simboli dei quattro evangelisti
capitello,
ca 1200 - ca 1200
Biduino (bottega)
notizie fine sec. XII-inizio sec. XIII
Nella parte superiore del capitello, contro i quattro spigoli, sono raffigurati i simboli degli Evangelisti: angelo, leone, toro, aquila (sotto le protomi ferine appaiono le zampe anteriori degli animali); Tra una figura e l'altra: foglie lisce appena ripiegate e fiori a quattro petali. Le pupille delle quattro figure sono in piombo
- OGGETTO capitello
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MISURE
Altezza: 47 cm
Larghezza: 54.5 cm
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ATTRIBUZIONI
Biduino (bottega)
- LOCALIZZAZIONE Abitazione Bruschettini Alessandro
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Questo superbo capitello figurato venne reso noto nel 1990 in occasione di una mostra tenutasi presso la galleria torinese dell'antiquario Giancarlo Gallino. In catalogo il pezzo era illustrato da una scheda di Enrico Castelnuovo, che ne avanzava una convincente attribuzione all'atelier di Biduino - e quindi all'ambito pisano del tardo XII secolo - suggerendone una provenienza dalla terza loggia del campanile del Duomo di Pisa, confortato anche da un parere di Maria Teresa Filieri. Qualità e declinazione culturale dell'opera parvero sin d'allora tali da non lasciare spazio per dubbi e riserve: il modo in cui le quattro protomi nascono dagli spigoli e aderiscono al kalathos del capitello, alternandosi a foglie lisce appena ripiegate e a semplici fiori a quattro petali, denuncia la padronanza di uno spiccato senso plastico e di una non comune perizia esecutiva, particolarmente sensibile nel trattamento dei capelli, del volto dell'angelo di Matteo, dalle bozze del potente mascherone leonino, dal piumaggio metallico dell'aquila. Vi si aggiungano ulteriori attenzioni al dettaglio come le pupille di piombo o le zampe anteriori degli animali, che rasentano il virtuosismo temperando in senso romanico e linearistico l'allure classicheggiante e volumetica di non pochi passaggi. Decisivo appare il confronto con molti capitelli del cantiere pisano, a cominciare da un esemplare erratico del Camposanto, sostanzialmente identico al nostro per impostazione e trattamento dei dettagli (ma inferiore per qualità); e ancora con lavori biduineschi, ma stavolta più incisivamente risolti in termini anticheggianti che non escludono l'uso del trapano, nella Pieve di San Cassiano a Settimo, nel pulpito del Duomo di Volterra, in Sant'Andrea a Mensano (questi ultimi, forse, di Buonamico). Le probabilità di una provenienza del capitello dalla Torre di Pisa, da cui sarebbe stato rimosso durante un restauro del XVIII o del XIX secolo, sono tanto corpose da rasentare la certezza: il capitello del Camposanto è citato in rapporto al campanile da Carlo Lasinio, mentre la somiglianza con i pezzi ancora in opera nel terzo ordine della torre, analoghi per impostazione e fattura, rende oggettivamente difficile l'appartenenza a un diverso contesto. Molto indicative sono inoltre l'aderenza delle dimensioni del pezzo a quella degli altri capitelli e dei fusti della torre, e ancora il fatto che il capitello è corredato da un frammento di colonna corrispondente alla sua base terminale, con relativo collarino sul quale si impostano le foglie della partitura. Questi argomenti, fra gli altri, sono stati avanzati da Adriano Peroni in una memoria dattiloscritta inedita, citata in bibliografia nel catalogo dell'asta Semenzato, tenutasi il 19 febbraio del 2003 a Firenze, per rafforzare la tesi della pertinenza del capitello al campanile, che lo studioso vede in termini pressoché indubitabili. Considerata la rarità di sculture romaniche sul mercato antiquario, e la difficoltà di ancorare molti di questi pezzi erratici a un preciso contesto architettonico, risalta ancor più l'importanza di questo capitello, che viene a porsi come testimonianza preziosa della cultura figurativa medievale pisana e in ultima analisi italiana; neppure va trascurata la partecipazione del manufatto a una circolazione di idee di portata decisamente internazionale, visti gli addentellati con la scultura provenzale, qui rivissuta in termini più modernamente volumetrici che preludono agli sviluppi duecenteschi della scultura pisano-lucchese
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà privata
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100211710
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Torino
- DATA DI COMPILAZIONE 2007
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2007
2020
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0