sedia, opera isolata - produzione ligure (?) (ultimo quarto sec. XIX)
sedia
1875 - 1899
La sedia, dipinta in crema, conserva dell'originale schienale solo le due colonnine tortili esterne, collegate, in basso da una fascia con i bordi smerlati. Le gambe posteriori e anteriori sono a sciabole e, quelle anteriori, tornite. Il manufatto presenta sei traverse: solo quella anteriore è tornita, mentre le altre sono lisce. La seduta è in paglia intrecciata
- OGGETTO sedia
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MATERIA E TECNICA
legno/ intaglio/ tornitura/ pittura
paglia/ intreccio
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MISURE
Profondità: 41
Altezza: 81
Larghezza: 37
- AMBITO CULTURALE Produzione Ligure
- LOCALIZZAZIONE Caravino (TO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La sedia appare come un raffinato esempio della tipologia definita "chiavarina", ideata, nel primo decennio del XIX secolo, dall'artigiano di Chiavari Giuseppe Gaetano Descalchi, detto il Campanino, che si ispirò ad una sedia, dalle linee leggere ed aeree, portata nel 1807 da Parigi dal marchese Stefano Rivarola ( si veda E. Baccheschi, Giuseppe Gaetano Descalzi detto il Campanino, in E. Castelnuovo, M. Rosci (a cura di), Cultura figurativa e architettonica negli stati del Re di Sardegna. 1773-1861, catalogo della mostra, Torino 1980, Vol. III, pp. 1434-1435; L. Pessa, C. Montagni (a cura di), L'arte della sedia a Chiavari, catalogo della mostra di Chiavari, Genova 1985; E. Baccheschi, Le sedie di Chiavari, in "La casana", 1986, n. 1, pp. 15-21; E. Baccheschi, La sedia più leggera del mondo, in "Bolaffi. La rivista dell'Antiquariato", 1981, n. 17, pp. 78-80, C. Paolini, A. Ponte, O. Selvafolta, "Il bello ritrovato". Gusto, ambienti, modelli dell'Ottocento, Novara 1990, pp. 241-242; A. Gonzales-Palacios, Il mobile in Liguria, Genova 1996, pp. 334-337; R. Antonetto, Gabriele Capello "Moncalvo". Ebanista di due re, Torino 2004, pp. 308-309). Le "chiavarine" ebbero una notevole diffusione e vennero prodotte non solo dal Campanino, ma anche da altre manifatture sia liguri, sia piemontesi e sia triestine. Il pessimo stato di conservazione permette solo di fare ipotesi sulla datazione che sembra essere collocabile all'ultimo quarto del XIX secolo, dal momento che il manufatto sembra aver perso la grazie e la raffinatezza dei modelli più antichi.L'etichetta riportata si riferisce all'Inventario degli oggetti d'arredo dei depositi del Castello di Masino non compresi nella notifica del 1989, a cui è seguita una campagna fotografica, ad uso interno, realizzata tra il 1995-1997
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà privata
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100208465
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Torino
- ENTE SCHEDATORE Regione Piemonte
- DATA DI COMPILAZIONE 2004
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2007
- ISCRIZIONI su etichetta adesiva\ sulla gamba posteriore - 141A - a penna -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0