Madonna Assunta

paliotto, 1725 - 1749

Il paliotto è composto da 5 frammenti tessili di diverse altezze accostati e cuciti lungo i lati lunghi, parallelamente all'ordito. E' bordata da galloni su tre lati, ad esclusione della base, e fissato da una tavola di compensato con chiodi di ottone. Il paramento consta di tre interventi decorativi distinti: il tessuto di fondo, l'opera eseguita a ricamo sul tessuto di fondo ed il tessuto dipinto centrale,ericamato e sovrapposto ai teli centrali del paliotto. Il tessuto di fondo presenta come unico motivo decorativo l'effetto di sottili rigature trasversali prodotte dalla trama in argento. Armatura: gros de Tours lanciato in lamina d'argento. Orditi: un ordito di fondo, seta avorio, 72 fili/cm. Trame: una trama di fondo, seta avorio, 18 colpi/cm; una trama lanciata, argento lamellare, 5 colpi/cm. Proporzione: ogni tre colpi della trama di fondo si alterna un colpo della trama di fondo accompagnato dalla trama lanciata (3:1), legata dall'ordito di fondo ogni tre fili d'ordito. Costruzione tecnica: il gros de Tours è prodotto dall'ordito e dall atrama di fondo in seta avorio; la trama lanciata, in argento lamellare, accompagna la trama di fondo ogni tre colpi, ed è legata in diagonale, 3 lega 1, direzione S, dall'ordito di fondo. Continua al campo OSSERVAZIONI

  • OGGETTO paliotto
  • MISURE Altezza: 91.5
    Larghezza: 224
  • AMBITO CULTURALE Manifattura Italiana Ambito Novarese
  • LOCALIZZAZIONE Oleggio (NO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il paliotto, proveniente dalla chiesa parrocchiale dell'Assunta di Borgoticino (Vicariato di Varallo Pombia, Novara) è stato depositato presso il Museo d'arte religiosa di Oleggio nel 1983, a cura di don Francesco Bolamperti, parroco della stessa chiesa di Borgoticino. Era conservato in un armadio della sacrestia. In base all'iconografia centrale, il paliotto doveva essere in dotazione all'altare maggiore, dedicato all'Assunta, e la sua acquisizione potrebbe risalire almeno alla prima metà del XVIII secolo. In occasione della visita pastorale del 1728, la sacrestia della chiesa parrocchiale dell'Assunta "in un vestaro di nuovo fatto" conserva numerosi e ricchi paramenti, ma non vi è riscontro tra il paliotto analizzato e quelli citati nell'inventario di tale visita, se si esclude "uno di brocato con freggi fini" e uno "di ormesino ondato" (Archivio Storico Diocesano di Novara), difficilmente identificabili con il Gros de Tours laminato analizzato. Il reperto è comunque riconoscibile nel "pallio di lamiglia d'argento a ricami in oro e seta a diversi colori" citato nell'inventario del 21 aprile 1820 (Archivio Storico Diocesano di Novara). Il termine "lamiglia" è riferito alla lamina in argento che, percorrendo la pezza in tutta altezza, conferisce al tessuto un carattere di estrema ricchezza. Si tratta di una tecnica molto diffusa nel XVIII secolo e caratterizzata da un alto numero di varianti (M. Cuoghi Costantini in D. Devoti-G. Romano (a cura di), "Tessuti antichi nelle chiese di Arona", catalogo della mostra, Torino 1981). Alla preziosità del tessuto corrisponde un accurato ricamo e un dipinto di qualità. Per l'esecuzione delle sfumature in seta e la resa naturalistica dei fiori, si può istituire un confronto con la veste della Madonna del Rosario, in base ai dati archivistici datata al 1742 e conservata presso l'Oratorio della Confraternita omonima ora sede del Museo d'arte religiosa di Oleggio. Il motivo a griglia romboidale, i frutti (uva, susine, mele) sono ricorrenti nei disegni dei tessuti settecenteschi. I disegni a nastri con festoni e ancora a maglia romboidale, sono invece da collegare alle decorazioni diffuse nell'ambito della vasta produzione degli arredi sacri dei secoli XVII-XVIII. Il dipinto pare riferitoai modelli maratteschi diffusinel novarese e nel vercellese già nei primi decenni del Settecento (P. Bellini, "L'opera incisa di Carlo Maratti", Milano 1977; M. Rosci-S. Stefani Perrone, "Borsetti e gli Orgiazzi. Decorazione rococò in Valsesia", catalogo della mostra, Borgosesia 1983, dove si fa riferimento alla Gloria di Maria eseguita da P. Maggi nel 1713 su disegno di C. De Crott "nella volta dell'Incoronata, nella chiesa Collegiata di Varallo Sesia; F. Fiori, "G. Antonio Tosi detto il Cuzzio", Assunzione della Vergine, tavola fuori testo, in "Novarien", Novara 1983). In mancanza di precisi dati d'archivio si propende per una datazione prossima al secondo quarto del XVIII secolo, dedotta in base ai confronti stilistici e tecnici, e per una realizzazione in ambito italiano. L'esecuzione del tessuto potrebbe essere dell'ambito lombardo-piemontese, data l'esistenza di avviate manifatture tessili in Lombardia e in Piemonte, ma ancora da studiare (D. Devoti, "L'arte del tessuto in Europa", Milano 1974) e quelle del decoro forse anche da parte di un ricamatore o di un pittore dell'ambito novarese
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100038145
  • NUMERO D'INVENTARIO 61/ V
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1985
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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