reliquiario a teca a urna,

Cassetta esagonale di legno d'ebano (o legno rivestito di un'impiallacciatura d'ebano) con fregi color ocra dipinti. Il vetro ottagonale, aperto nella parte anteriore, lascia intravedere il teschio di S. Columba martire. Superiormente è chiuso da un fastigio a volute raffrontate incornicianti una piccola teca ora vuota. All'interno su un cuscino di stoffa rosso è appoggiato il teschio della santa

  • OGGETTO reliquiario a teca a urna
  • MATERIA E TECNICA argento/ incisione
    VETRO
  • AMBITO CULTURALE Bottega Astigiana
  • LOCALIZZAZIONE Villanova D'asti (AT)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Questa cassetta, seppur di minore qualità, va messa in relazione con due urne reliquiario in ebano e argento del XVIII secolo, nella sacrestia della chiesa di San Carlo Borromeo a Trino (Inventario trinese, Torino 1980, p. 54-80) e alla cassa reliquiario di San Carlo Borromeo, nella parrocchiale di Testona, opera di un argentiere locale milanese, datata 1620 (A.A.V.V. Richerche a Testona 1981, scheda di G. Romano p. 84-86). La nostra sembra collocarsi cronologicamente e stilisticamente a mezza strada fra le urne citate. La linea della cassetta è infatti più mossa di quella del reliquiario di Testona. E' sovrastata da un fastigio ligneo e gli inserti d'argento sono già vicini al gusto settecentesco. Non di meno, proprio il riferimento alle opere sovracitate porta ad attribuire la fattura del manufatto ad artigiani lombardi piuttosto che piemontesi. Valgono per quest'opera i modelli già proposti da G. Romano in relazione all'urna di Testona, la cassetta degli abiti di San Carlo in Sant'Ambrogio a Milano o il reliquiario della S. Spina in Duomo; dono di Pio IV a San Carlo Borromeo (A.A.V.V. Tessuti antichi nella chiesa di Arona, Arona 1977). In questa direzione val la pena di ricordare ancora il reliquiario a cassa (O. Zastrow, capolavori di oreficeria sacra nel Comasco, Como 1984, f. 388-389 scheda 159) opera di artigiani comaschi, datato stilisticamente al sec. XVII che porta gli stessi vetri ottagonali ed i fregi dipinti anzichè scolpiti. Alla luce di questi riferimenti pare plausibile per quest'opera una collocazione cronologica prossima alla metà del sec. XVII. Non è escluso che la committenza locale si sia mossa sulla scia del gusto di corte poichè proprio nel III decennio del secolo le reliquie di Trino "furono racchiuse in due preziose cassette d'ebano guarnite di medreperla donate da Margherita di Savoia" (Inventario trinese, op. cit., p. 54). I riferimenti lombardi potrebbero trovare una giustificazione documentata nella figura di Giacomo Goria precettore dei figli del duca Carlo Emanuele I e successivamente vescovo di Vercelli dal 1611 al 1642. (E. Verona, Villanova d'Asti e i suoi dintorni, Asti 1949, p. 30). Unica altra reliquia seicentesca presente nella chiesa è l'ovale raffiguramte un santo monaco, datata alla fine del secolo. S. Columba fu martire di Sens, in Francia, nella seconda metà del III secolo. Fu una delle martiri più celebri di tutto il medioevo ed il suo culto ebbe grandissima diffusione, specialmente in Francia, in Spagna, nelle Fiandre ed in Germania. Le sue spoglie sono conservate nella cattedrale di Sens. In Italia il suo culto si diffuse specialmente nella diocesi di Rimini. Qui infatti, secondo la leggenda, approdarono alcuni mercanti di Sens che portavano seco il capo della Santa. Alcune reliquie, una costola e due denti, sono da allora conservate nel tempio malatestiano e la Santa è la protettrice della città (Biblia Sanctorum pp. 103-106). Il teschio sembra provenire appunto da Rimini. Alle reliquie mancano tutte le letture di autentica. Sono invece ben visibili sul retro i sigilli di ceralacca lasciati dai vescovi in epoche successive, in numero di dodici. Di questi, cinque recano lo stemma del vescovo Evasio Dani di Magnano, canonico della cattedrale di Asti, sede episcopale vacante nel 1811. Lo stemma è diviso in quattro quarti: due stelle nei due inferiori, un cuore fiammante e una mezzaluna in quello superiore. Altri cinque sigilli recanti l'agnus dei seduto su un libro e la scritta "Capitu.Eccl.Metrop.Taurini" di forma ovale trattengono due nastrini rossi. Appartengono al vescovo di Torino Maria Baldassarre Costa, che il 17-6-1791 rilascia un'autentica per la reliquia di Santa Margherita da Cortona, conservata nella stessa chiesa. Altri due sigilli di ceralacca rossa (come i precedenti) di forma ovale e un'aquila coronata non sono stati identificati
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100042382
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1987
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • ISCRIZIONI sul cartiglio - S. Colimba mart -
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

ALTRE OPERE DELLA STESSA CITTA'

ALTRE OPERE DELLO STESSO AMBITO CULTURALE