sedia, serie di Solari Bartolomeo e figlio Ditta (ultimo quarto sec. XIX)

sedia, 1875 - 1899

La sedia, in legno dorata, presenta lo schienale a giorno, formato da cinque elementi verticali torniti: quelli esterni sono più spesso, mentre i rimanti tre sono più sottili. Questi ultimi elementi sono sostenuti da una fascia decorata con un motio smerlato, la fascia superiore, anch'essa traforata e ornata da archetti, ha il bordo mistilieo e termina con due sfere schiacciate. Entrambe le fasce sono impreziosite con motivi floreali e vegetali che sottolineano le traforature e le smerlature. Le gambe anteriori sono tornite e quelle posteriori sono a sciabola. Il manufatto presenta sei traverse: solo quella anteriore è tornita, mentre le altre sono lisce

  • OGGETTO sedia
  • MISURE Profondità: 36.5
    Altezza: 85.5
    Larghezza: 42
  • ATTRIBUZIONI Solari Bartolomeo E Figlio Ditta (1872/)
  • LOCALIZZAZIONE Caravino (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La sedia appare come un raffinato esempio della tipologia definita "chiavarina", ideata, nel primo decennio del XIX secolo, dall'artigiano di Chiavari Giuseppe Gaetano Descalchi, detto il Campanino, che si ispirò ad una sedia, dalle linee leggere ed aeree, portata nel 1807 da Parigi dal marchese Stefano Rivarola ( si veda E. Baccheschi, Giuseppe Gaetano Descalzi detto il Campanino, in E. Castelnuovo, M. Rosci (a cura di), Cultura figurativa e architettonica negli stati del Re di Sardegna. 1773-1861, catalogo della mostra, Torino 1980, Vol. III, pp. 1434-1435; L. Pessa, C. Montagni (a cura di), L'arte della sedia a Chiavari, catalogo della mostra di Chiavari, Genova 1985; E. Baccheschi, Le sedie di Chiavari, in "La casana", 1986, n. 1, pp. 15-21; E. Baccheschi, La sedia più leggera del mondo, in "Bolaffi. La rivista dell'Antiquariato", 1981, n. 17, pp. 78-80, C. Paolini, A. Ponte, O. Selvafolta, "Il bello ritrovato". Gusto, ambienti, modelli dell'Ottocento, Novara 1990, pp. 241-242; A. Gonzalez-Palacios, Il mobile in Liguria, Genova 1996, pp. 334-337; Antonetto, Gabriele Capello "Moncalvo". Ebanista di due re, Torino 2004, pp. 308-309). Le "chiavarine" ebbero una notevole diffusione e vennero prodotte non solo dal Campanino, ma anche da altre manifatture sia liguri, sia piemontesi, sia triestine. L'alta qualità del manufatto preso in esame, raffinato non solo nella linea, ma anche per l'esecuzione tecnica, la doratura è stesa su uno strato di bolo e gli intagli appaiono particolarmente curati, sono elementi che permettono di ascrivere il mobile ad una bottega di primissimo piano, da identificare, in via ipotetica con la fabbrica "Solari Bartolomeo & figli", come suggerisce il confronto con l'identica sedia conservata alla Mandria e pubblicata da Baccheschi (E. Baccheschi, Le sedie di Chiavari, in "La casana", 1986, n. 1, pp. 15-21) sfortunatamente sono rare le informazioni relative alla ditta, attiva dal 1872 (E. Castelnuovo, M. Rosci (a cura di), Cultura figurativa e architettonica negli stati del Re di Sardegna. 1773-1861, catalogo della mostra, Torino 1980, Vol. III, p. 632, scheda n. 686 di E.Baccheschi). In assenza di documenti, si datano i manufatti all'ultimo quarto del XIX secolo. L'etichetta riportata si riferisce all'Inventario degli oggetti d'arredo dei depositi del Castello di Masino non compresi nella notifica del 1989, a cui è seguita una campagna fotografica, ad uso interno, realizzata tra il 1995-1997
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100208461
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Torino
  • ENTE SCHEDATORE Regione Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 2004
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2007
  • ISCRIZIONI Su una sedia\ su etichetta adesiva - 87A - numeri arabi - a penna -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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