Insegna d'orefice. Stemma con leoni
stampa,
Gerardo Giacomo (entro Il 1730)
entro il 1730
Araldica: insegna d'orefice
- OGGETTO stampa
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MATERIA E TECNICA
bulino
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ATTRIBUZIONI
Gerardo Giacomo (entro Il 1730): incisore
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Galleria Sabauda
- LOCALIZZAZIONE Palazzo dell'Accademia delle Scienze
- INDIRIZZO Via Accademia delle Scienze, 6, Torino (TO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE L'arme raffiguarto è quello di Casa Savoia sotto il regno di Vittorio Amedeo II. Giacomo Gerardo ebbe il privilegio di adottarlo in quanto orefice di sua Maestà. Nel 1206 Tommaso I introduce l'aquila cui nel corso dei secolo venne aggiunta ora il leone ora la croce.Con Amedeo V nel 1285 Casa Savoia adottò l'insegna che nessuno avrebbe più abbandonato: la croce d'argebnto in campo rosso (insegna del contado di Savoia, originario e principale dominio della dinastia, dal quale la famiglia prese il nome). Emanuele Filiberto congiunse alla croce le armi di Sassonia, per le presunte origini sassoni dei Savoia. Lo stemma ducale risultò quidni diviso in quattro parti: nella prima e nella quarta il puledro di Westfalia, il crancelino posto in banda di Sassonia e i tre puntali rossi di Angria; nella seconda il leone nero del Chiablese e nella terza il leone d'argento di Aosta, sul tutto, in centro, la croce di Savoia. Vittorio Amedeo I nel 1632 assunse il titolo di Re di Cipro e di Gerusalemme e così il primo quarto dello stemma venne occupato con le armi di gerusalemme, Lusignano, Armenia, e Lussemburgo. Le insegne di Westfalia, Sassonia e Angria occuparono il secondo quarto, il terzo quarto fu partito dei leoni di Chiablese e di Aosta, e il quarto venne diviso tra le armi del genevese e quelle del Monferrato, sul cuore restò immuatata la croce di Savoia. nel 1713, in seguito al trattato di Utrecht, Vittorio Amedeo II ottenne la corona di Sicilia, scambiata nel 1720 con quella di Sardegna. Lo stemma si arricchì di nuove insegne: primo secondo e terzo quarto non furono variati e continuarono ad essere occupati dalle armi di pretesa, di origine e di dominio, l'ultimo quarto ricevette quattro insegne: Piemonte, Monferrato, Genevese e Saluzzo. Questi ultimi due quarti furnono innnestati all'aquila coronata di Nizza. Sul cuore venne collocato, per il Regno di Sicilia lo scudo con l'aquila caricata in petto di uno scudo di Savoia; dopo il 1720 nel punto d'onore comparve, simbolo della Sardegna uno scudo ovale alla croce di rosso, accantonata da quattro teste di moro, bendate d'argento. Con questa terza amplianzione dell'arma, le pezze dello scudo sabaudo divennero troppo numerose e Carlo Emanuele III, nel 1775, la semplificò stabilendo che fosse inquartata al primo di Sardegna, al secondo di Gerusalemme, al terzo di Lusignano, al quarto di Monferrato, che avesse sul cuore unos cudo con l'aquila nera in campo d'oro (Savoia natica), recante sul petto un altro scudo con la croce d'argento in campo rosso (Savoia nuova).Così lo stemma rimase immutato fino alla Restaurazione
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100214242
- NUMERO D'INVENTARIO 2690
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
- DATA DI COMPILAZIONE 2005
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2009
- ISCRIZIONI in basso al centro, dentro al cartiglio - Giacomo Gerardo, / orefice di S. R. M - a matita - italiano
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0