CUSTODIA DI CALICE, opera isolata - manifattura piemontese (fine/ inizio secc. XVIII/XIX)

CUSTODIA DI CALICE post 1790 - ante 1810

Custodia, sagomata, per contenere sia il calice che la patena. Struttura rigida formata da un tronco di cono rovesciato e due cilindri, uno di diametro minore, in corrispondenza del fusto, uno di diametro maggiore, in corrispondenza della base, in cartone rivestito in cuoio marrone. L'oggetto è costituito da due parti corrispondenti unite da cerniere metalliche; chiusura con quattro ganci metallici. In corrispondenza dell'orlo della coppa del calice, dell'attaccatura al fusto e del settore a sezione circolare più ampia, è impresso sul cuoio un motivo decorativo a racemi con foglie, stilizzato. Al centro della sezione del fusto è impresso un fiore, simile ad un tulipano. Rivestimento interno in pelle scamosciata avorio. La base poggia su tre piedi a sezione circolare in metallo dorato

  • OGGETTO CUSTODIA DI CALICE
  • MATERIA E TECNICA CARTONE
    cuoio/ impressione
    metallo/ doratura
    metallo/ fusione
    PELLE
  • MISURE Diametro: 18 cm
    Altezza: 29.5 cm
  • AMBITO CULTURALE Manifattura Piemontese
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Palazzo Chiablese
  • INDIRIZZO Piazza San Giovanni, 2, Torino (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Pur non essendo state reperite specifiche informazioni, né inventariali, né archivistiche riguardo all'esemplare in esame, e, nonostante i ripetuti scambi e sostituzioni di oggetti, o parti di essi, dovuti al frequente trasferimento della suppellettile sacra, realizzata in materiali preziosi, da una residenza all'altra, esso potrebbe essere stato realizzato nel corso del XVIII secolo, come attestano i motivi floreali ed i festoni a racemi di gusto rocailles impressi sulla superficie. Si ricordi che tra l'ottavoe l'ultimo decennio del Settecento è ripetutamente documentato per la realizzazione di "stucchij coperti di corame", destinati a custodire suppellettili sacre il "baullaro" Bartolomeo Compajre. Pur non possedendo estremi cronologici di riferimento, inoltre, è stato segnalato dalla bibliografia il nome di un altro astucciaro, Giacomo Costa "dietro la Chiesa di San Tommaso vicino ai due Bovi rossi", cfr. G. Fina, L'argenteria torinese del Settecento, Chieri, 2002, p. 152. Vi è da considerare, tuttavia, che sia le tipologie, sia i materiali impiegati presentano una certa uniformità anche al di fuori dell'ambito del Regno di Sardegna, si vedano, per un confronto, alcuni esemplari di custodie per calici ed altri oggetti per uso liturgico, datati tra il XVII e il XVIIII secolo, alcuni dei quali con stemma Lambertini, conservati a Bologna, nel Tesoro di San Pietro, cfr. F. Varignana (a cura di), Il Tesoro di San Pietro in Bologna e papa Lambertini, catalogo della mostra (Bologna, San Giorgio in Poggiale, 20 settembre-14 dicembre 1997), Bologna, 1997, pp. 187-188, n. 31, tav. 39, p. 213, n. 74, tav. 40
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100087893
  • NUMERO D'INVENTARIO 2022/ 183 D.C
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Musei Reali - Palazzo Reale
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1993
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2005
    2016
  • ISCRIZIONI faccia superiore - Cappella della SS. SINDONE Torino/ abbinato a disegno con due angeli che reggono la SS. SINDONE - lettere capitali - a impressione/ rosso -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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