comunione di San Bonaventura
Il centro del dipinto è occupato dalla figura inginocchiata di S. Bonaventura, vestito del saio francescano e della mozzetta rossa, che riceve a mani giunte la comunione impartitagli da un angelo. Quest'ultimo, in veste gialla, ha grandi ali spiegate e regge con la sinistra un calice baccellato; la mano destra con l'ostia rivela un pentiemento che ne ha abbassato la posizione. In basso a destra due angioletti ignudi presentano gli attributi iconografici del santo, il pastorale, la mitra e il galero rosso, mentre in primo piano emerge un tavolo con diversi libri chiusi e aperti. Nella parte superiore della tela compare, dietro un drappo di velluto blu sollevato da due angioletti, la visione della Madonna col Bambino e S. Giovanni Battista, circondati da tre angeli e da sei testine di cherubino. Cornice in legno intagliato e dorato
- OGGETTO dipinto
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MATERIA E TECNICA
tela/ pittura a olio
- AMBITO CULTURALE Ambito Piemontese
- LOCALIZZAZIONE Saluzzo (CN)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Stilisticamente l'ancona rivela un'interessante commistione di diverse tendenze culturali reperibili in ambito piemontese intorno alla metà del'600. La parte superiore si riallaccia alla tradizione più aggiornata del Piemonte occidentale, irradiata da Giovanni Antonio Molineri, Jan Claret e Francesco Pistone. Tipici tratti claretiani presenta la Vergine col Bambino, rapportabile agli analoghi gruppi dell'ancona con i SS. Giovanni Battista, Remigio e Rocco eseguita nel 1632 dal Claret coadiuvato dal futuro suocero Pistone per la chiesa di S. Maria delle Grazie a Carignano (cfr. V. Moccagatta, Avvio ad una revisione critica delle opere di Giovanni Antonio Molineri pittore di Savigliano, in "Bollettino della Società Piemontese di Archeologia e Belle Arti", 1958-59, p. 227, fig. 37), dell'ancona con l'Arcangelo Michele e S. Carlo Borromeo, del 1635, per la cappella Cervini della stessa chiesa (cfr. ibidem, p. 226, fig. 36) o di quella con la Madonna dei Fiori al santuario di Bra, datata 1638 (cfr. ibidem, p. 224, fig. 34). A modelli del Claret si rifà l'iconografia del drappo sollevato dagli angioletti, presente ad esempio nella già citata ancona carignanese con i SS. Giovanni Battista, Remigio e Rocco o nella Madonna del Rosario della chiesa di S. Andrea a Bra (1642; cfr. ibidem, p. 226, fig. 35). La figura del Battista ha i suoi precedenti nelle immagini molineriane della pala con il Redentore, la Vergine e le anime purganti di S. Maria della Pieve a Savigliano (cfr. ibidem, p. 236, fig. 50) o della pala con la Madonna della Treccia nell'Aula Magna del Liceo di Savigliano (cfr. A. Olmo, prima mostra del pittore saviglianese Giovanni Antonio Molineri, catalogo, Savigliano 1958, tav. 6), ma appare più addolcito nei tratti del volto, convenzionale nel panneggio, privo della vigorosa vena realistica del maestro saviglianese. Le forme solidamente tornite degli angioletti in primo piano, con effetti di accentuato luminismo, sono la testimonianza di un diverso orientamento pittorico, esemplificato nella tela anonima con S. Lucia nel coro del Duomo di Saluzzo. Spunti tardo manieristici rivelano le ammicanti teste di cherubino, comuni nell'intaglio ligneo e nello stucco seicenteschi. Ad un'altra cultura ancora si ri fà la parte centrale del dipinto, dominata dalla figura classicheggiante dell'angelo, che può trovare un riscontro ad esempio nella pala con La comunione di S. Onorato nel Duomo di Torino, eseguita da Carlo Dauphin nel 1663 (cfr. AA.VV., Claude Lorrain e i pittori lorenesi in Italia nel XVII secolo, Roma 1982, scheda n. pp. 413-414, a cura di M. di Macco). Una simile pluralità di ispirazione non è estranea alla pittura del Piemonte occidentale, ravvisandosi per esempio nella figura del saviglianese Sebastiano Carello, non a caso attivo per la Compagnia di S. Luca a Torino col Dauphin nel 1655 (cfr. G. Galante Garrone, Arte sacra dal Cinquecento al Settecento: un confronto di immagini, in AA.VV., Valli monregalesi: arte, società, devozioni, catalogo della mostra, santuario di Vicoforte 1985, pp. 101-105). Ad una personalità affine per formazione al Carello si può assegnare la tela in oggetto, coeva presumibilmente alla realizzazione dell'altare verso la metà del XVII secolo
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100039384
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Alessandria, Asti e Cuneo
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
- ISCRIZIONI sul cartiglio della croce, in nero - ECCE/ AGNVS/ DEI - lettere capitali -
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0