RITRATTO DEL CANONICO GIOVENALE BARACCO
dipinto,
Il benefattore è ritratto al centro del dipinto, a tre quarti di figura. Il corpo, leggermente ruotato a sinistra, poggia a un tavolinetto, su cui sono collocati un crocifisso di piccole dimensioni, il copricapo del canonico ed un biglietto. Giovenale Baracco regge con la mano destra il breviario; in basso, a destra, appoggiato al bordo che sovrasta l'iscrizione, è raffigurato un foglio fittamente scritto. La tela è provvista di cornice seriale
- OGGETTO dipinto
- AMBITO CULTURALE Ambito Fossanese
- LOCALIZZAZIONE FOSSANO (CN)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE In data 1834, il canonico Baracco, con suo ultimo testamento del 14 gennaio 1829, istituisce quale erede universale il Regio Ospizio di Carità.Dapprima accolti nel Castello trecentesco di Fossano, i 57 quadri del Regio Ospizio di Carità sono attualmente in parte (70) in deposito nella Chiesa del Gonfalone per la formazione di una quadreria civica (anche se la sede definitiva prescelta è la sacrestia della Chiesa di San Giovanni), in parte (27) sono stati ritirati dal legittimo proprietario, il Centro di Addestramento Professionale (CAP). Il CAP ha accolto l'eredità del Regio Ospizio di carità, i cui benefattori sono stati effigiati nelle tele schedate. L'antica Opera Pia nasce per porre rimedio al grave problema dell'accattonaggio. Esistente sin dal 1718 sotto il nome di Congregazione di Carità, ha come specifico la cura e la tutela dei mendicanti, opponendosi all'abitudine dell'elemosina "indiscriminata", che non fa distinzione tra i realmente bisognosi e non. Divenuto, in data 1825, Regio Ospizio di Carità, da ricovero per mendicanti successivamente si pone quale opera di assistenza per i giovani abbandonati, senza famiglia. Con decreto ministeriale del 1961, la denominazione dell'antica Opera Pia è mutata in Centro di Addestramento Professionale. Con decreto della Regione Piemonte del 1991, il CAP ha acquisito la personalità di Ente morale di diritto privato. L'attuale palazzo, dove sono custoditi i quadri, è nella parte nuova della città; in questa sede si svolgono attività ricreative e di doposcuola. L'antico palazzo del Regio Ospizio, opera del Quarini, in via San Giovanni Bosco ospita attualmente l'Istituto Tecnico "Tesauro". La quadreria del Regio Ospizio di Carità non è che una parte del ricco patrimonio iconografico delle opere pie fossanesi. Sebbene non sia insolito ritrarre i benefattori ed esporne i quadri, unicamente (stando alle conoscenze attuali) nella città di Fossano vige la tradizione di appenderli sulle facciate dei palazzi della via principale della città una volta l'anno. Questo avviene nel giorno della festa del santo patrono, San Giovenale, che cade nella prima domenica di maggio. Attualmente, i quadri dei benefattori sono circa seicento, ma in origine, fermo restando ad elenchi compilati nella prima metà dell'Ottocento, dovevano essere ben più numerosi. Occorre ricordare, inoltre, che soltanto un terzo circa dei quadri viene esposto nel giorno della festa patronale; le restanti tele versano in condizioni tali da escluderne la collocazione, anche solo giornaliera, sulla pubblica via e necessitano di restauro. Il merito di aver dato inizio alla tradizione ritrattistica dei quadri dei benefattori in Fossano spetta, secondo gli studi del prof. Giorgio Barbero, all'Ospedale Maggiore che, in data 1613, commissiona 12 ritratti. La tela più antica, tuttavia, pervenuta dell'Ospedale è del 1572. Attualmete, le opere pie che conservano ritratti dei benefattori sono l'Ospedale Maggiore, fondato nel 1382 (218 tele), il Monte di Pietà, del 1591 (45 tele); il Seminario, fondato nel 1604 (36 dipinti), l'Opera Pia Sant'Anna, del 1652 (29 dipinti); l'Ospizio di Carità, del 1718 (57 dipinti); l'Opera Oggero-Brunetti, del 1785 (55 dipinti); l'Istituto Monsignor Craveri, del 1836 (83 dipinti); l'Istituto Figlie della Divina Provvidenza del 1876 (83 dipinti); l'Istituto Monsignor Signori, fondato nel 1913 (71 ritratti, quasi tutti fotografici). Il problema che si presenta nell'esaminare non solo i quadri dell'Ospizio di Carità, ma anche le restanti tele delle altre Opere Pie cittadine, è l'assenza di documentazione relativa non al benefattore ma alla tela in sè: non si hanno notizie circa i dipinti, gli artisti, le spese sostenute per l'esecuzione dell'opera, e così via. E' un dato che stupisce alquanto, dal momento che gli archivi delle Opere Pie hanno restituito quantità notevoli di notizie, anche le più minute. Questo silenzio induce a pensare che non fossero le Opere Pie a commissionare e a pagare il ritratto, ma che piuttosto l'elargizione stessa desse diritto al benefattore di fregiarsi, a proprie spese, di una tela da esporre pubblicamente. E' unicamente un'ipotesi di lavoro, che meriterebbe ulteriori approfondimenti. Se anche così fosse, tuttavia, rimarrebbero le debite eccezioni: è il caso della tela del Regio Ospizio del Cavalier Clementino Celebrini di San Martino. Come proclama l'iscrizione, in seguito altestamento di costui, gli "administratores" avrebbero posto in suo onore la tela (scheda n. 29). Il fatto si ripete per un benefattore del Monte di Pietà, Agostino Bava Beccaris conte di Costigliole. L'iscrizione proclama che i rettori della Pia Istituzione, collegialmente, deposero l'immagine di propria iniziativa ("hac icone ultroneae posita"). (segue in OSS)
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà privata
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100142060
- NUMERO D'INVENTARIO 27
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
- DATA DI COMPILAZIONE 1996
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
- ISCRIZIONI in basso - Canonicus Iuvenalis Baracco Civis Fossanensis;/ Vend. seminarii oeconomus, hujius Regii Hospitii,/ etiam dum inter vivos ageret Benefactor - a pennello - latino
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0