paramento liturgico, elemento d'insieme - manifattura italiana (terzo quarto sec. XVIII)

paramento liturgico, 1750 - 1774

Il piviale e lo stolone sono in cannellato semplice lilla broccato in seta policroma (4 tonalità di verde, crema, gialla, bianco, marrone, fucsia, rosso mattone), in oro filato, lamellare e riccio avvolto su un'anima di seta pesca, e in argento lamellare, filato e riccio su anima in seta bianca. Entro maglie ovali, formate da due nastri dorati, sono raffigurati, in basso, un ramo di bocioli fucsia e di rose dai petali bianchi, rosa e argentati, mentre in alto, su un tappetto erboso, è raffigurato un vaso dalla forma cubica contenente un piccolo alberello dalla chioma circolare che si staglia contro nuvole bianche. I punti di tangenza delle maglie sono evidenziati da tre foglie.; Lo stolone, l'orlo del manto, il cappuccio, gli orli delle alette trapezoidali della stola sono rifiniti con un gallone in oro filato, ornato con un nastro sinuoso decorato con fiocchi. Lo stesso gallone è impiegato per realizzare le tre croci dell'insegna liturgica

  • OGGETTO paramento liturgico
  • MATERIA E TECNICA tessuto
  • AMBITO CULTURALE Manifattura Italiana
  • LOCALIZZAZIONE Vercelli (VC)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Nella rubrica dedicata alle "Pianete Violacee di Ricamo e Brocato d'oro" dell'inventario redatto nel 1792 è ricordato un "Pluviale con Stola di Lamiglia d'argento drocato in Seta guernito di Gallone d'oro festonato per uso della Processione nel giorno di S. Marco, non interveniente il Vescovo" (M. Capellino (a cura di), Testimonianze scelte del rito "eusebiano", Vercelli 1999, p. 74). Nell'inventario redatto nel 1889 è registrato un "piviale violaceo con stola di broccato con fiori in argento e a diversi colori con piccoli fermagli d'argento guernito di gallone a festoni d'oro e di fodera in seta pure violacea: questo piviale si usa nella processione di S. Marco, non interviene il Monsignor Arcivescovo" (Archivio Capitolare di Vercelli, Fabbrica e Chiesa di S.t Eusebio cerimoniali = dritti di banchi = altri dritti di chiesa = Riti, e Funzioni - Accetazione del Breviario Romano, Inventario degli oggetti mobili della Chiesa Metropolitana di Vercelli fatto nell'anno 1889, f. 23). La Brizio identifica l'insieme liturgico citato nei documenti nel piviale e nello stolone e li data alla metà del Settecento (A. M. Brizio (a cura di), Catalogo delle cose d'arte e di antichità d'Italia. Vercelli, Roma 1935, p. 93).; Il tessuto appare come una delle innumerevoli varianti del motivo a meandro e quindi la datazione proposta dalla studiosa dev'essere spostata al terzo quarto del secolo. L'andamento dei nastri che formano una maglia a doppia punta è confrontabile con la struttura compositivadel frammento di gros de Tours liseré del Museo Diocesano Tridentino datato nel settemo decennio del XVIII (D. Devoti, D. Digilio, D. Primerano (a cura di), Vesti liturgiche e frammenti tessili nella raccolta del Museo Diocesano Tridentino, Trento 1999, p. 157, scheda n. 105 di D. Digilio), delle coeve tunicelle della Basilica del Santo a Padova (D. Davanzo Poli (a cura di), Basilica del Santo. I tessuti, Roma 1995, p. 117, scheda n. 87), con il frammento, datato al 1755-1765, del Kunstgewerbemuseum der Stadt di Colonia (B. Markowsky, Europäische seidengewebe des 13.-18. jahrhunderts, Colonia 1976, p. 337, n. 600).; Accanto ad elementi tipici delle stoffe "a meandro", come i rami con fiori, è presente un motivo che si ricollega alla tipologia tessile "ad isolotti" che si sviluppa negli anni trenta del Settecento. L'idea di inserire in una composizione un paesaggio che sembra navigare nel vuoto è caratteristica proprio di questo periodo come ci testimonia, ad esempio, il frammento di produzione inglese, conservato al Victoria and Albert Museum, datato al 1734 (P. Thornton, Baroque and Rococo Silks, Londra 1965, pp. 118, 173-174 e tav. n. 65A); un elemento che viene riproposto nel terzo quarto del secolo, come illustrano; il frammento, attribuito a manifattura italiana e datato al 1755-1765, del Philadelphia Museum of Art (E. Blum, The Fine Art of Textiles. The Collections of the Philadelphia Museum of Art, Philadelphia 1997, p. 22, scheda n. 25), il pannello in velluto tessuto intorno al 1765 dalla "Fabbrica de Fratelli Cavenezia Bortolamio in Venezia" e conservato presso il Centro studi di storia del tessuto e del costume (D. Davanzo Poli, Dalle origini alla caduta della Repubblica, in D. Davanzo Poli, S. Moronato, Le stoffe dei veneziani, Venezia 1994, pp.84-85), il parato in taffetas liseré broccato, datato al 1770 ed atribuito a manifattura italiana della collezione Cini e datati al 1760-1765 (D. Davanzo Poli, La collezione Cini dei Musei Civici Veneziani. Tessuti Antichi, in "Civici Musei Veneziani d'Arte e di Storia. Bollettino", n. 1-4, 1989, p. 178, scheda n. 160) e l'insieme liturgico, confezionato in satin broccato di manifattura francese del 1750, pubblicato da Aribaud (C. Aribaud, Soiries en Sacristie. Fastes liturgiques XVII-XVIII siècle, Parigi 1998, p. 151, scheda n. 51).; In assenza di documenti, il tessuto può essere ascritto ad una manifattura italiana
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100198911-0
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 2001
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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