reliquiario - a ostensorio, opera isolata - bottega della Valsesia (metà sec. XVIII)

reliquiario a ostensorio,

Il reliquiario è intagliato e dorato solo sul fronte, mentre sul retro è colorato di giallo. Su un basamento dal contorno mistilineo poggia un piede a tre volute ortogonali fra loro. Solo quella centrale è lavorata a tutto tondo e diversamente dalle altre laterali, arricchite da motivi a foglie accartocciate. Lo stelo riprende tanto il motivo vegetale qianto le volute e si stacca dal piede con un festone, terminando in alto con du testine alate di angeli riguardantisi, dipinti naturalisticamente e con capelli e ali dorati. Una cornice curvilinea dorata separa lo stelo dalla teca vetrata delimitata da una cornice mistilinea attorno alla quale due angioletti dipinti come i precedenti, a figura intera, siedono fra giochi di volute e motivi vegetali accartocciati terminanti in alto da altre due testine alate di angeli dipinte come prima e riguardanti all'esterno. Il fastigio è realizzato con una corona dalla quale emergono rami di palma ed un croce lobata. Entro la teca vi sono frammenti di ossa legati con fili e cordini a supporti fissati su un fondo di stoffa operata in verde operata a fiori viola. Attorno alle reliquie c'è un motivo di foglie verdi e volute gialle di carta con strisce blu, rossa e dorata iscritte e due piccoli fiori uguali a 5 - Continua al campo OSSERVAZIONI

  • OGGETTO reliquiario a ostensorio
  • MATERIA E TECNICA CARTA
    cera/ impressione
    legno/ intaglio/ pittura/ doratura
  • AMBITO CULTURALE Bottega Della Valsesia
  • LOCALIZZAZIONE Grignasco (NO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La reliquia "ex ossibus" dei Santi Severino, Teofilo, Vincenza e Amanzia, estratte dal cimitero di S. Callisto a Roma, furono donate a don Giovanni Battista Neri con lettera patente datata Roma 8/9/1732. Furono poi presentate alla Curia Vescovile di Novara per il riconoscimento dal presbitero don Carlo Antonio Franchi il 22/7/1746. In quell'occasione i sigilli romani sull acassetta che conteneva le reliquie furono sostituiti da quelli della curia novarese e venne pure delegato l'arciprete di Grignasco a riporre la reliquia "in opp.no Reliquiario, dummodo sit decens, et ad praescriptum" quando detto reliquiario "fuerit adaptatum" (Archivio Parrocchiale di Grignasco). La riposizione avvenne, secondo quanto prescritto, ad opera dell'Arciprete don Carlo Silano Tartagliotti, insieme alle reliquie di S. Urbano in "binis reliquiaris bene instructis...bene inauratis ac exornatis" il 25/10/1746. I due reliquiari furono quindi sigillati con "funiculis sericis coloris rubei et albi...cruciatis extensis et eijs singulis cera hispanica infixa cum decem sigillis supra impressis" e si ordinò che venissero collocati "in loculis decenter...de p.nti adaptatis" nell'Oratorio di S. Graziano per essere esposti alla pubblica venerazione (Archivio Parrocchiale di Grignasco). Li ritroviamo infatti, circa tre anni dopo, sistemati con altri reliquiari lignei, la croce reliquiario, ed i busti in uno dei tre "depositi nelle muralie per le sacre reliquie fodrati di legno di noce, ben lavorati" situati sulle pareti del coro, due a sinistra e uno a destra dell'altare maggiore della chiesa di S. Graziano, sede appunto della confraternita di S. Marta (Archivio di Stato di Novara). Tutti questi arredi erano gli ornamenti dell'altare ligneo secentesco della chiesa, oggi non più esistente. A metà Ottocento sono ancora collocati nello stesso luogo e l'arciprete Stella li descrive come "alti onze 16, 1/2, di legno tutti dorati con li ornamenti lateralmente due angeli colle ali, sopra una croce semplice con due palme appoggiate su d'una corona". Di quello in oggetto descrive anche la reliquia con precisione e annota che il "legno è giallo munito di bindello rosso con dieci sigilli rossi intatti". Circa l'autore si segnalano, in ambito valsesiano, i Torelli di Serravalle noti come scultori, intagliatori e doratori dalla fine del Seicento alla fine del Settecento e le botteghe degli Alberti e degli Zali a Boccioleto attive tra la metà dei Seicento e la metà del Settecento (C. Debiaggi, "Dizionario degli artisti valsesiani dal sec. XIV al XX", Varallo 1968). Il trasporto in casa parrocchiale è recente e dovuto a motivi di sicurezza
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100037924
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • ISCRIZIONI ricettacolo, cartiglio blu - S. SEVERINI M./ S. THEOPHILI M - lettere capitali - a penna - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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