ritratto del marchese di Virì
Ritratto a figura intera. La scena è ambientata all'aperto: sulla destra, seduto su un reperto antico decorato da un bassorilievo di ispirazione classica, si vede la figura di un nobiluomo. Calza in capo una corta parrucca bianca e veste un'uniforme militare con panciotto e pantaloni giallo ocra abbottonati sul fianco, giacca nera con spalline dorate, stivali da cavallerizzo e guanti dorati con bordo in pizzo; nella mano destra tiene una spada, nella sinistra un frustino. Porta al collo il Collare dell'Ordine della Santissima Annunziata. Nella parte sinistra della scena, uno schiavetto moro (vestito con una giacca color corallo decorata da ricami blu e d'argento, pantaloni blu, stivali dorati e trubante bianco e rosso corallo) tiene per le briglie un cavallo bianco. Senza cornice
- OGGETTO dipinto
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MATERIA E TECNICA
tela/ pittura a olio
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MISURE
Altezza: 142.5 cm
Larghezza: 150 cm
- AMBITO CULTURALE Ambito Piemontese
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Castello Reale
- INDIRIZZO Via Francesco Morosini, 3, Racconigi (CN)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE La scritta sul retro identifica il personaggio ritratto con il Marchese di Virì. In realtà, l'unico personaggio insignito del Collare dell'Ordine della Santissima Annunziata con un patronimico simile è Alberto Barone di Viry: risulta che ai secondi questa famiglia, di origine savoiarda, ma residente in Torino, fosse stato concesso il titolo di Baroni, ma non c'è nessuno insignito del titolo di Marchese. Alberto di Viry, morto nel 1794, fu tenente colonnello dei Dragoni e Generale di Cavalleria (titolo che ben si adatterebbe all'iconografia proposta dal ritratto) e ricevette il collare dell'Annunziata il 17 novembre 1780. L'impostazione dell'opera richiama numerosi ritratti celebrativi del Settecento che immortalavano personaggi della nobiltà mettendo velatamente in risalto le loro cariche politiche o militari (palesate dall'uniforme e dalla presenza del cavallo), i loro interessi scientifici o archeologici (a cui potrebbe alludere il bassorilievo), il loro stato sociale (qui testimoniato dalla presenza dello schiavetto moro). E'possibile che l'analisi iconografica del bassorilievo (forse una scena tratta da un poema epico) possa ancora offrire qualche spunto di riflessione. Le iniziali P.P.R. sul retro contraddistinguono l'inventario del castello del 1933 (perduto); dunque, l'opera è presso il castello almeno da quell'anno. Dal 1982 ca. l'opera si trova nella localizzazione attuale; prima di questa data era in un deposito situato nei pressi di un corso d'acqua, causa del suo stato di conservazione
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100199238
- NUMERO D'INVENTARIO R8115
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Castello di Racconigi
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
- ISCRIZIONI Sul retro della tela, in azzurro - xR.2597 - corsivo -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0