Serie di quattro ovali d'argento tutti uguali. Ognuno racchiude una teca in cui è conservata una reliquia, di S. Evasio, S. Grato, S. Massimo Vescovo e S. Marciano. Il fondo della teca è foderato di tessuto giallo oro. Su questa posa un cartiglio d'identificazione della reliquia

  • OGGETTO reliquiario
  • MATERIA E TECNICA TELA DI COTONE
    ARGENTO
    VETRO
  • AMBITO CULTURALE Bottega Astigiana
  • LOCALIZZAZIONE Villanova D'asti (AT)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE I quattro reliquiari d'argento sono elencati ai n. 44-45-46-47 dell'Inventario Lanfranchi, in cui si legge: "S. Evasio, S. Massimo, S. Marciano, S. Grato" racchiuse queste ultime (s'intende reliquie) in quattro relativi busti di vescovi". Siccome l'inventario Lanfranchi fu compilato nel giugno 1934 ne deriva che i busti di vescovi, presumibilmente d'argento, sono scomparsi negli ultimi cinquant'anni. Dietro ogni ovale è un sigillo in ceralacca rossa uguale per tutti e quattro, tenuto da un filo d'argento. Il sigillo è del vescovo di Asti, Carlo Savio, assistente al soglio pontificio, che ratificò l'autenticità delle reliquie il 7 agosto 1873. Le autentiche sono raggruppate insieme e per ognuna è annotato sul retro a matita: "in un busto". Il vescovo usa una medesima formula riguardo la collocazione delle reliquie: "quam reverenter collocavimus in theca ex auricalco deargenat o ovali serico rubrui coloris colligata ac sigillo nostro signata eam dono dedimus". La scritta sul retro a matita servirebbe perciò a specificare una forma dei reliquiari, che non viene espressa dall'autentica. Accanto alla firma è il timbro con lo stemma vescovile in inchiostro verde, rotondo:"Carolus Savio Episcopus Astensis et princeps". Lo stemma è uno scudo coronato sormontato da un cappello cardinalizio: ai due lati la mitra e il pastorale. Nella metà inferiore sono raffigurati una stella, un serpente ed un terzo oggetto non identificato; nella metà superiore un'aquila. Le quattro teche ed i relativi busti andrebbero quindi collocati cronologicamente nell'ultimo quarto del secolo XIX, ma è molto probabile che siano più antiche e che questa del vescovo Savio, non sia che l'ultima di una serie di autentiche rilasciate spesso in occasione delle Visite Pastorali. Purtroppo nell'Archivio della Curia astigiana non sono consultabili le relazioni dei vescovi della metà del XVIII secolo in poi, ma è proprio nel 700, piuttosto che nel secolo successivo, che ebbero larga diffusione i busti reliquiari d'argento. Dei quattro santi, ben tre sono legati alla devozione piemontese: S. Evasio è venerato a Casale, ma fu anche vescovo di Asti (Biblia Sanctorum, v. IX, p. 372); S. Grato fu vescovo di Aosta ed è venerato in tutta la valle oltre che nella regione padana; S. Massimo è venerato anche dalla chiesa torinese (Biblia Sanctorum, v. IX, p. 49). E' difficile capire a quale Marciano si riferisca la reliquia, poichè molti sono i Santi vescovi con questo nome. Uno di questi, intorno all'anno'200 fu vescovo di Ravenna, III successore di Apollinare (Bib. Sanc. v. IX p. 693). Un altro, vescovo di Tortona, sotto l'imperatore Adriano. Il riferimento a Ravenna potrebbe valere come conferma di antichi rapporti con la città adriatica dalla quale proviene anche la reliquia di S. Columba
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100042373
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1987
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • ISCRIZIONI sul cartiglio di uno dei reliquiari - Ex ossibus/ S. Evasi Ep.M - a penna - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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