reliquiario a tabella,

Pannello portareliquie: supporto in legno foderato di damasco rosso contornato da un gallone giallo oro. Il tessuto si presenta tagliato e cucito a circa tre quarti dell'altezza. Ai chiodini, con relativa targhetta metallica ovale, sono affissi 26 reliquiari di forma ovale. Mancano quelli corrispondenti ai n. 6 e 12. Inferiormente rami incrociati a punto raso chiudono la serie

  • OGGETTO reliquiario a tabella
  • MATERIA E TECNICA LEGNO
    VETRO
  • AMBITO CULTURALE Bottega Astigiana
  • LOCALIZZAZIONE Villanova D'asti (AT)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La fattura decisamente modesta ed estremamente semplice dell'oggetto, oltre la povertà del materiale usato (legno, chiodini, galloni e tessuto) non consentono una sua precisa datazione cronologica. Il tessuto, damasco di seta, è di esecuzione molto regolare: è da ritenersi eseguito su telaio meccanico. La ripresa, ormai schematizzata ed impoverita dell'antico modulo decorativo rinascimentale a maglie ovali e la presenza di racemi, fiori, connotano caratteri propri di una lavorazione recente. Lo conferma una stretta somiglianza con alcuni disegni di tappezzeria del catalogo Bertarelli (Catalogo Bertarelli, Milano 1911, disegni n. 1239, 1240, fol. 549) e con quello di Monastero della Visitazione ad Arona (Tessuti antichi nelle chiese di Arona, catalogo della mostra a cura di G. Romano e D. Devoti, Torino, 1981, scheda n. 30 di I. Silvestri) datato agli inizi del XX secolo. Tale datazione si propone anche per il nostro oggetto e sembra valida anche per il gallone che lo circonda, infatti nel 1911 la Ditta Bertarelli di Milano ne produce uno molto simile (Ditta Bertarelli, op. cit. disegno 1008, p. 556). I reliquiari sono tutti connotati da una targhetta numerata in metallo smaltato bianco con numeri neri di fattura molto semplice e di forma ovale. La datazione delle teche varia tuttavia dalla prima metà del Settecento ai primi inizi del Novecento. Nel 1934 l'arciprete Lanfranchi, parroco di San Martino, probabilemnte in occasione della Visita pastorale del vescovo Umberto Rossi di Casozzo, redasse l'elenco delle reliquie contenute nel vano portareliquie aperto sul retro dell'altare maggiore. Sulla porticina lignea è intersiata la scritta "Reliq. Sancti et Oli Infirmorum". All'interno è affisso il foglietto con il piccolo inventario che conta 47 reliquie. Relativamente a questa bacheca, l'Inventario del Lanfranchi ne segue puntualmente la numerazione, iniziando dalla reliquia di Santa Rosalia, fino al n. 27. Attualmente rispetto a questa elencazione mancano le teche n. 6 (S. Giovanni Bosco) e 12 (S. Teresa del Bambino Gesù) che sono, con ogni probabilità, state usate per farne reliquiari singoli. Mancano i reliquiari di S. Margherita da Cortona (n.9) sostituito da quello con le reliquie di S. Francesco d'Assisi. Il primo era accompagnato da un'autentica rilasciata dal vescovo di Torino, Maria Baldassarre Caetano Costa, il 17 giugno 1791: "reliquiam collocatim et condita intus parvam tecam argenteam forma ovata (...)". Probabilemnte non si scostava molto d'aspetto dagli altri reliquiari tardo settecenteschi. Gran parte delle teche è sigillata con un sigillo di ceralacca rossa, accompagnato dall'autentica del vescovo. Questi reperti hanno permesso una datazione degli oggetti altriementi impensabile, visto lo stato attuale degli studi su questo tipo di documento. Più volte si è notato un notevole riscontro con i reliquiari schedati da A. Quazza e U. Gulmini nella chiesa dell'Annunziata di Torino. Tutto ciò permette di formulare l'ipotesi, da verificare con ulteriori studi e ricerche, che l'area torinese sia stata un punto di riferimento e area di produzione di piccoli oggetti di devozione privata o di piccola oreficeria, soprattutto nei secolo XVIII e XIX; dall'esame delle autentiche risultano mancanti i reliquiari di 1) Santa Croce, San Giuseppe, S. Anna, S. Cecilia, S. Veronica. Le reliquie erano contenute in un'unica teca "auricalco dargentata ovalis fig.ae unico cum stallo munita" autenticata il I ottobre dal vescovo porfiriense Giuseppe Bartolomeo Menocchio, il cui stemma è diviso a metà da una banda con tre stelle. Superiormente è un cuore fiammante, sopra un cervo e inferiormente una fiamma. 2) reliquie di San Giacomo Apostolo poste in un "Reliq. deargen. ovalis figurae et Crypt. munit. (...) nostro sigillo" autenticate il 5 gennaio 1787 a Roma dal vescovo porfiriense Saverio Cristiani. 3) reliquie di S. Ilario Martire, autenticate a Roma nell'agosto 1815, ad Asti dal vescovo Evasio Dani di Magnano. Erano poste "in capsula lignea depicta carta". 4) reliquie del velo di Santa Rosa, autenticate nell'aprile 1815 ad Asti dal vescovo Evasio Dani di Magnano, canonico della cattedrale "essendo vacante la sede episcopale"
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100042386
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1987
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • ISCRIZIONI su una targhetta - 1 - a incisione -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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