borsa del corporale,
Il manufatto è eseguito con un frammento di tessuto bordato con un nastro in gros de Tours beiges. I quattro lati sono rifiniti con il merletto più alto, impiegato anche per realizzare la croce centrale. La borsa è foderata con un pannello di tela di lino e la tasca è eseguita con tela di lino ecru
- OGGETTO borsa del corporale
- AMBITO CULTURALE Manifattura Lionese Manifattura Italiana
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ALTRE ATTRIBUZIONI
Manifattura Italiana
- LOCALIZZAZIONE Borgosesia (VC)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il decoro del damasco è una delle innumerevoli variante dei tessuti definiti dalla critica "bizarre", diffusi in tutta Europa negli anni a cavallo fra 600 e 700. In questo esempio gli elementi fantastici e di ispirazione orientale sono uniti a motivi floreali trattati in modo naturalistico, secondo un gusto che si andava diffondendo nel secondo decennio del XVIII secolo. Si può quindi datare il tessuto, nato assai probabilmente per l'abbigliamento laico, in questo torno di anni, come si evince dai raffronti con il damasco broccato, di produzione lionese, della pianeta datata al 1711 e conservata presso l'Abegg-Stiftung di Riggisberg (H. C. Ackermann, Seidengewebe des 18. Jahrhunderts I Bizarre Seiden, 2000, pp.266-267, scheda n. 145), con la pianeta, databile intorno al 1713, conservata presso lo Schnütgen Museum di Colonia (P. THORNTON, Baroque and Rococo Silks, Londra 1965, pp. 98, 107, 166, Tav. 48A), con il frammento di damasco lanciato, ascritto alla Francia e datato intorno al 1710-1715, conservato presso il Kunstgewerbemuseum di Monaco (B. MARKOWSKY, Europäische Seidengewebe des 13.-18. Jahrhunderts, Colonia 1976, p. 298, scheda n. 492), con il frammento di damasco broccato, datato al 1715-1725 ed ascritto a Lione o a Spitalfield, della collezione Ratti di Como (C. BUSS, Aera oro e argento. Le sete operate del XVIII secolo, Milano 1992, pp. 42-43), il damasco broccato del 1715 circa impiegato per realizzare un paramento liturgico conservato nella chiesa di Notre-Dame des Doms ad Avignone (Merveilles d'or & de soie. Trésors textiles de Notre-Dame des Doms du XVI au XIX siècle, catalogo della mostra, Avignone 2000, pp. 34-35, scheda n. 8 di E. Dutocq e O. Valansot) e con il damasco broccato, di produzione italiana del primo quarto del Settecento, della collezione Mariano Fortuny (D. DAVANZO POLI, Seta & Oro. La collezione tessile di Mariano Fortuny, catalogo della mostra, Venezia 1997, pp. 89-90, scheda n. 71). Tra gli esempi conservati in Piemonte si possono ricordare il lampasso broccato con il quale è stato confezionato un paramento liturgico, datato al secondo decennio del XVIII secolo ed attribuito dubitativamente a manifattura piemontese, conservato presso la chiesa di San Giulio ad Altavilla (A. M. COLOMBO, Tessuti e ricami: veli da calice e veli omerali, in G. ROMANO e C. SPANTIGATI (a cura di), Da Musso a Guala, catalogo della mostra di Casale Monferrato, Savigliano 1999, p.234, scheda n. 49) e il paramentale donato dalla confraternita dello Spirito Santo di Torino al santuario di Nostra Signora d'Oropa e datato 1717 (M. VIALE FERRERO, Tessuti e ricami, in V. VIALE (a cura di), Mostra del Barocco piemontese, catalogo della mostra, Torino 1963, vol. III, p. 10, scheda n. 9; D. LEBOLE, Storia della chiesa biellese. Il Santuario di Oropa, Gaglianico 1998, vol. II, p. 177). Sulla base di queste testimonianze si potrebbe attribuire dubitativamente il damasco a manifatture piemontesi attive nel Settecento, alle quali sono stati ascritti, ad esempio, i parati della parrocchiale di Villanova Mondovì e della Cattedrale di Mondovì (P. DARDANELLO, Materiali per una ricerca sui tessili di uso liturgico in ancien régime, in I tessili antichi e il loro uso: testimonianze sui centri di produzione in Italia, lessici, ricerca documentaria e metodologica, III Convegno del Centro Italiano per lo Studio della Storia del Tessuto (Torino 1984), Torino 1986, p. 46), della Confraternita della Misericordia di Torino (M. VIALE FERRERO, Tessuti e ricami, in V. VIALE (a cura di), Mostra del Barocco piemontese, catalogo della mostra, Torino 1963, vol. III, p. 11, scheda n. 17 ) e della chiesa parrocchiale di Ayas, ma proveniente dal convento di San Francesco ad Aosta (B. ORLANDONI (a cura di), La chiesa di San Francesco in Aosta, Torino 1986, pp. 294-297, scheda n. 49 di M. Rapetti). Data, però, l'assenza di studi approfonditi sulla produzione tessile piemontese, non si può escludere che il tessuto sia stato prodotto in un altro centro italiano o europeo
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100205661-3
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
- DATA DI COMPILAZIONE 2002
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0