scena di genere
scuro di finestra,
Olivero Pietro Domenico (1679/ 1755)
1679/ 1755
Nella stanza vi sono due coppie di scuri di porta-finestra dipinti; ogni anta comprende quattro scene
- OGGETTO scuro di finestra
- AMBITO CULTURALE Ambito Piemontese
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ATTRIBUZIONI
Olivero Pietro Domenico (1679/ 1755): pittore
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo di Palazzo Reale
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Reale
- INDIRIZZO Piazzetta Reale, Torino (TO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La camera terza degli archivi è decorata da 43 pannelli dipinti su zoccolo, porte e battenti delle finestre realizzati da Pietro Domenico Olivero, ricompensati con pagamenti compresi tra il 31 gennaio del 1739 (per le sovrapporte un tempo presenti nella stanza) e il 21 giugno del 1741 (per "16 quadri dal medesimo dipinti nel corrente anno per gli archivi particolari di S.M. "). Non sono noti al momento gli autori della parte di minuseria degli scuri di porta-finestra anche se sappiamo che le quattro porte della camera furono realizzate da Carlo Francesco Baroggio, e degli intagli, lavorati per le porte da Giorgio Muttone, Giovanni Bosso e Ignazio Carlone. Gli scuri di porta-finestra presentano una ricca decorazione ad intaglio che si sviluppa in linee sinuose con motivi a tratteggio incisi ed elementi vegetali che incorniciano le quattro scene dipinte su ogni anta. La scansione prevede nella parte inferiore ed in quella superiore una scena contenuta in uno spazio dai contorni mistilinei di dimensioni assimilabili ad un quadrato e al centro di due di dimensioni rettangolari a sviluppo verticale. La stessa ornamentazione si trova anche sul pannello che riveste il voltino della strombatura delle porte- finestra. Secondo la testimonianza di Clemente Rovere i dipinti "a figure e a bambocciate" furono restaurati nel 1845 da Antonio Vianelli. ; I testi citati in bibliografia spesso riportano notizie imprecise: Cifani e Monetti riferiscono che le scene rappresentate sarebbero 42; nel catalogo della Mostra del Barocco piemontese e nel contributo pubblicato su "Arte lombarda" Rosalba Tardito Amerio riporta il 1747 come anno d'esecuzione e Luigi Mallè nella prima edizione del testo "Le arti figurative in Piemonte" dell'intero ciclo menziona soltanto "le sovrapporte e i pannelli dello zoccolo - in venti parti" datandoli 1747 (nella seconda edizione invece sposta la datazione agli anni 1739-40). I documenti d'archivio riferiscono che l'allestimento originario della stanza prevedeva anche un paracamino rappresentante "un combattimento", da Rovere attribuito a "Giacomo di Laar, soprannominato il Bamboccio", e quattro sovrapporte non più in situ. Dalla consultazione degli inventari storici della residenza emerge che le tele disperse nel 1815 erano ancora tutte presenti nella stanza mentre nel 1822 ritroviamo nella loro collocazione originaria le quattro sovrapporte ma non più il paracamino, con "cornice liscia dorata rappresentante una bambocchiata" (in "Inventaro de'mobili esistenti ne'Reali Appartamenti del Palazzo di Torino" 1815, c. 26r). L'intero ciclo, riconosciuto come uno dei massimi capolavori del pittore, fu interpretato da Andreina Griseri nel catalogo della Mostra del Barocco piemontese come "Ciclo della vita" e successivamente identificato da Cifani e Monetti come "Ciclo degli amori e della famiglia contadina". Olivero rivela in queste scene i debiti verso la cultura internazionale ed in particolare la pittura fiamminga, quella francese ed inglese superati con estro e grazia del tutto personali. Tutti i dipinti che decorano gli scuri sono stati schedati singolarmente
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100200793-0
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
- DATA DI COMPILAZIONE 2000
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2007
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0