manipolo, serie - manifattura italiana (inizio sec. XIX)

manipolo 1800 - 1810

Il manipolo è confezionato con tre frammenti di gros de Tours rosa laminato per il troncone e quattro di gros de Tours ricamato con il motivo a maglie e fiori per gli angoli delle alette; è foderato con quattro pannelli di taffetas di seta di colore azzurro. Presenta due galloni tessuti in filo d'argento e seta bianca con bordo smerlato: il più alto è decorato da un motivo a righette verticali; il più basso, che rifinisce gli orli delle alette, presenta dei piccoli fiori stilizzati. Al centro delle alette e del troncone sono presenti tre croci realizzate tramite l'applicazione dei diversi galloni. Uno dei tre manipoli ha invece un gallone alto tessuto in argento filato e seta bianca, con bordo smerlato, decorato da un motivo a mezze lune alternate a trifogli su fondo a righe orizzontali

  • OGGETTO manipolo
  • MATERIA E TECNICA filo d'argento/ lavorazione a fuselli
    filo di seta
    seta/ gros de Tours
    seta/ laminata
    seta/ taffetas
  • MISURE Altezza: 81.8
    Larghezza: 23
  • AMBITO CULTURALE Manifattura Italiana
  • LOCALIZZAZIONE Mondovì (CN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Di difficile inquadramento dal punto di vista cronologico, il parato in questione presenta evidenti punti di contatto con alcune pianete settecentesche (1730-1742) provenienti dalla Cattedrale di Vercelli esposte alla Mostra del Barocco piemontese (M. Viale Ferrero, Tessuti e ricami, in V. Viale (a cura di), Mostra del Barocco piemontese, vol. III, Torino 1964, pp. 1-16): ritornano le decorazioni con volute dal profilo spezzato, gli elementi a graticcio, i tralci fogliecei. Il parallelo con gli esemplari monregalesi, mostra, però come questi ultimi presentino un ornato più rigido e meno fantasioso, un po' costretto dalla volontà di simmetria e precisione, il che farebbe propendere per una datazione già ottocentesca al momento non supportata da confronti probanti. La presenza dello stemma permette di ricondurre la committenza alla famiglia Cordero di Montezemolo, fra le principali della città di Mondovì fin dal XIII secolo. Le insegne cardinalizie intorno al blasone, rendono però difficoltosa la ricostruzione di questa vicenda: poichè non ci sono stati vescovi di Mondovì appartenenti a questa famiglia, bisogna pensare che il parato sia stato donato da qualcuno della casata salito alla cattedra vescovile in qualche altra diocesi al momento non identificata. Tra i vari personaggi di valore, è da ricordare Emilio Cordero di Montezemolo, Canonico della cattedrale, il cui stemma però non avrebbe avuto le insegne cardinalizie. Il parato sembra essere quello menzionato nell'inventario del 1845 (Mondovì, Archivio del Capitolo della Cattedrale: "Inventario della Sacrestia di Mondovì - 1845 - fatto dal canonico Emilio Montezemolo - scritto dal Sig. Don Viglietti sacrista", fascicolo senza segnatura) come "Ternario compiuto di tela d'oro lavorata ossia ricamata nella sua totale estensione a rosoni e ramaggi di filo d'argento gallone con lavoro idem e piccola frangia d'argento all'altra metà, stole e manipoli di semplice tela d'oro come pure il velo fodera di moella color celeste" ; a margine: "Collo stemma in argento del Can.co Monsignore Cordero di Belvedere"
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100209056-4
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Alessandria, Asti e Cuneo
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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