La cupola, di sezione ellittica, è ripartita in quattro spicchi da doppi costoloni tinteggiati in grigio e decorati con rosoni e fiori in stucco entro riquadri con cornici dorate a più modanature; i costoloni, poggianti in alto su basi dipinte in lilla e ornate con festoni floreali in stucco fermati in alto da borchie e nastri, convergono alla sommità di un ovale accogliente, su fondo blu assai sbiadito, una colomba bianca entro una corona di raggi dorati. Gli spicchi presentano una decorazione a illusive mensole grigie con ornato centrale a conchiglia e cornice spezzata a più modanature; su di esse poggiano finte targhe dal profilo mistilineo sulle quali ricadono a festone ghirlande vegetali in chiaroscuro che affiancano tondi accoglienti teste di santi su fondo oro. Nel primo tondo a partire da sinistra è dipinta la testa di un Santo Vescovo (S. Pietro?), come suggeriscono infatti la mitra che questi porta in capo e la presenza del bastone pastorale di cui si intravede il ricciolo; il santo, che indossa un piviale bianco, ha il volto reso di semiprofilo e provvisto di una folta barba castana. Nel secondo medaglione, affiancato da rametti di alloro incrociati, è ritratta una testa femminile aureolata ricoperta di un velo giallo; anche in questo caso la genericità del soggetto
- OGGETTO decorazione pittorica
- AMBITO CULTURALE Ambito Piemontese
- LOCALIZZAZIONE Ivrea (TO)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Data l'ubicazione non è possibile fotografare il quarto medaglione nè distinguere la figura rappresentata. La decorazione, di buon livello qualitativo, sembra si possa datare alla fine del XVIII secolo, poichè sappiamo che appunto intorno al 1785-1788 il vescovo Giuseppe Ottaviano Pochettini dei Conti di Serravalle, dopo aver promosso il rinnovcamento architettonico della Cattedrale in seguito al quale essa assume l'aspetto di un edificio barocco, la fece decorare con stucchi, affreschi e ornati in chiaroscuro (G. Benvenuti, "Istoria dell'antica città di Ivrea", manoscritto della fine del sec. XVIII, pubblicato con il titolo "Storia di Ivrea", Ivrea 1976; G. Boggio, "Il Duomo d'Ivrea", Ivrea 1926; V. Mesturino, "Sancta Maria de Iporegia", Ivrea 1967).In particolare egli fece rialzare all'esterno la copertura della cupola ed erigere un lanternino, e nel contempo la mascherò internamente dandole forma ellittica (G. Boggio, "Il Duomo d'Ivrea", Ivrea 1926; V. Mesturino, "Sancta Maria de Iporegia", Ivrea 1967). Troviamo inoltre memoria dei lavori effettuati in cattedrale dai capimastri Giacomo Marmori e Giulio Cesare Schiera su progetto dell'architetto Giuseppe Martines in alcuni fogli conservati alla Biblioteca Diocesana Eporediese: in essi si legge, ad esempio, che nella cupola furono inoltre occluse le finestre che vi si trovavano, che i costoloni ("fasce") vennero ornati con 120 cassettoni del prezzo di L. 220 e "le tinte da provedersi e darsi ne sfondi della cupola" costarono £. 30 (Biblioteca Diocesana di Ivrea). In tale occasione, appunto, la cupola dovette essere affrescata con gli ornati monocromi, le architetture illusive e i tondi con teste di santi di gusto tipicamente tardo settecentesco che possiamo osservare ancora oggi, per quanto bisogna rammentare che questa decorazione fu restaurata nel 1909-1910 dal pittore Reordino il quale tuttavia, stando alla testimonianza del canonico Boggio, si attenne strettamente ai disegni e ai colori esistenti (G. Boggio, "Il Duomo d'Ivrea", Ivrea 1926). Ragioni stilistiche consentono di assegnare gli affreschi degli spicchi della volta della cupola a un qualificato pittore di tardo settecento, assi vicino per cultura e stile a Carlo Cogrossi, attivo in Cattedrale proprio in quegli anni
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100037761-0
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
- DATA DI COMPILAZIONE 1985
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DATA DI AGGIORNAMENTO
2006
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0