà notizia dell?avvenuta benedizione della prima pietra (Bollettino della S. Agonia, 1918 n. 128, pp. 21-28). In tale occasione fu presentato il dipinto del Guglielmino, prima opera autonoma del pittore ad essere presentata al pubblico. Sull?altare e l?iconografia del dipinto si rimanda anche ad alcune memorie e descrizioni della chiesa, redatte dal rettore P. Mario Mordiglia nel 1964, che descrive come soggetto il Sacro Cuore in una delle apparizioni a suor Benigna Gojos e ?san Vincenzo de? Paoli in atto d?invitare le sue due famiglie ad implorare la cessazione della guerra e la pace universale? (Archivio della Congregazione della Missione, Casa di Torino, u.a. 5659). Prosegue in Osservazioni
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100215691
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 2010
  • ISCRIZIONI in basso, a sinistra - L. Guglielmino/ Scuola - Reffo/ 1918 - a pennello -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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