pianeta,
La pianeta è realizzata con un alto numero di framenti di tessuto ed è foderata con due pannelli di rasatello di cotone rosso. La colonna e lo scollo sono rifiniti con il gallone più alto, mentre quello più basso è impiegato per rifinire il bordo. Sul rovescio della faccia anteriore, all'altezza del petto, è stato applicato un nastro in tela di cotone rosso
- OGGETTO pianeta
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MATERIA E TECNICA
cotone/ raso/ tela
- AMBITO CULTURALE Manifattura Francese
- LOCALIZZAZIONE Mondovì (CN)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Nelle manifatture lionesi, agli inizi degli anni Trenta del Settecento, venne introdotta la tecnica del "point rentré" grazie alla quale fu possibile rappresentare sul tessuto la tridimensionalità (si rimanda in particolare a A. Jolly. Seidengewebe des 18. Jahrhunderts. II. Naturalism, Riggisberg 2002). Con tale sistema di tessitura ogni limitazione veniva a cadere: quasi a voler gareggiare con il ricamo, l'arazzo e la pittura, dalle stoffe emergevano, con vigore plastico, non solo fiori, frutti o motivi vegetali, ma anche veri e propri brani di natura morta, sculture, elementi architettonici e paesaggi, come illustrano, solo per citare un significativo esempio, la pianeta di Tolmezzo, impreziosita da un paesaggio bucolico dominato da quadri, cavalletti da pittore e tavolozze (M. Villotta (a cura di), I paramenti sacri tra storia e tutela, Tavagnacco 1996, pp. 146-147, scheda n. 50 di M. Lunazzi Mansi). Sebbene queste sontuose composizioni vennero ricercate soprattutto nel quarto decennio del Settecento, anche nei decenni successivi, paesaggi, nature morte e scene di genere non mancaro ad impreziosire le sete e furono inserite fra le anse di sinuosi nastri, tralci, pizzi e boa di struzzo dei tessuti "a meandro", diffusi soprattutto fra il 1750-1775 (sul motivo a meandro si veda in particolare C. Buss (a cura di), Il disegno a meandro nelle sete broccate 1745-1775, catalogo della mostra, Milano 1990; per un esempio più tardo si veda A. Kraatz, Velours, Parigi 1995, pp. 82-83). Rispetto, però, alle testimonianze datate intorno al 1730-1740, nei tessuti prodotti nel terzo decennio del secolo, il paesaggio assume dimensioni assai più ridotte ed un ruolo meno predominante all'interno della composizione, incentrata sul "meandro"; ed è proprio a questa fase che può essere ricondotto il manufatto preso in esame, come suggerisce il rapporto del decoro, ma soprattutto l'andamento ondulato dei tralci (si veda ad esempio J. Bentini (a cura di), L'arredo sacro e profano a Bologna e nelle Legazioni Pontificie, catalogo della mostra, Bologna 1979, pp. 150-151, schede nn 319-320, tavv. 208-209; M. Villotta (a cura di), I paramenti sacri tra storia e tutela, Tavagnacco 1996, pp. 202-203, scheda n. 78 di A. Argentieri Zanetti; A. Galizia (a cura di), I riti e le stoffe. Vesti liturgiche e apparati processionali nel Canton Ticino dal XV al XIX secolo, catalogo della mostra di Rancate, Lugano 2002, p. 83, scheda n. 32; San Lorenzo, i documenti e i tesori nascosti, catalogo della mostra di Firenze, Venezia 1993, p. 201, scheda n. 4.4 di P. Peri; M. Villotta (a cura di), 1996, pp. 210-211, scheda n. 82 di M. B. Bertone; La collezione Gandini del Museo Civico di Modena. I tessuti del XVIII e XIX secolo, Bologna 1985, pp. 220-221, scheda n. 159 di I. Silvestri; Il patrimonio tessile antico: recuperi e restauri, catalogo della mostra di Spoleto, Spello 1986, pp. 71-72; G. Cantelli (a cura di), Magnificenza nell'arte tessile della Sicilia centro-meridionale. Ricami, sete e broccati delle Diocesi di Caltanissetta e Piazza Armerina, catalogo della mostra di Vicenza, Catania 2000, pp. 528-529, scheda n. 39 di V. Sola; P. Peri (a cura di), Tessuti barocchi al Bargello in onore di Paola Barocchi, catalogo della mostra, Firenze 1997, pp. 40-42, scheda n. 11; La chiesa e il convento domenicano di San Clemente in Brescia, Brescia 1993, pp. 282-283, scheda n. 27 di I. Panteghini; C. Buss, Seta oro e argento. Le sete operate del XVIII secolo, Milano 1992, pp. 96-97; D. Davanzo Poli (a cura di) , Basilica del santo. I tessuti, Roma 1995, pp. 110-111, scheda n. 76; Indue me Domine. I tessuti liturgici del Museo Diocesano di Brescia, Venezia 1998, pp. pp. 148-149, scheda n. 41 di A. Geromel Pauletti; E. Blum, The Fine Art of Textiles. The Collections of the Philadelphia Museum of Art, Philadelphia 1997, p. 22, scheda n. 26; C. Chilosi, E. Mattiauda (a cura di), I tesori delle confraternite, catalogo della mostra di Savona, Albenga 1999, p. 142, scheda n. 61 di M. Tassinari; D. Davanzo Poli (a cura di), Tessuti antichi. Tessuti - Abbigliamento - Merletti - Ricami Secoli XIV - XIX, catalogo della mostra, Treviso 1994, pp. 83-84, scheda n. 110; R. Bonito Fanelli, Five Centuries of Italian Textiles: 1300-1800. A selection from the Museo del Tessuto Prato, catatlogo della mostra, Prato 1981, pp. 280-281, scheda n. 83; E. D'Amico Del Rosso, I paramenti sacri, Palermo 1997, pp. 75-76, scheda n. 23; per il motivo dei vasi cfr. P. Ceschi Lavagetto (a cura di), Il Museo della Colleggiata di Castell'Arquato, Piacenza 1994, p. 128, scheda di E. Bazzani). Il tessuto, nato per l'abbigliamento femminile, è collocabile, come suggerisce la leggiadra e raffinata composizione, al sesto decennio del Settecento ed è ascrivibile ad una manifattura di altissimo livello, da collocare, verosimilmente, in Francia
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100208844-1
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
- DATA DI COMPILAZIONE 2004
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2007
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0