PIETA'
Su uno sperone roccioso è seduta la Vergine, raffigurata con il volto maturo e dolente, con la bocca aperta e la fronte aggrottata. La veste è quasi del tutto ricoperta da un lungo velo. Sulle sue ginocchia poggiano le braccia del Cristo deposto; il capo è totalmente riverso su una spalla sulla quale si poggia, a trattenerlo, la mano della Vergine. Gli occhi sono chiusi e la bocca aperta in una smorfia di dolore. L'altro braccio del Cristo è sollevato dalla madre. Il busto è rappresentato frontalmente, mentre le gambe sono piegate ed il peso del corpo ricade sulle ginocchia. Sulla sinistra, parzialmente nascosto dalla veste della Vergine, è rappresentato un angelo piangente che tocca con la mano il braccio del Cristo. La scultura poggia su alto basamento a sezione ottangolare formata da alto zoccolo, dal profilo superiore modinato, pareti lisce con specchiature a finto marmo, e profilo superiore che delimita il piano di appoggio, analogamente sagomato
- OGGETTO GRUPPO SCULTOREO
-
MATERIA E TECNICA
MARMO BIANCO
-
MISURE
Altezza: 42.5 cm
Larghezza: 29 cm
- AMBITO CULTURALE Manifattura Italiana
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Palazzo Chiablese
- INDIRIZZO Piazza San Giovanni, 2, Torino (TO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Nonostante l'assenza di etichette inventariali, l'opera appare riconoscibile nel gruppo in marmo su piedistallo nero e giallo documentato nel Palazzo Reale di Torino, presso la "Camera attigua della tribuna della R.a Cura" e nuovamente indicato, in un inventario di metà secolo, presso la, non meglio identificata, stanza n. 53. Pur nella non elevata qualità del modellato, la composizione riprende, nella posa del Cristo, la Deposizione, meglio nota come Pietà, di Michelangelo Buonarroti (Caprese/AR, 1475-Roma, 1564), in marmo bianco, parzialmente non finito, di Firenze, presso il Museo dell'Opera del Duomo dal 1980, cfr. A. Paulucci, Michelangelo le Pietà, Milano, 1997, pp. 84-86. La scultura originale, nella quale, a fianco de Cristo, sono rappresentati Nicodemo e la Maddalena, ripetutamente ricodata nelle Vite di Giorgio Vasari (Arezzo, 1511-Firenze, 1574), fu probabilmente iniziata negli ultimi anni quaranta del Cinquecento e doveva essere utilizzata per la sepoltura dell'artista stesso che vi si sarebbe addirittura effigiato nell'immagine dell'anziano uomo. Abbandonata dall'artista, e parzialmente rotta dallo stesso, finì nelle mani di Pierantonio Bandino che la collocò nella sua vigna di Monte Cavallo; tra il 1652 e il 1674, per interessamento del granduca di Toscana Cosimo III, la scultura fu trasferita a Firenze, nella cripta di S. Lorenzo, quindi nel 1721 in duomo, dietro il coro e, nel 1933, in una delle cappelle della tribuna nord. Una simile posa del Cristo si può rintracciare anche in una tela attribuita storicamente a Guido Reni (Bologna, 1575-1642) e rappresentante la "Trinità" nella chiesa di analoga intitolazione a Marino (Roma), cfr. E. Baccheschi, L'opera completa di Guido Reni, Milano, 1971, p. 116, tav. XVIII. La celebre scultura fu, dunque, oggetto di citazioni in opere di altri artisti, copie e traduzioni incisorie delle stesse che fornirono ispirazione anche per l'oggetto in esame
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
-
CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100087972
- NUMERO D'INVENTARIO 2107
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Musei Reali - Palazzo Reale
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
- DATA DI COMPILAZIONE 1993
-
DATA DI AGGIORNAMENTO
2005
2016
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0