ripiano, 1660 - 1670
Setti Simone (attribuito)
notizie 1659-1668

Piano di tavolo con al centro un medaglione figurato; lungo i bordi si snodano girali vegetali in cui s'inseriscono figure fitomorfe. Negli angoli interni è visibile l'aquila bicipite incoronata

  • OGGETTO ripiano
  • ATTRIBUZIONI Setti Simone (attribuito)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Civico d'Arte Antica
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Madama
  • INDIRIZZO Piazza Castello, Torino (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Giunto nel 1983 alla Palazzina di Caccia di Stupinigi, con i beni degli Istituti di Pubblica Assistenza e Beneficenza, trasferiti dopo la soppressione alla Città di Torino, il piano di tavolo 834/L nel febbraio del 2000 è trasferito nel Museo Civico d'Arte Antica e Palazzo Madama di Torino (Torino, Museo Civico d'Arte Antica, Archivio Corrente, faldone dei Depositi storici dal 1997, fascicolo 3, protoc. 1238, 12845, 1200). L'oggetto è ricordato al n. 8 dell'elenco stilato da N. Gabrielli nel 1983: "Piano in stuccoforte girali fitomorfi nei bordi e medaglione centrale figurato. Negli angoli l'aquila bicipite incoronata. Piano spezzato in due". Prima del restauro in corso ad opera di Gherardo Franchino il piano appariva infatti spezzato in due e gli angoli sbrecciati. Silvana Pettenati ne ha restituito l'esecuzione al modenese Simone Setti, di cui esiste un tavolo firmato e datato 1668 nel Museo Civico di Carpi, proponendone una datazione al settimo/ottavo decennio del XVII secolo (S. Pettenati, L'arredo di Villa della Regina: modelli e aggiornamenti della corte fra Seicento e Settecento, in L. Caterina-C. Mossetti, a cura di, Villa della Regina. Il riflesso dell'Oriente nel Piemonte del Settecento, Torino 2006, pp. 192-193, fig. 4). Questo ed un altro piano di tavolo (3495/C), anch'esso attualmente a Palazzo Madama, costituiscono la testimonianza più significativa dell'arredo di Villa della Regina all'epoca di Ludovica di Savoia. Prima del restauro eseguito nel 2004-2005 dalla ditta Auri Folia di Torino, il piano presentava al centro una profonda frattura verticale, nel punto cioè di "massima tensione quando li si trasporta". Questo spiega, secondo la studiosa, la ragione per cui opere così delicate "separate dai loro sostegni, non più utilizzate sono giunte fino a qui, mentre la maggior parte degli altri arredi veniva riutilizzata in altro modo, o veniva dispersa e in alcuni casi venduta" (ibidem, p. 192)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100207033
  • NUMERO D'INVENTARIO 834/L
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 2006
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2007
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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