PUTTI/ ELEMENTI DECORATIVI A VOLUTA

APPLIQUE post 1700 - ante 1749

Cornice di forma mistilinea, decorata da elementi a voluta; luce analogamente mistilinea. Nella parte centrale, di maggior diametro, agli elementi a voluta si sovrappongono foglie di acanto. Nella parte terminale sono scolpiti due putti affrontati, rappresentati fino al busto, affiancati da foglie di acanto. Al centro, mascherone con sembianza di animale feroce o lupo. Al di sopra di esso, un elemento a rocchetto nel quale è inserito un gancio metallico di forma circolare per la sospensione. Sostegno metallico applicato sul retro non scolpito e non verniciato

  • OGGETTO APPLIQUE
  • MATERIA E TECNICA legno/ doratura
    legno, intaglio
    legno/ scultura
    metallo/ fusione
  • MISURE Profondità: 7 cm
    Altezza: 53 cm
    Larghezza: 47 cm
  • AMBITO CULTURALE Produzione Piemontese
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Palazzo Chiablese
  • INDIRIZZO Piazza San Giovanni, 2, Torino (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La coppia di appliques, indicate separatamente, è ricordata, per la prima volta, nell'inventario patrimoniale del 1880, rispettivamente, lungo la scala di accesso dalla cappella della SS. Sindone alla chiesa di S. Giovanni e in un magazzino attiguo alla cappella stessa; nell'inventario del 1911, invece, i due esemplari sono collocati in un deposito attiguo a Palazzo Reale. Tuttavia, ad un'analisi stilistica, sia per quanto attiene alla lavorazione del legno, sia per gli evidenti motivi decorativi di gusto rocailles, si vedano sia le aggraziate testine angeli a tutto tondo sul fastigio, nonché gli ornati a voluta variamente disposti lungo tutto il profilo, permettono di ipotizzare, pur in assenza di documenti, una datazione entro la metà del XVIII secolo. Si vedano, per un confronto, alcune cartaglorie di produzione valsesiana, dipinte da Giovanni Antonio Orgiazzi il Vecchio, di analoga datazione, provenienti dalla chiesa parrocchiale di Campertogno, sede di culto che, grazie alla generosità di alcuni donatori, potè vantare interventi sia architettonici che pittorici da parte di artisti attivi per la corte sabauda, cfr. G. Testori-S. Stefani Perrone (a cura di), Artisti del legno. La scultura in Valsesia dal XV al XVIII secolo, Borgosesia, 1985, p. 265, figg. 259-260. La diffusione di tali tipologie con motivi a girali e testine angeliche a tutto tondo, appare attestata, fino oltre la metà del secolo, in tutto il territorio del Regno di Sardegna, come dimostra il confronto con una muta di carteglorie, datata tra il 1760 e il 1780, opera di argentiere sassarese, cfr. M. Porcu Gaias, Il Museo Diocesano di Sassari ori, argenti, paramenti, Nuoro, 2002, pp. 78-79, n. 44. Gli stilemi rocailles ben evidenti nella coppia di esemplari in esame ebbero, come noto, grazie anche alla pubblicazione di repertori a stampa, una larga diffusione internazionale; per un confronto con cartaglorie che presentano tipologia simile, datate al quarto decennio del XVIII secolo, di produzione romana, cfr. C. Cerretelli, La Pieve e la Cintola le trasformazioni legate alla reliquia, in La Sacra Cintola nel Duomo di Prato, Prato, 1995, pp. 145-147, oppure, di analoga provenienza e cronologia, una muta di cartegloria conservata presso la Collegiata di Sinalunga, cfr. B. Santi, scheda n. 16, in R. Longi-L. Martini (a cura di), Arte e storia nella Collegiata di Sinalunga, Chiusi, 1995, pp. 122-123
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100087917-0
  • NUMERO D'INVENTARIO 2403-2404/8542-8524
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Musei Reali - Palazzo Reale
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1993
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2005
    2016
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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