lapide, opera isolata di Argenti Giuseppe (seconda metà sec. XIX)
lapide,
1861 - 1861
Argenti Giuseppe (1810/ 1876)
1810/ 1876
La lapide rettangolare, in marmo bianco, con iscrizione e decorazione incise e dipinte in nero, è parzialmente incassata nel muro. La semplice decorazione consiste in una cornice mistilinea lungo i quattro lati, arricchita alla base da un fregio fitomorfo
- OGGETTO lapide
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MISURE
Altezza: 105
Larghezza: 66
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ATTRIBUZIONI
Argenti Giuseppe (1810/ 1876): esecutore
- LUOGO DI CONSERVAZIONE Ospedale Maggiore della Carità, USL 51
- INDIRIZZO Corso Mazzini, 18, Novara (NO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Anche il vescovo Vittorio Filippo Melano da Portula, con testamento datato il 2 gennaio 1813 istituì erede universale la Congregazione di Carità perchè potesse eseguire quelle opere di bene che meglio avesse creduto opportuno. L'eredità del Vescovo venne calcolata nel decreto napoleonico di autorizzazione all'accettazione di £. 200.000. Tale cifra era da suddividersi fra l'Ospedale di Carità, il Ritiro delle Rosine e il Sacro Monte di Pietà, ma la liquidazione avvenuta nel 1824 assegnò quasi tutto il capitale al Pio Luogo (cfr. G. B. Morandi-S. Ferrara, "L'Ospedale Maggiore della Carità di Novara. Memorie storiche", Novara 1907). Il vescovo Filippo Melano di Portula, nobile cuneese, nacque nel 1733; domenicano, fu professore di teologia presso l'Università di Cagliari, città di cui fu anche arcivescovo. Trasferito a Novara il 24 luglio 1797 in età avanzata e in salute cagionevole, fu investito, con la sua nuova diocesi, da burrascosi mutamenti politici: la caduta del governo regio Piemontese e il diffondersi della rivoluzione francese, la reazione legittimista, la repubblica cisalpina, il Regno d'Italia, il consolato e l'impero napoleonico, e insieme la deportazione di Pio VI, il concordato con Pio VII e la sua prigionia. Nel 1801 si interessò per il trasporto delle salme del ven. Bescapè e del Card. Borromeo dalla Chiesa di S. Marco al Duomo, e prima della sua morte, nel 1811 celebrò solennemente il primo centenario della traslazione di S. Gaudenzio. Concluse il proprio apostolato presso la città, nominando suo erede l'Ospedale Maggiore (cfr. G. Barlassina-A. Picconi, "La Diocesi di Novara nelle sue Parrocchie e con i suoi vescovi", in "Novara Sacra", Novara 1925-1933) e pertanto, in base alla deliberazione del Consiglio d'Amministrazione del 18 maggio 1848, viene eretto al benefattore un busto marmoreo.. La realizzazione è affidata a Giuseppe Argenti ed è eseguita nel 1861 come i busti precedentemente schedati. La documentazione dell'opera è fornita dall'articolo pubblicato sul giornale novarese "La Vedetta" il giorno 17 gennaio, data in cui per tradizione si esponevano i ritratti ad olio su tela dei benefattori. Nell'articolo citato nessun cenno particolare riguarda questo busto che riflette, nell'impostazione severa e maestosa, gli stessi riferimenti culturali del busto raffigurante la Solaro Clerici e la riproposta della compresenza delle due tendenze contenute nella ritrattistica della prima metà del secolo: da una parte la necessità di fornire un'immagine ufficiale ed astratta del soggetto per adeguarlo ai modelli di perfezione che esso esemplifica, dall'altra l'introduzione di alcuni particolari somatici e di abbigliamento più realistici, che potessero fornire alcuni elementi di riconoscimento dei personaggi stessi. Il confronto con i dati somatici era fornito in questo caso dal ritratto del vescovo, eseguito da Costantino Prinetti prima del 1813, per l'Aula delle Adunanza dell'Ospedale stesso (cfr. F. A. Bianchini, "Le cose rimarchevoli della città di Novara" Novara 1828): la la tela non conferisce all'immagine del vescovo la maestosità che gli imprime il busto marmoreo realizzato dall'Argenti. Anche la scelta dell'autore viene effettuata fra gli scultori più significativi presenti in Novara a questa data in modo da poter garantire un risultato artistico positivo. L'Argenti infatti era uno scultore molto noto in ambito locale, con un'abbondante esperienza nel campo della ritrattistica funebre ed è un personaggio di rilevo anche nella realizzazione di questo complesso in quanto a lui si devono la modellazione del monumento al sacerdote Filippo Albera e di "parecchi busti", "fra cui alcuni veri capolavori" (cfr. "La Verità", anno II, Novara 1865) e quasi sicuramente l'esecuzione delle due statue allegoriche collocate nel portico inferiore
- TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente pubblico territoriale
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100038122A
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
- DATA DI COMPILAZIONE 1985
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
- ISCRIZIONI al centro - VICTORIUS PHIL. MELANUS A PONTIFICATVI/ NOVARIENSI ADMOTUS ADHIBITIS IN SACRUM/ CONSILIUM QUASI DOMESTICAM ACADEMIAM/ PRIMORIBUS DOCTORUM PRIORUMQ NOVARIENSS/ DOCTISSIMUS IPSE AMOREM CIVIUM SINGULARI/ HUMANITATE PROMERITUS DIOCESIM NAVITER/ ADMINISTRAVIT EANDEMQ ANNONAE CARITATE/ LABORANTEM LIBERALITER REFECIT OB EIUS/ PRUDENTIAM ET MODERATIONEM NAPOLEONI/ MAGNORIBUSQUE/ EST EXORNATUS HUIUS EX TEST QUO GENUS/ OMNE MISEROR BENIGNE COMPLEXUS EST/ VALETUDINARIO ARGENTEORUM ITALICOR/ NOV CLVII MILLIA ACCESSERE/ OB OCTAGENARIO MAIOR X CAL IAN A MDCCCXIII/ POSTERI DISCITE - lettere capitali - a incisione - latino
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