Agnus Dei
Il velo omerale, bianco, è composto da un unico telo di seta, bordato da galloni argento filato (h cm 1,5) e foderato di taffetas avorio. Al centro è raffigurato l'agnello aureolato con un vessillo, e posato su un libro e su un motivo architettonico con modanature. E'a sua volta incorniciato da motivi fogliati disposti a volute. Lungo uno dei lati lunghi sono cuciti due fermagli d'argento a palmetta. Sui teli dei rametti di fiori sono disposti in file orizzontali alternate e simmetriche rispetto il motivo centrale dell'agnello. Il tutto è incorniciato da un motivo con rami fogliati e fiori (genziane, campanule e altri) disposti lungo i lati e con una composizione più complessa lungo quelli corti. Gros de Tours ricamato. Il ricamo è eseguito con fili di seta policromi e argento dorato filato e lamellare e paiettes applicate sul tessuto di fondo con seta gialla
- OGGETTO velo omerale
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MISURE
Altezza: 55
Lunghezza: 230
- AMBITO CULTURALE Manifattura Novarese
- LOCALIZZAZIONE Novara (NO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il velo omerale è conservato nel I cassetto, lato occidentale del mobile centrale della sacrestia superiore del duomo. La prima descrizione di questo velo risale al 1819: "Una continenza di moella ricamata in oro con scudo entro cui l'Agnello pasquale con croce e bandierina ed il libro dei sette sigilli con pizzetta d'oro all'interno e fermagli d'argento..." (ASDN, VP, a. 1819, t. 363, f.56). Il motivo dei mazzetti di fiori offre una variante delle composizioni a fasce alternate dei decori diffusi soprattutto nei tessuti nel XVI, sino alla metà del XVII secolo. La definizione di "moella" si presta al tessuto dell'attuale velo omerale per la presenza del Gros de Tours marezzato. Con lo stesso termine infatti viene definito negli inventari della cattedrale la pianeta del vescovo G. M. Odescalchi. Con termine analogo "ameur" o "amoer" viene indicato un "Gros de Tours" realizzato con catena in organzino giallo e trama in filaticcio giallo con effetti di marezzatura a piccole onde molto schiacciate prodotti dalla fabbrica Imperiale di Toscana conservati nell'archivio di Stato di Firenze (cfr. R. Landini, Le commissioni di sete alla manifattura fiorentina, in I tessili antichi e il loro uso, III atti del convegno CISST, Torino, 1984, p. 231, n.19). In mancanza di dati documentati si può ipotizzare la realizzazione del decoro da parte di un ricamatore novarese, o dell'ambito culturale lombardo, della prima metà del XVIII secolo sul tessuto realizzato al telaio al tiro che potrebbe essere anche della prima metà del XIX secolo e avallare un probabile riporto, come sembra suggerire l'analisi della continenza
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100046447
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
- DATA DI COMPILAZIONE 1989
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0