NAVICELLA, serie di Gaia, Innocenzo, Stagnon Giuseppe (primo quarto sec. XIX)
Piede a sezione circolare; fascia centrale con ornato a foglie stilizzate sovrapposte e profilo esterno perlinato. Fusto decorato, nella metà superiore, da foglie di acanto su fondo puntinato. Scafo con facce ornate, nella metà inferiore, da foglie di acanto su fondo puntinato, in quella superiore, da medaglione ovale centrale circondato da corona di alloro dalla quale si dipartono due festoni analoghi che poggiano sulle ali spiegate di due aquile. Coperchio incernierato con ornato a foglie di acanto entro cornici, su fondo puntinato in corrispondenza della valva, e, al centro, impugnatura a forma di aquilotto. Beccuccio ornato inferiormente con decoro floreale cesellato. Nello scafo, sulla sinistra, è innestata grossa foglia di acanto sbalzata che termina con ricciolo superiormente. Interamente dorato
- OGGETTO NAVICELLA
-
MATERIA E TECNICA
argento/ cesellatura
argento/ doratura
argento/ fusione
argento/ punzonatura
argento/ sbalzo
-
MISURE
Diametro: 8.5 cm
Altezza: 19 cm
Larghezza: 23 cm
-
ATTRIBUZIONI
Gaia, Innocenzo (1788/ 1853): argentiere
Stagnon Giuseppe (notizie Nel 1825): incisore
- LOCALIZZAZIONE Palazzo Reale
- INDIRIZZO piazzetta Reale, 1, Torino (TO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Appare probabile che la coppia di navicelle in esame possa identificarsi, per la descrizione particolareggiata delle stesse, con i due esemplari commissionati, unitamente a due turiboli, espressamente per la cappella della Sindone, nel 1824 a Innocenzo Gaya (notizie dal 1788 al 1853), in quegli anni alla direzione della Regia Oreficeria, del peso di once 60.1 e pagate L. 405.28 caduna per il solo materiale, per un totale, inclusi i turiboli, di L. 5395.92, somma indubbiamente di rilievo. L'anno successivo, a quanto risulta dalla documentazione, gli esemplari vennero poi affidati al Regio incisore Giuseppe Stagnon per incidervi le iniziali del sovrano e l'arme sabauda. Innocente Gaya, contraddistinto dal punzone con il "Re Davide", accompagnato dalle iniziali I G, fu ammesso mastro argentiere nel 1788; nel 1814 venne eletto consigliere della Corporazione torinese ed ottenne, con Regie Patenti, la nomina ad orefice della Real Casa con il permesso di tenere due botteghe, A. Bargoni, Maestri orafi e argentieri in Piemonte dal XVII al XIX secolo, Torino, 1976, pp. 126, 279, fig. G 10; A. Griseri, Argentieri piemontesi a Palazzo Reale, in A.Griseri-G. Romano (a cura di), Porcellane e argenti del Palazzo Reale di Torino, catalogo della mostra (Torino, Palazzo Reale, settembre-dicembre 1986), Milano, 1986, p. 145. Non sono noti, al momento, suoi lavori al di fuori della committenza di corte. La particolare natura della commissione è rilevabile anche dalla presenza di marchi particolari, che non corrispondono a quelli normalmente prescritti dai regolamenti in vigore nel Regno di Sardegna: si tratta, infatti oltre alla presenza del monogramma con le iniziali del sovrano intrecciate, del punzone relativo al I titolo dell'argento con le iniziali D 11 entro ovale frastagliato, utilizzato solo per le argenterie reali e rintracciato, per quanto attiene alla bibliografia esistente, su esemplari da tavola conservati nel Palazzo Reale di Torino e a Roma, al Quirinale, nonché del raro marchio con iniziali R O, stanti, probabilmente per Regia Oreficeria, contornato da rami di alloro e sormontato da corona, la cui funzione non è ancora stata chiaramente appurata, cfr. A. Bargoni, Gli argenti di Torino: Palazzo Reale 1963-1986, in A. Griseri, G. Romano (a cura di), Porcellane ed argenti nel Palazzo Reale di Torino, catalogo della mostra (Torino, Palazzo Reale) 1986, p. 146, n. 5, p. 148, n. 31. In un cucchiano, tuttavia, probabilmente non originale, invece dei marchi sin qui esaminati, figurano quelli consueti dell'assaggiatore entro ovale perlinato e del I titolo dell'argento in vigore dal 1814 al 1824, quando, con il ritorno dei Savoia in Piemonte, si ripristinaro i regolamenti in vigore prima dell'occupazione napoleonica, cfr. A. Bargoni, Mastri orafi e argentieri in Piemonte dal XVII al XIX secolo, Torino, 1976, pp. 14-15, tav. X. Le ripetute commissioni, promosse da Carlo Felice (Torino,1765-1831), per la ricostituzione del patrimonio di suppellettile ecclesiastica in materiali preziosi della Cappella della SS. Sindone, sono enfaticamente ricordate, pur senza ulteriori specificazioni, sin dalla monografia sulla sacra reliquia edita nel 1842, in occasione del matrimonio del principe Vittorio Emanuele (Torino, 1820-Roma, 1878), cfr. G. Melano, Notizie storiche, Torino, 1842, p. 44; nello stesso 1824 il sovrano commissionava al Gaya anche un ricco ostensorio, tutt'ora conservatosi. La coppia di turiboli, unitamente alle navicelle, per l'eccellente qualità tecnica e il ricco repertorio decorativo, vennero esposte alla mostra del 1980, cfr. P. Gaglia, scheda n. 660, in E. Castelnuovo, M. Rosci (a cura di), Cultura figurativa e architettonica negli Stati del Re di Sardegna/ 1773-1861, catalogo della mostra (Torino, maggio-luglio 1980), Torino, 1980, vol. II, pp. 615-616. L'autore della scheda osservava come gli ornati rimandassero a stilemi neoclassici riferibili ad una cultura tardo settecentesca e dunque realizzati dall'argentiere sul modello di originali perduti durante il periodo dell'occupazione napoleonica. Vi è da osservare, tuttavia, che motivi decorativi quali le fascie con foglie lanceolate, ripetute in più punti dell'oggetto, o i rigidi festoni di foglie di alloro disposti simmetricamente intorno ad un medaglione centrale, risultano essere assai comuni, magari con una resa meno curata, in esemplari di argenteria sacra attestati per tutta la prima metà dell'Ottocento, sebbene in questo caso la presenza, nella fascia centrale delle aquile, e sul coronamento del coperchio, vadano letti come elementi tesi a sottolineare la particolare natura di committenza regale [le Notizie storico-critiche continuano in Annotazioni]
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
-
CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Stato
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100087800-0
- NUMERO D'INVENTARIO 2025/82 S.M.-2027/85 S.M
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Musei Reali - Palazzo Reale
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
- DATA DI COMPILAZIONE 1993
-
DATA DI AGGIORNAMENTO
2005
2016
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0