RELIQUIARIO, opera isolata - produzione piemontese (metà sec. XIX)

RELIQUIARIO post 1840 - ante 1860

Cornice di profilo e luce rettangolare con vetro. Battuta liscia; fascia liscia impiallacciata con varie essenze che formano una profilatura esterna ed interna ed un motivo decorativo lungo tutti e quattro i lati con coppie di foglie lanceolate disposte lungo un ramo stilizzato. Sul retro, in alto, gancio metallico circolare, fissato con due viti, con nastro rosa per sospensione. Interno con fondo in raso di seta rosso, profilato da gallone in oro lamellare con motivo a ventaglietti. Una serie di medaglioni ovali, in cannutiglia dorata ed argentata, sono posti lungo tutto il profilo, entro ciascuno di essi sono collocate due reliquie su frammento di carta romboidale, con relativi cartigli. La stessa cannutiglia, in tre diversi tipi, descrive, al centro, le iniziali M A intrecciate e sormontate da corona con croce apicale, al di sotto della quale è, analogamente, disegnata una mezzaluna

  • OGGETTO RELIQUIARIO
  • MATERIA E TECNICA filo d'oro
    argento/ filigrana
    CARTA
    filo d'argento
    legno, intaglio
    legno/ intarsio
    METALLO
    metallo/ argentatura
    paillettes
    seta/ raso
    seta/ taffetas
    VETRO
  • MISURE Altezza: 34 cm
    Larghezza: 26.5 cm
  • AMBITO CULTURALE Produzione Piemontese
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Palazzo Chiablese
  • INDIRIZZO Piazza San Giovanni, 2, Torino (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE [continuazione DESO] Gli spazi interni ed esterni al disegno sono colmati da reliquie poste su frammenti di carta romboidale, con cartigli, fiori in carta colorata a 6 petali, paillettes argentate ed applicazioni in metallo colorato a forma di fiore con 8 e 6 petali, a giglio, a stella a 5 punte e foglie. Negli angoli sono poste 4 rosette di paillettes e cannutiglia ed ai lati del monogramma sono disegnate due losanghe con i medesimi materiali. Sul retro, cinque sigilli in ceralacca rossa fissano un nastro di taffetas di colore rosa antico. Nonostante un'indicazione inventariale su etichetta riconoscibile, per la forma ovale come quella in uso durante la compilazione degli inventari del 1880, (cfr. L. Leoncini, Regno di Sardegna, in E. Colle (a cura di), Gli inventari delle corti. Le guardarobe reali in Italia dal XVI al XX secolo, Firenze, 2004, p. 296, fig. 12), il reliquiario risulta indicato solamente nell'ultimo inventario (1966) del patrimonio di suppellettili della Cappella della SS. Sindone, ma non figura in quelli compilati a cavallo tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento, dediti a ricordare esclusivamente gli arredi sacri realizzati in materiali preziosi. L'iscrizione, solo parzialmente leggibile, presente sotto il sigillo, sul quale lo stemma, non corrisponde a nessuno degli arcivescovi torinesi, sembrerebbe ricondurre ad una produzione in ambito conventuale, confermata dalla bibliografia relativa a questa particolare tipologia di reliquiario. L'esemplare in esame risponde, infatti, alla tipologia detta "paperole", documentata a partire dal XVII secolo, il cui nome deriva dal termine francese con il quale sono chiamate le strisce di carta dorate, variamente arrotolate, che costituiscono l'elemento dominante della composizione ornamentale, che spesso imita o trae spunto da ricami, miniature o dall'oreficeria. La costanza con la quale tale produzione è stata ripetuta, fino al XX secolo, rende difficile la datazione del reliquiario, in assenza di ulteriori riferimenti. Le paperoles, eseguite in quasi tutti i paesi cattolici, sono documentate, per quanto limitati siano ad oggi gli studi sull'argomento, soprattutto in Francia, Austria ed Italia. In Torino, in particolare, oltre alla produzione da parte delle monache carmelitane, spiccarono le visitadine e le suore del Cottolengo. Raramente tali reliquiari potevano essere acquistati; per lo più venivano dati in dono ad importanti benefattori dei conventi o erano confezionati per ornare cappelle interne a chiese dei rispettivi ordini religiosi. La disposizione delle reliquie, all'interno dell'elaborata decorazione, risponde, solitamente, ad un piano teologico preciso, talvolta non immediatamente identificabile (L. Borello-P. P. Benedetto, Paperoles le magnifiche carte, Torino, 1998, pp. 8-15). Le iniziali sormontate da corona potrebbero alludere, in particolare, alla regina Maria Antonia Ferdinanda di Spagna (Siviglia, 1729-Torino, 1785), moglie di Vittorio Amedeo III (Torino, 1726-1796) o a Maria Adelaide (Milano,1822-Torino, 1855), consorte di Vittorio Emanuele II; nonostante la distanza cronologica tra le due sovrane, la caratteristica ripetitività nelle tipologie di tali oggetti, non permette di precisare con certezza, in assenza di ulteriori dati, la datazione. La presenza di reliquiari di produzione monastica, nell'ambito delle collezioni sabaude, è confermato da una lettera, datata 3 maggio 1872, dell'ispettore del Regio Mobiliare, Francesco Lubatti, all'Amministrazione della Casa di S.M. in Torino, nella quale si ricorda la presenza, nel Regio Guardamobili, di numerosi esemplari donati alle regine Maria Teresa Asburgo Lorena (Vienna, 1801-Torino, 1855) e Maria Adelaide Asburgo-Lorena (Milano,1822-Torino, 1855) in occasione delle ripetute visite ai monasteri femminili torinesi. Per un confronto si vedano, U. Bock-G. Sporbeck-Bressem-K. Weinbrenner, schede , in A. Legner (a cura di), Reliquien verehrung und verklärung, catalogo della mostra, Köln, 1989, pp. 234-235, nn. 82-84, 237-238, nn. 86-87, 256-258, nn. 132-136, 138, 260-262, nn. 144-145, 276, n. 183, 291, n. 217
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100087957
  • NUMERO D'INVENTARIO 1965
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Musei Reali - Palazzo Reale
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1993
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2005
    2016
  • ISCRIZIONI teca/ interno - M A intrecciate - caratteri numerici - a penna/ nero -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

ALTRE OPERE DELLO STESSO PERIODO - post 1840 - ante 1860

ALTRE OPERE DELLA STESSA CITTA'

ALTRE OPERE DELLO STESSO AMBITO CULTURALE