velo di calice,
Il velo è confezionato con un pannello di lampasso lanciato. Piccoli rametti fioriti, posti a scacchiera ed in righe con andamento alternato, sono inseriti entro maglie romboidali geometriche. Il manufatto, privo di fodera, presenta il bordo riferito con un gallone in argento filato decorato con un motivo a serpentina
- OGGETTO velo di calice
- AMBITO CULTURALE Manifattura Italiana
- LOCALIZZAZIONE Bolzano Novarese (NO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il lampasso appare una ripresa ottocentesca dei motivi decorativi che, nel corso del terzo quarto del Settecento, impreziosivano i tessuti d'abbigliamento, come illustrano i confronti con testimonianze di questo torno di anni. Proprio nel primo quarto dell'Ottocento questa tipologia ornamentale viene ripresa, come illustrano i confronti con un campionario di velluti miniatura del Museo Correr di Venezia R. ORSI LANDINI, Lusso e praticità maschile e femminile. I mille aspetti del velluto d'abbigliamento, in F. DE' MARINIS (a cura di), Velluto. Fortune Tecniche Mode, Milano 1993, p. 88) e il campionari datato verso il 1824 di Carderier & Lemire (A. FORRAY-CARLIER, Lex expositions sous la monarchie de Juillet: la fascination de l'Orient, le tissu liturgique, in L'Art de la soie Prelle des ateliers lyonnais aux palais parisiens 1752-2002, catalogo della mostra, Parigi 2002, pp. 118-119, n. 120). Nel corso della seconda metà del Settecento si assiste ad un rimpicciolimento dei motivi decorativi destinati all'abbigliamento maschile (C. BUSS, Seta oro e argento. Le sete operate del XVIII secolo, Milano 1992, p. 135) , come illustra il confronto, ad esempio, fra il velluto impiegato per la confezione dell'abito, datato al 1750 circa, della Galleria del Costume di Palazzo Pitti (La Galleria del Costume/ 4, Firenze 1990, pp. 28-29, scheda n. 1 di S. Ricci) e quello impiegato per l'abito, collocato al 1775-1785, della collezione comasca di Alberto Tagliabue (F. MAZZOCCA e A. MORANDOTTI (a cura di), La Milano del Giovin Signore, catalogo della mostra di Milano, Ginevra-Milano 1999, p. 166, scheda n. 55 di G. Butazzi). La struttura compositiva di gusto geometrico e le piccole dimensione dei decori che caratterizzano il tessuto di Bolzano Novarese, ci permettono di datarlo al terzo quarto del Settecento, come illustrano i confronti con il frammento in droghetto della collezione Ratti (C. Buss, 1992, pp. 142-143), il frammento in velluto della collezio Gandini (D. DEVOTI, G. GUANDALINI, E. BAZZANI, M. CUOGHI COSTANTINI e I. SILVESTRI, La collezione Gandini del Museo Civico di Modena, Bologna 1985, p. 245, scheda n. 198 di E. Bazzani), alcuni campioni di droghetto conservati presso il Nordiska Museet di Stoccolma (C. BUSS, 1992, p. 144), il telo in droghetto del Museo Civico di Treviso (D. DAVANZO POLI ( a cura di), Tessuti antichi. Tessuti - Abbigliamento - Merletti - Ricami Secoli XIV-XIX, catalogo della mostra, Treviso 1994, pp. 105-106, scheda n. 148), il lampasso impiegato per confezionare un abito maschile della collezione Williamsburg di Virginia (L. BAUMGARTEN, What clothes reveal. The Language of Clothing in Colonial and Federal America. The Colonial Williamsburg Collection, New Haven - Londras 2002, pp. 228, 238, figg. 263, 350, 354)e i frammenti di droghetto del Kunstgewerbemuseum der Stadt du Colonia ( B. MARKOWSKY, Europäische Seidengewebe des 13.-18. Jahrhunderts, Colonia 1976, p. 360, n. 661 e p. 361, n. 666). Il tessuto, nato per l'abbigliamento, potrebbe essere stato prodotto in una manifattura italiana
-
CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100205633
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
- DATA DI COMPILAZIONE 2002
-
DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0