reliquiario - a croce, opera isolata - ambito lombardo (?) (inizio sec. XVI)
Piccola croce di forma latina con montante poco più lungo della traversa. I bracci sono decorati da un motivo a traforo con losanghe a girandola inscritte entro piccoli cerchi; alle estremità dei bracci, che hanno un profilo curvilineo, sono applicate delle piccole foglie (di vite?) a tre lobi. Una delle facce della croce si apriva a sportello tramite cardini per permettere la visione della reliquia collocata su un lacerto di tessuto rosso (oggi non è più possibile aprire il piccolo reliquiario a causa della consunzione e di alcune rotture degli elementi). All'estremità superiore è applicato un anello nel quale passa un cordoncino in seta rossa terminante con una nappa in seta rossa ed oro filato intrecciato a spina di pesce con gonna in seta ed oro filato
- OGGETTO reliquiario a croce
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MATERIA E TECNICA
argento/ cesellatura/ doratura/ traforo
filo di seta
filo dorato
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MISURE
Altezza: 7.9
Spessore: 0.9
Larghezza: 6.5
- AMBITO CULTURALE Ambito Lombardo
- LOCALIZZAZIONE Mondovì (CN)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE L'oggetto è accompagnato da un biglietto recante la seguente iscrizione: "di S. Pio V. Croce reliquiario con reliquia di S. Croce". Anche in ragione di questa indicazione, sembra possibile identificare la crocetta con quella citata nell'inventario del 1845, in cui si parla di "Croce pettorale vescovile d'oro con lavori perforati alta oncie due circa contenente entro un pezzetto del legno di S. Croce, già inserviente a S. Pio V vescovo di Mondovì, di peso di oncie due circa sostenuta da un nastro di color violaceo". Negli inventari più antichi, è possibile identificare almeno due oggetti affini al nostro, uno riferito chiaramente a Pio V, l'altro indicato più sommariamente: il primo è la "croce d'argento sopra dorata con reliquie dentro" citata nell'inventario redatto dal canonico Rossotto nel 1568 insieme ai "paramenti mandati dal nro sig.r Pio V alla Chiesa Kathedral di S. Donato del Monteregale"; la croce, ricompare poi nell'inventario del 1574 ("picola croce") ed in quelli successivi, in cui però si perde l'indicazione di appartenenza ai doni di Pio V e l'oggetto viene assimilato alle altre reliquie presenti in cattedrale. All'interno di questi documenti, compare però sempre anche una "crux ...argentea deaurata parva in qua est de ligno preciosissima crucis...qua dedit R.mus dns Aymericus" (Inventario del 1505), poi ricordata anche come "picciola croce d'argento sop. deaurata et lavorata dove si tiene il Legno della s.ma Croce" (Inventario del 1568). Il riferimento è al vescovo Aymerico Sigaudi. All'epoca della ricognizione per la mostra sulla figura di Pio V l'oggetto non venne rinvenuto dalla dott.ssa Quazza che studiò l'arredo della cattedrale di Mondovì in relazione alla figura del Ghisleri (A. Quazza, "Un tempo vescovo...ora patrono in cielo": mito e testimonianze ghisleriane a Mondovì, in C. Spantigati - G. Ieni (a cura di), Pio V e Santa Croce di Bosco. Aspetti di una committenza papale, catalogo della mostra, Alessandria 1985, p. 462). Si possono dunque avanzare due ipotesi sulla storia dell'oggetto: la prima è che di tratti di uno degli oggetti appartenuti a Pio V, giunto in cattedrale nel terzo quarto del XVI secolo insieme al ricco paramentale liturgico; la seconda è che il manufatto in questione sia la piccola croce dorata donata all'inizio del Cinquecento dal vescovo Sigaudi ben identificabile e distinguibile dalla prima nei documenti più antichi che con il passare dei secoli viene assimilata erroneamente agli effetti appartenuti a Pio V e così ricordata negli inventari successivi. Dal punto di vista stilistico, l'oggetto mostra chiari punti di contatto con la produzione orafa tardomedioevale di area lombarda; in particolare, il gusto per l'elemento traforato lungo i bracci (qui preferito a fondi punzonati o sbalzati con motivi geometrici e fitomorfi mutuati dal mondo della miniatura, tipici della produzione quattrocentesca) induce ad una datazione non posteriore all'inizio del XVI secolo, in ragione del richiamo al gusto flamboyant della decorazione e del naturalismo delle fogliette di vite d'ispirazione ancora tardogotica (O. Zastrow, Museo d'arti applicate. Oreficerie, Milano 1993, pp. 130-140)
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100209032
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Alessandria, Asti e Cuneo
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
- DATA DI COMPILAZIONE 2004
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2007
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0