apparizione della Madonna con Bambino a San Filippo Neri e Sant'Agata
dipinto
1727 - 1727
Dipinto con cornice a battuta liscia, ornata agli angoli da quattro grandi foglie dorate
- OGGETTO dipinto
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MATERIA E TECNICA
tela/ pittura a olio
- AMBITO CULTURALE Ambito Romano
- LOCALIZZAZIONE Biella (BI)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Dagli studi condotti da D. Lebole nel 1986 risulta che il dipinto raffigurante San Filippo Neri e Sant'Agata in adorazione della Madonna e del Bambino giunse nella chiesa di San Biagio solo nel 1776, quando la tela fu collocata nel presbiterio a completamento dei nuovi arredi di questa zona della chiesa voluti dal parroco Carlo Giuseppe Montalto (1760-1799) a partire dal 1766 con la costruzione del nuovo altare maggiore, del tabernacolo e di una rinnovata ancona. Per meglio adattarsi alla nuova sistemazione l'opera fu ampliata ai lati dal pittore Lacchia e dotata di una cornice identica a quella del dipinto che orna la parete sinistra del presbiterio entrato anch'esso a far parte degli arredi della chiesa in quell'anno (cfr. D. Lebole, Storia della Chiesa Biellese. La Pieve di Biella, Biella 1986, v. III, p. 417). In un angolo del dipinto è ancora parzialmente visibile un'arma con un sole raggiato nella parte superiore e una stella ed una luna in quella inferiore, sormontata da cimiero e accompagnata dal motto "DIE NOCTUQUE" e l'indicazione "IN ROMA 1727". Si tratta quindi di una tela romana o comunque eseguita a Roma all'inizio del XVIII secolo, da un artista che riproduce, nella figura di San Filippo Neri, in maniera letterale, il modello costituito dal dipinto eseguito da Guido Reni tra il 20 giugno 1614 e il 4 ottobre di quell'anno ed esposto nella chiesa romana di S. Maria in Vallicella il 26 maggio 1615, raffigurante la Madonna con Bambino e il beato Filippo Neri, il dipinto più importante della prima iconografia del santo, l'immagine simbolo della sua fama, la più nota e certamente la più copiata. Il santo è raffigurato in abiti sacerdotali, con la pianeta rossa, in ginocchio e le braccia aperte verso il basso, in atto di devozione; in alto a sinistra la Madonna rivolge lo sguardo verso di lui. La sua iconografia riprende modelli da tempo codificati: la figura del beato deriva infatti da quella diffusa dalla stampa del 1600 di invenzione di Antonio Tempesta, a sua volta elaborata da un prototipo, ora perduto, del Pomarancio (cfr. O. Melasecchi, in La Regola e la Fama. San Filippo Neri e l'arte, catalogo della mostra, Milano 1995, scheda n. 94, pp. 535-536, fig. 333). E' interessante ricordare che la prima traduzione in stampa della composizione reniana eseguita da Luca Ciamberlano (1570 ca. - post 1640) risale già alla fine del maggio 1615 e che allo stesso anno si data un'altra stampa derivata dal quadro del Reni, per opera di Friedrich Greuter (O. Melasecchi, in op. cit. Milano 1995, scheda n. 10, pp. 462-463). Il ricco panneggio di Sant'Agata, di broccato giallo oro, crea una nota luminosa nella parte inferiore del dipinto che, insieme al volto e alle mani della santa, contrasta con il fondale scuro. Il tipo iconografico della Vergine seduta in trono con il Bambino in piedi davanti a lei, appoggiato su un cuscino, può forse essere stato ispirato all'autore da opere come la Madonna con il Bambino e i Santi Giovanni Evangelista e Petronio dipinto tra il 1626 e il 1629 dal Domenichino per la chiesa romana intitolata ai Santi Giovanni Evangelista e Petronio dei Bolognesi (ora Milano, Pinacoteca di Brera) (cfr. R. E. Spear, a cura di, I dipinti, in Domenichino 1581-1641, catalogo della mostra, Milano 1996, scheda n. 47, p. 168). Lo stemma sorretto dal putto all'estrema sinistra del quadro è attualmente difficile da identificare, non essendo iscritto nei consueti repertori araldici
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100204426
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
- ISCRIZIONI in basso, a sinistra, entro cartiglio - DIE NOCTUQUE. IN ROMA 1727 - lettere capitali -
- STEMMI in basso, a sinistra - gentilizio - Stemma - 1° ad un sole a ventuno raggi; il 2° a una stella ed una luna ordinate in fascia
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0