stola, serie - manifattura italiana (fine/inizio secc. XIX/ XX)

stola 1890-1910

La prima stola è confezionata con almeno otto frammenti di damasca ed è foderata con due frammenti di taffetas sintetico viola. Le tre croci, poste al centro del troncone e sulle alette, sono realizzate, come nelle altre tre stole, con il gallone più alto, mentre quello più basso è applicato sul bordo delle alette. La seconda stola è confezionata con almeno due frammenti di damasca ed è foderata con due frammenti di diagonale di cotone rosa carico. l bordi delle alette sono rifiniti con un gallone in oro filato e seta gialla, con un lato smerlato e decorato con palmette contrapposte.La terza stola è confezionata con almeno quattro frammenti di damasca ed è foderata con due frammenti di diagonale di cotone rosa carico. l bordi delle alette sono rifiniti con un gallone in oro filato e seta gialla, con un lato smerlato e decorato con fiorellini intervallati da foglie di quercia. Continua nel campo OSS

  • OGGETTO stola
  • MATERIA E TECNICA cotone/ diagonale/ tela
    filato di seta sintetico
    filo di seta/ lavorazione a telaio
    filo dorato/ lavorazione a telaio
    seta/ damasco
  • MISURE Altezza: 206
    Larghezza: 23.5
  • AMBITO CULTURALE Manifattura Italiana
  • LOCALIZZAZIONE Mondovì (CN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Fin dal XVII secolo la composizione "a rete" è stata particolarmente apprezzata e ricercata per la confezione di paramenti liturgici (sulla diffusione di tale tipologia si veda P. Marabelli, La fortuna della tipologia disegnativa "a rete", in T. Boccherini, P. Marabelli, "Sopra ogni sorte di drapperia...". Tipologie decorative e tecniche tessili nella produzione fiorentina del Cinquecento e Seicento, catalogo della mostra, Firenze 1993, pp. 29-36). Rispetto, però, ai tessuti realizzati per l'abbigliamento civile, le stoffe per la Chiesa avevano un'evoluzione molto più lenta e lo stesso decoro poteca essere ripetuto invariato non solo per decenni ma anche per secoli. Il manufatto preso in esame, come suggerisce l'impiego del telaio meccanico, appare come una ripresa tarda di motivi di ispirazione seicentesca, secondo un gusto che si manifesta nel XIX secolo (si veda D. Davanzo Poli, Il tessile a Venezia tra '800 e '900, in Mercato e travestimento. L'artigianato d'arte e Venezia fine '800 inizi '900, catalogo della mostra, Venezia 1984, pp. 13-14; A. Jolly, Seidengewebe des 18. Jahrhunderts. II. Naturalism, Riggisberg 2002, pp. 384-386; D. Davanzo Poli (a cura di), Il genio della tradizione. Otto secoli di vellutti a Venezia; la Tessitura Bevilacqua, catalogo della mostra, Venezia 2004; per un esempio alquanto stringente si cita un velluto, realizzato intorno al 1880, conservato presso Palazzo Papadopoli a Venezia, cfr. S. Moronato, La ripresa di una tradizione, in D. Davanzo Poli. S. Moronato, Le stoffe dei veneziani, Venezia 1994, pp. 140-141, che riprende letteralmente una tipologia decorativa della prima metà del Seicento, illustrata da un telo conservato a Genova, nel Palazzo del Principe, cfr. M. Cataldi Gallo (a cura di), Arte e lusso della seta a Genova dal '500 al '700, catalogo della mostra di Genova, Torino 2000, p. 217, scheda n. 25 di M. Cataldi Gallo). In questo esempio il disegno appare reintrerpretato con un gusto ancorabile fra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100208874-3
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Alessandria, Asti e Cuneo
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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