manipolo, elemento d'insieme - manifattura piemontese (?) (metà sec. XVIII)

manipolo, 1740 - 1760

Il manipolo è confezionato con 2 frammenti di raso lanciato e broccato, che formano le alette, e con 1 frammento di pekin di seta broccato in seta policroma (azzurra, marrone, rosa, bianca, verde, crema, gialla e celeste), impiegato per il troncone. Il pekin è ripartito in bande verticali, di diverso larghezza, in taffetas ecrù e in cannellato ecrù e verde. Sullo sfondo si snoda un esile tralcio fiorito decorato da nastri, giustapposto, in senso orizzontale, a rametti fioriti. A questi disegni si alternano sulle righe verdi esili rametti fioriti. E' foderato con 5 frammenti di tela di cotone crema. I bordi delle alette sono rifiniti con una frangia in oro filato. Le due croci, poste sulle alette, sono realizzate con iun gallone in oro filato decorato con un tralcio fronzuto; mentre la croce, posta sul troncone, è eseguita con un gallone in seta gialla, decorato con un motivo a losanghe. Sul retro, al centro, è cucito un nastro in tela di cotone verde

  • OGGETTO manipolo
  • MISURE Altezza: 67
    Larghezza: 21
  • AMBITO CULTURALE Manifattura Piemontese
  • LOCALIZZAZIONE Bolzano Novarese (NO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Dagli anni Settanta del Settecento si diffonde il gusto per tessuti il cui fondo era scandito in bande verticaliIl tessuto e decorati da motivi di dimensioni ridotte e minute; nella struttura compositiva del manufatto di Bolzano Novarese gli elementi floreali, ancora disposti in un meandro, sono un elemento non secondario nel disegno della stoffa, secondo un gusto e una moda che la critica ancora nell'ottavio decennio del secolo (C. BUSS, Seta oro e argento. Le stoffe operate del XVIII secolo, Milano 1992, p. 115). Ed è proprio agli inizi degli anni Settanta che si diffonde il pékin, una nuova armatura, ideata dalle manifatture francesi e immediatamente imitata in tutta Europa (sul pékin si rimanda a D. DEVOTI e G. ROMANO (a cura di), Tessuti antichi nelle chiese di Arona, catalogo della mostra, Torino 1981, p. 199; M. CUOGHI COSTANTINI, I tessuti del '700: la seduzione della tecnologia, in D. DEVOTI, G. GUANDALINI, E. BAZZANI, M. CUOGHI COSTANTINI e I. SILVESTRI, La collezione Gandini del Museo Civico di Modena, Bologna 1985, p. 52; R. ORSI LANDINI, Materie e forma: tessuti e fogge del vestire femminile nei secoli XVIII e XIX, in La Galleria del Costume 4, Firenze 1990, p. 13). Il pékin può essere confrontato con la pianeta e il manipolo della Contrada Sovrana dell'Istrice di Siena, datato all'ultimo quarto del Settecento ed ascritto ad una manifattura francese (Paramenti e arredi sacri nelle contrade di Siena, catalogo della mostra di Siena, Firenze 1986, pp. 180-181, scheda n. 84 di V. Carloni) il coevo piviale della Contrada Imperiale della giraffa a Siena (ID. p. 181, scheda n. 86 di S. Pierini), con il pékin rigato e broccato, datato al 1770-1775, impiegato per un parato conservato nel Convento delle Figlie di San Giuseppe a Genova (M. CATALDI GALLO (a cura di), Arte e lusso della seta a Genova dal '500 al '700, catalogo della mostra di Genova, Torino2000, p. 245, scheda n. 115 di L. Lagomarsino), con il frammento il pékin liseré, asritto all'Italia o alla Francia e datato al 1770-1775, della collezione Gandini (D. DEVOTI, G. GUANDALINI, E. BAZZANI, M. CUOGHI COSTANTINI e I. SILVESTRI, La collezione Gandini del Museo Civico di Modena, Bologna 1985, pp. 277-278, scheda n. 266 di I. Silvestri), con la pianeta confezionata con un taffetas ascritto alla francia e datato all'ottavo decennio del secolo, conservata nel Museo Diocesano Tridentino (D. DEVOTI, D. DIGILIO e D. PRIMERANO (a cura di), Vesti liturgiche e frammenti tessili nella raccolta del Museo Diocesano Tridentino, Trento 1999, pp. 164-165, scheda n. 114 di D. Digilio), con il parato, di ambito francese e datato al 1770-1780, di Santa Maria della Steccata di Parma (L. FORNARI SCHIANCHI (a cura di), "Per uso del santificare et adornare". Gli arredi di santa Maria della Steccata. Argenti/ Tessuti, Parma 1991, pp. 199-200, scheda n. 116 di M. Cuoghi Costantini) e con il frammento, ascritto dubitativamente alla Francia o all'Italia e datato al 1770-1790, della collezione Keir (M. KING e D. KING, European Textiles in the Keir Collection 400 BC to 1800 AD, Londra 1990, p. 287, scheda n. 220. Il manufatto, nato per l'abbigliamento femminile, viene ascritto dubitativamente ad una manifattura italiana o francese
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100205620-2
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 2002
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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