Cristo in pietà e simboli della passione, Santa Caterina d'Alessandria, Santa Lucia, donatori

oratorio portatile, ca 1480 - ca 1499

L'altarolo ha due ante richiudibili dipinte a tempera: quella di sinistra raffigura Santa Caterina d'Alessandria, quella di destra Santa Lucia; nei riquadri in basso, entro medaglioni, il monogramma di San Bernardino (Jesus hominum servator). All'interno, le due ante intagliate, dipinte e dorate raffigurano gli strumenti e i simboli della passione attorno alla Croce e alla colonna della flagellazione. Al centro: Cristo in pietà a mezzo busto ad altorilievo. Alla base di Cristo emergente dal sarcofago è la scritta in oro: GIESU CHRISTO ABI/ MISERICORDIA DE L'ANIMA NOSTRA.; ai lati i due donatori inginocchiati

  • OGGETTO oratorio portatile
  • MISURE Profondità: 16
    Altezza: 47.5
    Larghezza: 33
  • ATTRIBUZIONI Maestro Di Apollo E Dafne (attribuito)
    Civitali Matteo (cerchia)
  • ALTRE ATTRIBUZIONI Frediani Vincenzo Di Antonio
  • LOCALIZZAZIONE Torino (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Negli sportelli laterali, in uno spazio architettonico dipinto, le due sante riecheggiano modelli di una iconografia e di una cultura derivate da Filippino Lippi, come ad esempio nel San Giovanni Battista e nella Maddalena della Galleria dell'Accademia di Firenze, mescolate a riferimenti anche ghirlandaieschi, in una ripresa popolare di ancora buona eleganza. La parte pittorica delle due ante fu attribuita al Maestro di Apollo e Dafne (attivo tra il 1480 e il 1510 ca.) da Federico Zeri (comunicazione orale) e riportata nel catalogo edito in occasione della mostra: Appuntamento a Torino. Capolavori a convegno, Torino 2001. Più recentemente Andrea De Marchi ha suggerito una attribuzione a Vincenzo Frediani, documentato a Lucca dal 1481 al 1505. La parte scultorea è riportata nel catalogo: Un'importante raccolta torinese. Rari dipinti di maestri primitivi, importanti sculture, oggetti d'arte, Firenze, Casa d'Aste Semenzato, 19 febbraio 2003, lotto 20, con attribuzione a uno scultore dell'ambito di Matteo Civitali. Il Cristo ripete l'iconografia tradizionale che lo raffigura emergente a mezzo busto dal sarcofago del sepolcro, spogliato della sua veste rossa che si deposita nel bordo del sarcofago. Il riferimento stilistico alla cultura di Matteo Civitali appare corretta, assai marcata e riscontrabile anche nell'esecuzione dei piccoli volti che appaiono nelle ante: la Veronica e il soldato in quella di sinistra, il volto di Cristo e quello di Giuda a significare l'episodio del bacio del tradimento, in quella di destra. La figura di Cristo si può rapportare a certe terrecotte di Matteo (come il Cristo recentemente acquistato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca) che ebbe - come ritiene Maria Teresa Filieri (M.Civitali e il suo tempo, in "Luk", n. 6, 2002 p. 34 e seg.) - un vero e proprio ruolo da "primus inter pares" nel panorama artistico lucchese della fine del Quattrocento in un momento particolarmente felice e fecondo
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100211735
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Torino
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 2007
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2007
  • ISCRIZIONI alla base del Cristo - Giesu Christo abi/ misericordia de l'anima nostra - lettere capitali - a rilievo -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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