TURIBOLO, opera isolata di Biesta, Domenico (primo quarto sec. XIX)

TURIBOLO, post 1814 - ante 1824

Piede a sezione circolare; fascia con motivo continuo a foglie su fondo puntinato. Coppa con ampio decoro a foglie lanceolate nella parte inferiore. Fascia, in corrispondenza dell'innesto degli anelli, con cartelle rettangolari con ornato a loasanghe, framezzate da corolle di fiori e testine angeliche con ali sbalzate ed applicate. Coperchio a campanula con fascia inferiore analoga a quella del piede. Nella parte centrale, in corrispondenza delle aperture, cornici filettate ornate da drappi pendenti che ricorrono anche tra i fori. In prossimità della parte terminale, ornata analogamente con foglie, motivo a festoni vegetali trattenuti da medaglioni circolari. Tre catene con maglie ovali. Impugnatura piriforme con doppia fascia, analoga al piede, in corrispondenza delle estremità

  • OGGETTO TURIBOLO
  • MATERIA E TECNICA argento/ cesellatura
    argento/ fusione
    argento/ sbalzo
    argento trafilato
  • MISURE Diametro: 13 cm
    Altezza: 30 cm
    Lunghezza: 96 cm
  • ATTRIBUZIONI Biesta, Domenico (1759/ Notizie Fino Al 1824)
  • LOCALIZZAZIONE Palazzo Reale
  • INDIRIZZO piazzetta Reale, 1, Torino (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE [continuazione DESO] L'oggetto è conservato entro custodia formata da una base, poggiante su quattro piedi circolari in metallo dorato, rivestita di carta marmorizzata monocroma azzurra, a tronco di cono in cartoncino rivestito in pelle zigrinata verde (diametro 10.3/ altezza 6.5) e da un corpo floscio in pelle scamosciata avorio con un cordoncino verde all'estremità per chiuderla (altezza 32.5 ca.). L'esemplare fu acquisito nel patrimonio di argenterie della Reale Cappella della SS. Sindone con bolletta di carico n. 10 del 12 Gennaio 1927, indicante la provenienza da Moncalieri, unitamente ad una navicella in argento e ad un ostensorio. Lo stesso turibolo, inoltre, è registrato in una Bolletta di Carico relativa alla Cappella della SS. Sindone, datata al 12 gennaio 1926, con la medesima indicazione. Nell'inventario del castello di Moncalieri del 1909 è indicata, a margine, una nota di scarico del 1 marzo 1926, bolletta n. 19 e l'ggetto risulta conservato nella Reale Cappella della residenza al piano terreno ove è documentato, attraverso le indicazioni inventariali, almeno dal 1860 con la relativa navicella. Negli anni tra il 1926 e il 1939 si smantellarono diversi ambienti aulici nella residenza di Moncalieri, in particolare l'appartamento di Maria Letizia e di suo figlio il conte di Salemi, e buona parte dell'arredo venne ridistribuito tra le altre sedi della corte sabauda e vari enti pubblici, compresa la Provincia di Torino che ottenne, dipinti, alcuni arredi e sculture, in parte provenienti dalla cosiddetta "Sala Gialla" del castello, per decorare la sala da pranzo del Prefetto e altre stanze di rappresentanza nella sede allora sita in piazza Castello 9 (C. E. Bertana, Note sull'arredo degli Appartamenti Reali del Castello di Moncalieri nel XIX e XX secolo, in F. Pernice (a cura di), Il Castello di Moncalieri. Restauri 1989-1990, Torino, 1990, pp. 116-117). Non dovette trattarsi, forse, della prima volta in cui l'oggetto giungeva alla Cappella della SS. Sindone dal momento che è ripetutamente documentata, tra il XVII ed il XIX secolo, la circolazione e lo spostamento di sede delle suppellettili sacre, come confermava anche, nell'inventario del 1860, il concierge, Luigi Fino, che, riguardo alla Cappella del Castello di Moncalieri, precisava, a margine dello stesso, nella voce Annotazioni: "N. B. Tutti gli oggetti d'arredo della Cappella R.le e della Sacrestia non sono per uso invalso propriamente dati in custodia al Concierge, ma ne tiene cura il sacrista, il quale provvede alle esigenze del servizio concertandosi con il sacrista della Cappella della SS. Sindone in Torino, il quale prende poi gli ordini superiori in proposito dal R. Guardamobili cosiché sovente succedono cambi di paramenti, ed arredi senza che il concierge locale ne sia informato." Il marchio di assaggio di Giuseppe Vernoni (1754-notizie fino al 1824), analogo nella forma a quello di controassaggio usato nel Sei e Settecento, ed il punzone relativo al primo titolo dell'argento in uso presso la zecca di Torino tra il 1814 ed il 1824, frutto della nuova regolamentazione imposta al ritorno dei Savoia in Piemonte, che comportò il rifiuto del ripristino del sistema metrico decimale utilizzato dal governo francese e il parziale ripristino della normativa precedente, chiaramente riconoscibili sull'oggetto, permettono di ipotizzare una datazione tra il secondo e il terzo decennio dell'Ottocento, cfr. A. Bargoni, Mastri orafi e argentieri in Piemonte dal XVII al XIX secolo, Torino, 1976, pp. 14-15, 28,29, tavv. III, X. Il marchio di Giuseppe Vernoni compare assai di frequente sulle argenterie piemontesi, data anche la lunga carriera del personaggio: nominato assaggiatore della Regia Zecca nel 1779, primo assaggiatore durante il periodo dell'occupazione napoleonica, carica mantenuta anche al ritorno della corte sabauda, nel 1817 ottenne la nomina di Controllore dell'Ufficio del Controllo Generale delle R. Finanze. Il punzone dell'argentiere, per quanto scarsamente leggibile, potrebbe essere identificato in quello del poco noto Domenico Biesta (Torino, 1759-notizie oltre il 1824), autore di lavori per la corte oggi a Roma, al Quirinale, contraddistinto dal marchio con "L'insegna dei Bracci di San Francesco con la Croce in mezzo e le lettere D.B.", documentato nel 1803 come firmatario di una petizione, ammesso mastro argentiere nel 1814 e consigliere della Congregazione degli Orefici tra il 1818 e il 1822, cfr. Ibidem, pp. 56, 265, fig. B 106; C. Briganti, Argentieri piemontesi al Quirinale, in A.Griseri-G. Romano (a cura di), Porcellane e argenti del Palazzo Reale di Torino, catalogo della mostra (Torino, Palazzo Reale, settembre-dicembre 1986), Milano, 1986, p. 188. Anche il dato stilistico, contraddistinto da ornati a fasce di foglie lanceolate e a festoni di foglie di alloro disposti con rigida simmetria di gusto classicista, confermerebbe tale datazione. [le Notizie storico-critiche continuano in Annotazioni]
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100087963
  • NUMERO D'INVENTARIO 2097/ 349 D.C
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Musei Reali - Palazzo Reale
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1993
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2005
    2016
  • ISCRIZIONI sotto base custodia/ su etichetta rett. dent. inc - MONCALIERI/ D.C./ 985/ 1908/ [al di sopra, a matita nera, corsivo, "turibolo"] - caratteri numerici - a impressione nero -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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