Madonna del Rosario

dipinto,

Raffigura in alto la Madonna del Rosario con i santi domenicani (San Domenico e Santa Caterina da Siena); in basso i devoti inginocchiati in preghiera (gli uomini a sinistra e le donne a destra) tra cui si riconoscono Pio V e Filippo II di Spagna. Sulla sinistra si scorge una mano coin una spada, segno della mutilazione della tela su questo lato. Cornice a listelli in legno

  • OGGETTO dipinto
  • ATTRIBUZIONI Caccia Guglielmo Detto Moncalvo (scuola)
  • LOCALIZZAZIONE Andezeno (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'iconografia della pala si presenta qui nella sua più diffusa accezione di devozione domenicana propagata soprattutto da Papa Pio V Ghisleri che con la Bolla "Consueverunt Romani Pontifices " del 1569 indica per la prima volta la pratica rosariana come rimedio contro l'eresia (V. Natale, Vicende di un'iconografia pittorica: la Madonna del Rosario in provincia di Alessandria fra fine Cinquecento e inizio Seicento" in "PioV e Santa Croce di Bosco Marengo. Aspetti di una Committenza papale" catalogo a cura di C. E. Spantigati e G. Jeni, Boscomarengo 1985,pp.1808-1410). Nella tela di Andezeno manca però la raffigurazione della battaglia di Lepanto mentre compare il gruppo di nobildonne sulla destra;originariamente era ritratta Margherita di Brabante, mentre qui va riconosciuta invece Bianca di Castiglia, con la testa coronata. In area veneta invece la Santa coronata è identificata con la Regina di Cipro o con Santa Giustina (V. Natale, ibidem, p.412). Per gli altri personaggi femminili pare improponibile una identificazione mancando loro qualsiasi attributo. Gli stessi Filippo II e Pio V costituiscono un aggiornamento della più antica presenza dell'Imperatore e del Papa. Se si deve immaginare la pala nella sua struttura originaria, cioè con la corona dei misteri tutto intorno, il modello è prettamente moncalviano, presente in ambito locale a partire dalla omonima pala in S. Domenicola Chieri, con la variante della iconografia della Madonna del Rosario (A. Guarienti, La chiesa di S. Domenico a Chieri, Torino 1961,p.107-114). Il gruppo centrale presenta un'iconografia simile a quella della Madonna di Cioccaro, nella modestia della Vergine che si volge bénignamente a S. Caterina e che si ritrova anche nella Madonna del Rosario della parrocchiale di Borgo S. Martino, datata dal Romano al 1610 (G. Romano, scheda,pp.426,427,428, in cat. Pio V, cit.). Rispetto a tali varianti della produzione moncalviana, la tela di Andezeno propone un aggiornamento dei modelli ormai arcaici collocando la Vergine su un trono a guardare benigna la schiera dei fedeli; tali modelli rispondono a criteri diffusi a metà del'600 e sono legati alla conoscenza della produzione moncalviana sul territorio. Resta da chiarire il ruolo svolto dalla committenza, che fu la Confraternita del Rosario, collocata nella parrocchiale. Per le vicende relative alla Confraternita si rimanda alla scheda dell'altare del Rosario in parrocchiale. Per la diffusione della iconografia della madonna del Rosario, si veda V. Natale, op. cit. pp.398-450. La tela è menzionata per la prima volta sull'altare della Confraternita omonima dal Vescovo Beggiamo nel 1671 (Vis. past. f.65), nella antica parrocchiale dì San Giorgio martire: "altare S.S. Rosarii... quibust adest icona B.M.V. circumdata Mis. pred.mi Rosarii", accanto all'altar maggiore. Ne fu presumibilmente committente la confraternita stessa. Il dipinto non venne trasferito nell'Oratorio di San Marco dove si spostò invece la confraternita nel Periodo di ricostruzione della parrocchiale, dal 1749 al 1764, perché non è citato sull'altare del Rosario qui temporaneamente riedificato. Per contro viene collocato sull'altare relativo nella nuova parrocchiale dove mons. Rorengo di Rorà vede l'"antiqua icona praescripta, omnes imagines referente pro sodalitiis sub hoc titulo; Brevi tamen alia nova icona comparabitur et altare ipsum decentius reformabitur" (Vis. past. 1774, f. 190,190 V.). La tela doveva apparire di gusto ormai arcaico, se confrontata con la tela della scuola del Dauphin sull'altare vicino, e non adeguata allo sfarzo della nuova parrocchiale, che appariva "splendida" agli occhi dello stesso Arcivescovo (ibidem, f.178). E dunque viene trasferita nell'Oratorio dei disciplinanti appena è approntata la nuova immagine della Madonna del Rosario, sul finire dello stesso secolo o nei primi anni del successivo. Per garantire,l'immediata percezione della dedicazione dell'altare, e forse, per una sorta di legame affettivo con la propria tradizione, non vengono però rimosse le telette raffiguranti i misteri, che ancor oggi sono incorniciate sopra l'altare
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100055840
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1991
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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