stola, elemento d'insieme - manifattura italiana (seconda metà sec. XIX)
stola
1850 - 1899
La stola è realizzata con almeno quattro frammenti di damasco ed è foderata con altrettanti frammenti di teladi lino color blu. Le tre croci, poste al centro del troncone e sulle alette, sono realizzate con il gallone più alto, mentre quello più basso rifinisce il bordo delle alette
- OGGETTO stola
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MATERIA E TECNICA
filo di seta/ lavorazione a telaio
filo dorato/ lavorazione a telaio
LINO
seta/ damasco
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MISURE
Altezza: 213
Larghezza: 22
- AMBITO CULTURALE Manifattura Italiana
- LOCALIZZAZIONE Mondovì (CN)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Fin dalla seconda metà del XVI secolo si assiste ad una netta differenziazione fra tessuti ideati per l'abbigliamento, per l'arredamento e la Chiesa (I. Silvestri, Il tessile nella decorazione degli interni del XVII secolo, in D. Devoti e M. Cuoghi Costantini ( a cura di), La collezione Gandini. Tessuti dal XVII al XIX secolo, Modena 1993, p. 25, R. Orsi Landini, All'origine della produzione moderna: il differenziarsi della produzione per l'abbigliamento e arredamento nei velluti fra Cinque e Seicento, in Velluti e moda tra XV e XVII secolo, catalogo della mostra di Milano, Milano-Ginevra 1999, pp. 17-22 ); ma sarà solo dalla seconda metà del Settecento che, anche in assenza di elementi chiaramente religiosi, sarà possibile distingure le varie tipologie tessili (N. Rothstein, The Eleant art of Woven Silk, in An Elegant Art. Fashion and Fantasy in the Eighteenth Century, catalogo della mostra di Los Angeles, Los Angeles-New York 1983, pp. 74-78; C. Aribaud, Soieries en Sacristie. Fastes liturgiques XVII-XVIII siècles, catalogo della mostra di Tolosa, Parigi 1998, pp. 125-129). Il decoro del damasco preso in esame si ricollega alla tipologia del "meandro" che si diffonde a partire dalla metà del quinto decennio del Settecento, ma i sinuosi rami sono impostati specularmente all'asse mediana verticale, creando una composizione "a point" considerata dal dal De L'Hiberderie, nel 1764, monotona e inadatta per l'abbigliamento, mentre si addice alla confezione di parati ecclesiastici (D. Devoti, G. Romano (a cura di), Tessuti antichi nelle chiese di Arona, catalogo della mostra, Torino 1981, p. 181). La composizione appare confrontabile con testimonianze collocate nella seconda metà del Settecento (P. Thornton, Baroque and Rococo Silks, Londra 1965, pp. 132, 183 e tav. 87A; Paramenti sacri. Tessuti serici del Duomo di Ales dal '600 al '900, catalogo della mostra di Ales, Cagliari 1998, p. 36, scheda n. 23 di A. Pasolini; G. Ericani, P. Frattaroli (a cura di), Tessuti nel Veneto e nella Terraferma, Verona 1993, pp. 432-433, scheda n. 116 di C. Rigoni; L. D'Agostino, "Pianete, Dalmatiche e piviali di brocato d'oro": una prima indagine sui paramenti di Bosco, in C. Spantigati, G. Ieni (a cura di), Pio V e Santa Croce di Bosco. Aspetti di una committenza papale, catalogo della mostra, Alessandria 1985, p. 279, fig. 5; B. Sonnberger, Graft-Fugger-Ornat von 1719, in Schätze des Glaubens. Kostbarkeiten aus dem Besitz der thurgauischen Kirchgemeinden, catalogo della mostra di Frauenfeld, Frauenfeld-Stuttgart-Vienna 1999, pp. 512-513, fig. 752). Sebbene, dal punto di vista stilistico, questo disegno viene prediletto soprattutto nel terzo quarto del Settecento, si deve sottolineare che, in ambito ecclesiastico, lo stesso disegno poteva essere ripetuto per molti decenni (si cita, come esempio, il parato donato nel 1784 dalla Confraternita di S. Spirito alla Parrocchiale di Masserano (D. Lebole (a cura di), I Tesori di Masserano, catalogo della mostra di Masserano, Quart 2002, p. 15) realizzato con un tessuto decorato con un motivo identico ad una pianeta datata 1719 (G. Scaramellini (a cura di), I tesori degli emigranti. I doni degli emigrati della provincia di Sondrio alle chiese di origine nei secoli XVI-XIX, catalogo della mostra di Sondrio, Cinisello Balsamo 2002, p. 298, scheda n. 165 di G.Scaramellini). Si ricorda, infine, che questo decoro venne ripreso nel secolo successivo, anni durante i quali venivano ripresi decori e composizioni dei secoli passati ( si veda D. Davanzo Poli, Il tessile a Venezia tra '800 e '900, in Mercato e travestimento. L'artigianato d'arte e Venezia fine '800 inizi '900, catalogo della mostra, Venezia 1984, pp. 13-14; A. Jolly, Seidengewebe des 18. Jahrhunderts. II. Naturalism, Riggisberg 2002, pp. 384-386; D. Davanzo Poli (a cura di), Il genio della tradizione. Otto secoli di vellutti a Venezia; la Tessitura Bevilacqua, catalogo della mostra, Venezia 2004; per confronti stringenti si veda Forme e colori per il servizio divino. Paramenti sacri dal XVIII al XX secolo, catalogo della mostra di Susa, Torino 1997, pp. 104-105, scheda n. 19 di M. P. Ruffino; D. Devoti e M. Cuoghi Costantini ( a cura di), La collezione Gandini. Tessuti dal XVII al XIX secolo, Modena 1993, p. 236, schede n. 477 di I. Silvestri).Il parato preso in esame sembra testimoniare il successo di questa tipologia: se, infatti, il pannello della colonna anteriore della pianeta appare databile alla seconda metà del Settecento, gli altri pezzi sono invece eseguiti con un tessuto collocabile al secolo successivo, come suggerirebbe la tessitura troppo fitta e regolare. Infine il troncone del manipolo è ascrivibile ad una tipologia decorativa assai apprezzata in ambito ecclesiastico fin dalla seconda metà del XVII secolo, costituita da disegni a grandissimo rapporto, eseguiti da trionfi vegetali. La frammentariertà del pezzo non permette un'analisi più approfondita e perciò lo si data al XVIII secolo
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100208881-2
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Alessandria, Asti e Cuneo
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0