RELIQUIARIO - A MEDAGLIONE, opera isolata - manifattura italiana (prima metà sec. XVIII)
reliquiario a medaglione
post 1700 - ante 1749
Teca di luce ovale con vetro. Cornice a fascia liscia; gancio di forma ovale per sospensione con cordino rosso annodato. All'interno, fondo in gros de tour lanciato rosa con filo in oro lamellare sul quale sono adagiate le reliquie; al di sotto e al di sopra di esse, cartigli rettangolari con iscrizione su una riga. Lungo il perimetro interno della teca è posta una cornice ovale in cannutiglia intrecciata con argento lamellare
- OGGETTO reliquiario a medaglione
-
MATERIA E TECNICA
argento/ filigrana
argento/ laminazione
CARTA
filo di seta/ gros de Tours/ trama lanciata
VETRO
-
MISURE
Profondità: 1.1 cm
Altezza: 5.2 cm
Larghezza: 4 cm
- AMBITO CULTURALE Manifattura Italiana
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Palazzo Chiablese
- INDIRIZZO Piazza San Giovanni, 2, Torino (TO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Stesso numero d'inventario del 1966 anche per schede 97954, 55, 56. Il reliquiario è ricordato, senza alcuna descrizione, nell'ambito di un gruppo di cinquanta esemplari conservati entro una bacheca non reperita, nell'inventario del 1966, ma non è menzionato in quelli, relativi al patrimonio della Cappella della SS. Sindone, compilati tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento dal momento che vi vennero incluse soltanto le suppellettili sacre realizzate in materiali preziosi. La teca contiene una reliquia di s. Andrea Avellino (Castronuovo/PT, 1521-Napoli, 1608), sacerdote dal 1545, dopo una guarigione quasi miracolosa decise di vestire l'abito dei Teatini, divenendone, in seguito, uno degli esponenti di spicco e fondando a S. Paolo Maggiore a Napoli il primo studio teologico dell'ordine, cfr. F. Andreu, voce, Andrea Avellino, santo, in Bibliotheca Sanctorum, Roma, 1961, vol. I, pp. 1118-1123. La data di canonizzazione, 1712, non permette di precisare sufficientemente la datazione dell'esemplare in esame che potrebbe essere stato prodotto in ambito napoletano, ove godeva di particolare culto. Da un punto di vista stilistico, l'esemplare in esame risponde alla tipologia di una particolare forma di reliquiario, detto "paperole", documentato a partire dal XVII secolo, il cui nome deriva dal termine francese con il quale sono chiamate le strisce di carta dorate, variamente arrotolate, che costituiscono l'elemento dominante della composizione ornamentale, che spesso imita o trae spunto da ricami, miniature o dall'oreficeria. La costanza con la quale tale produzione è stata ripetuta, fino al XX secolo, rende difficile la datazione del reliquiario, in assenza di ulteriori riferimenti. Le paperoles, eseguite in quasi tutti i paesi cattolici, sono documentate, per quanto limitati siano ad oggi gli studi sull'argomento, soprattutto in Francia, Austria ed Italia. In Torino, in particolare, oltre alla produzione da parte delle monache carmelitane, spiccarono le visitadine e le suore del Cottolengo. Raramente tali reliquiari potevano essere acquistati; per lo più venivano dati in dono ad importanti benefattori dei conventi o erano confezionati per ornare cappelle interne a chiese dei rispettivi ordini religiosi. La disposizione delle reliquie, all'interno dell'elaborata decorazione, risponde, solitamente, ad un piano teologico preciso, talvolta non immediatamente identificabile (L. Borello-P. P. Benedetto, Paperoles le magnifiche carte, Torino, 1998, pp. 8-15). La presenza di reliquiari di provenienza conventuale, nell'ambito delle collezioni sabaude, è confermato da una lettera, datata 3 maggio 1872, dell'ispettore del Regio Mobiliare, Francesco Lubatti, all'Amministrazione della Casa di S.M. in Torino, nella quale si ricorda la presenza, nel Regio Guardamobili, di numerosi esemplari donati alle regine Maria Teresa Asburgo Lorena (Vienna, 1801-Torino, 1855) e Maria Adelaide Asburgo-Lorena (Milano, 1822-Torino, 1855) in occasione delle ripetute visite ai monasteri femminili torinesi. U. Bock-G. Sporbeck-Bressem-K. Weinbrenner, schede , in A. Legner (a cura di), Reliquien verehrung und verklärung, catalogo della mostra, Köln, 1989, pp. 255, n. 131, 259-260, n. 143, 262, n. 146, 264, n. 150, 274-276, nn. 176-182, 292-293, n. 220, 305-306, nn. 262-266, 307-311, nn. 274-290, 329-331, nn. 359-363; A. Bicchi-A. Ciandella (a cura di), Testimonia Sanctitatis. Le reliquie e i reliquiari del Duomo e del Battistero di Firenze, Firenze, 1999, pp. 69-70, n. 29; M. G. Molina, Un'analisi dei gioielli genovesi nei dipinti, negli inventari, nei tesori, in F. Boggero (a cura di), Gioie di Genova e Liguria oreficeria e moda tra Quattro e Ottocento, Genova, 2001, p. 112, figg. 73-74; J. Andlaver, scheda n. 339, in Les domenicaines d'Underlinden. Catalogues des oeuvres, Parigi, 2001, vol. II, pp. 185-186
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
-
CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100087953
- NUMERO D'INVENTARIO 1968
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Musei Reali - Palazzo Reale
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
- DATA DI COMPILAZIONE 1993
-
DATA DI AGGIORNAMENTO
2005
2016
- ISCRIZIONI teca/ interno/ entro cartiglio - Ex subucula S. Andrea Avelini - corsivo - a penna/ nero - latino
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0