paramento liturgico, insieme - manifattura italiana (primo quarto sec. XX)

paramento liturgico 1900 - 1924

Il paramento, formato da una pianeta, 2 dalmatiche, 2 piviali, un velo da calice, un velo omerale, 3 manipoli, 3 stole e 1 borsa , è confeziomato con lampasso lancito broccato: sul fondo bianco, realizzato dall'ordito di fondo bianco e dalla trama di fondo gialla, si dispiega, sull'asse mediano verticale, un trionfo floreale creato da un grande infiorescenza ovoidale, circondata da fiori a stella, garofani e tralci fronzuti; il trionfo è inserito entro una struttura a maglie ovoidali aperte formate da nastri in pizzo quasi completamente celati da foglie, margherite, rose, tulipani e tralci fioriti disposti in un apparente disordine. Il disegno è creato dalla trama di fondo, unitamente a un ordito supplementare giallo, una trama supplementare lanciata verde e trame broccate nelle tonalità del celeste, blu, rosa, rosso, viola, oro filato e oro riccio. Continua nel campo OSS

  • OGGETTO paramento liturgico
  • MATERIA E TECNICA altri
    filo di seta/ lavorazione a telaio
    filo dorato/ lavorazione a telaio
    seta/ broccata
    seta/ lampasso
    seta/ lanciata
  • AMBITO CULTURALE Manifattura Italiana
  • LOCALIZZAZIONE Mondovì (CN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Durante il regno di Luigi XIV il pizzo assunse un ruolo talmente importante nell'ornare le vesti che, fin dall'ultimo ventennio del Seicento, venne introdotto nella decorazione delle stoffe seriche ( P. Thornton, Baroque and Rococo Silks, Londra 1965, pp. 88-94; A. Gruber; Das Spietzenmuster im 18. Jahrhundert, catalogo della mostra di Riggesberg, Berna 1979, pp. 3-8; L. Camerlengo, Note sull'iconografia dei tessuti d'abbigliamento nell'ultimo secolo di domonio della Serenissima, in G. Ericani e P. Frattaroli (a cura di), Tessuti nel Veneto e nella Terraferma, Verona 1993, pp. 256-257; C. Buss, Le sete operate e il ruolo della Grande Fabrique di Lione, in C. Buss (a cura di), Il disegno a meandro nelle sete broccate 1745-1775, catalogo della mostra, Milano 1990, p. 19; N. Rothstein, L'etoffe de l'elegance. Soieries et dessins pour soie du XVIII° siècle, Paigi 1990, pp. 185-187); il motivo "a pizzo" venne prodotto, in molteplici varianti, fino a tutta la prima metà del Settecento e impiegata indistintamente sia per l'abbigliamento che per l'arredo ecclesiastico (si veda R. Orsi Landini, I paramenti sacri della Cappella Palatina di Palazzo Pitti, Firenze 1988, p. 58). Sebbene il tessuti risulti identico ad un pannello conservato presso il Los Angeles County Museum of Art (N. Rothstein, The Eleant art of Woven Silk, in An Elegant Art. Fashion and Fantasy in the Eighteenth Century, catalogo della mostra di Los Angeles, Los Angeles-New York 1983, pp. 81-82, 208, scheda n. 381), l'esecuzione su telaio meccanico e l'impiego di colori sintetici ci permettono di posticipare la datazione almeno all'Ottocento inoltrato. Il manufatto è, pertanto, un raffinato esempio della ripresa dei decori dei secoli passati che caratterizza, in particolar modo, la produzione tessile ecclesiastica della seconda metà del XIX secolo e dei primi decenni del XX secolo ( D. Davanzo Poli, Il tessile a Venezia tra '800 e '900, in Mercato e travestimento. L'artigianato d'arte e Venezia fine '800 inizi '900, catalogo della mostra, Venezia 1984, pp. 13-14; A. Jolly. Seidengewebe des 18. Jahrhunderts. II. Naturalism, Riggisberg 2002, pp. 384-386; D. Davanzo Poli (a cura di), Il genio della tradizione. Otto secoli di vellutti a Venezia; la Tessitura Bevilacqua, catalogo della mostra, Venezia 2004; per confronti si veda A. Forray-Carlier, Une clientèle de prestige: quelques exemples parisiens, in L'art de la soie Prelle des atelier lyonnais aux palais parisiens 1752-2002, catalogo della mostra, Parigi 2002, pp. 166-169, schede nn. 184-189; S. Durian-Ress, Textilien Sammulung Bernheimer. Paramente 15.-19. Jahrhundert, Monaco 1991, pp. 317- 331, schede nn. 141-147; Paramenti sacri. Tessuti serici del Duomo di Ales dal '600 al '900, catalogo della mostra di Ales, Cagliari 1998, p. 42, scheda n. 33 di A. Pasolini; A. Galizia (a cura di), I riti e le stoffe. Vesti liturgiche e apparati processionali nel Canton Ticino dal XV al XIX secolo, catalogo della mostra di Rancate, Lugano 2002, p. 84, scheda n. 33; D. Davanzo Poli (a cura di) , Basilica del santo. I tessuti, Roma 1995, pp. 138-139, scheda n. 121; Indue me Domine. I tessuti liturgici del Museo Diocesano di Brescia, Venezia 1998, pp. 162-163, scheda n. 64 di M. Rosadini; A. Mottola Molfino, Tessuti, in Museo Poldi Pezzoli. Tessuti - sculture - metalli islamici, , Milano1987, p. 75, scheda n. 157 e pp. 76-77, scheda n. 161; Forme e colori per il servizio divino. Paramenti sacri dal XVIII al XX secolo, catalogo della mostra di Susa, Torino 1997, pp. 100-107, 148-149, schede nn. 17-20, 42 di M. P. Ruffino; L. Seelig, Kirchliche Schatze aus bayerischen Schlossern. Liturgische Gewander und Gerate des 16.-19 Jahrhunderts, catalogo della mostra di Monaco, Berlino 1984, pp. 227-239, schede nn. 151-165; D. Devoti e M. Cuoghi Costantini ( a cura di), La collezione Gandini. Tessuti dal XVII al XIX secolo, Modena 1993, pp. 236-247, schede nn. 477-518; E. Ragusa e A. Torre (a cura di), Tra Belbo e Bormida: luoghi e itinerari di un patrimonio culturale, Torino 2003, pp. 434-435, scheda n. 49 di M. P. Ruffino; D. Devoti, G. Romano (a cura di), Tessuti antichi nelle chiese di Arona, catalogo della mostra, Torino 1981, pp. 210-222, schede nn. 126-30). Si sottolinea, inoltre che la ditta Bertarelli produceva tessuti "a pizzo" e galloni abbastanza simili a quelli applicati sul parato (Catalogo generale della ditta Fratelli Bertarelli, Milano s.d., p. 482, fig. 91 e p. 556, fig. 101). Si data il parato, in assenza di documenti, al primo quarto del XX secolo e lo si attribuisce a manifattura italiana
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100208863-0
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Alessandria, Asti e Cuneo
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 2004
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2007
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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